Si cambia in funzione della sensibilità e solidarietà, se lo faranno anche gli altri. In estrema sintesi, è quanto accadrà quando andrà in scena Italia-Belgio: gli azzurri si inginocchieranno in segno di rispetto e di protesta nei confronti di quanti subiscono discriminazioni razziali, perché così hanno sempre deciso e sempre verrà fatto dai belgi.
La decisione dell’Italia: contro il Belgio in ginocchio
Dopo la confusa manifestazione di soggettività contro il Galles, che ha indotto 5 giocatori a inginocchiarsi (Pessina, Toloi, Emerson, Belotti e Bernardeschi) mentre i compagni restavano in piedi e a optare per la formula del non aderire contro l’Austria, partita preceduta da polemiche e richiesta che hanno sancito – ancora una volta – la sovrapposizione ferma e costante del calcio alla politica, da Enrico Letta a Matteo Salvini, ecco che gli azzurri venerdì contro il Belgio cambieranno ancora posizione.
La risposta di Matteo Pessina sulla scelta dell’Italia
Inevitabile, ancora una volta, la necessità di chiarimento da parte di Matteo Pessina in conferenza stampa:
“Sulla lotta al razzismo e su come comportarci la pensiamo tutti uguale”. Arriva il Belgio che si inginocchia per Black Lives Matter, e a ribadire l’idea è stato Matteo Pessina, uno dei cinque azzurri che si sono inginocchiati prima del fischio d’inizio della gara con il Galles, come segno contro le discriminazioni razziali.
La linea azzurra, anticipata all’ANSA da una fonte dirigenziale venerdì scorso, è quella ormai nota: “Se troveremo una squadra che ha questa volontà, il gruppo degli azzurri si unirà per solidarietà e sensibilità, pur mantenendo la convinzione che la lotta al razzismo vada combattuta in un altro modo”.
“Prima del Galles – ha aggiunto Pessina – non ne avevamo parlato, siamo stati colti un po’ alla sprovvista. Ma la linea è quella”. Ribadita ancora dalla FIGC, che ha ricordato le parole di Chiellini e l’impegno a prossime “iniziative che la squadra condividerà e porterà avanti insieme con la federazione”.
Azzurri in ginocchio contro il Belgio
La Nazionale, quindi, si inginocchierà in segno di protesta contro il razzismo a differenza di quanto hanno fatto i giocatori con l’Austria, questo è quanto. Come riporta il Corriere della Sera, gli azzurri non hanno cambiato idea: faremo quello che fa la squadra avversaria. E siccome il Belgio finora si è sempre inginocchiato, i calciatori con ogni probabilità faranno lo stesso venerdì 2 luglio all’Allianz Arena di Monaco di Baviera.
Una flessibilità che collima poco con la prima spiegazione, pronunciata dal presidente della FIGC Gabriele Gravina nella conferenza stampa di chiusura di Casa Azzurri, come anche con quanto illustrato da Paolo Corbi, responsabile della comunicazione.
Il caso Chiellini e il suo lapsus
Insomma, quanto avrebbe dovuto unire, ha un effetto perverso e incontrollabile e divisivo: al di là della gaffe di Chiellini per il lapsus «nazismo», invece di «razzismo», e delle polemiche politiche, la posizione dell’Italia è stata proprio resa nota dal capitano azzurro:
“Ci inchineremo per sensibilità e solidarietà quando lo farà l’altra squadra”.
Una scelta che continuerà a suscitare dubbi e domande, a prescindere dal risultato in campo.