Un passaggio televisivo in un programma di approfondimento giornalistico, un tema divisivo e di innegabile portata politica e l’imminenza di una nuova partita: è basto questo amalgama perfetto perché le frasi pronunciate da Enrico Letta, segretario del PD ed ex Presidente del Consiglio, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo sollevassero ulteriori polemiche sul caso degli azzurri rimasti in piedi prima di Italia-Galles.
“Vorrei fare un appello ai nostri giocatori: che si inginocchino tutti, perché francamente l’ho trovata una scena pessima. Se si mettono d’accordo sugli schemi di gioco, si mettono d’accordo anche su quello, è meglio anche perché i gallesi erano tutti inginocchiati, gli italiani no” ha detto Letta.
La replica della Nazionale alle polemiche
“A nome di tutta la squadra ribadiamo che siamo contro ogni forma di razzismo, ci siamo confrontati e ovviamente vogliamo ribadire questa posizione. Aderire o meno ad una forma di protesta, per quanto simbolica, non vuol dire ignorare la lotta al razzismo”.
E’ quanto ha affermato il responsabile della comunicazione della Nazionale italiana, Paolo Corbi, dopo l’esplosione mediatica del caso prima della gara con il Galles e il chiarimento del presidente della FIGC, Gabriele Gravina, nel corso della conferenza stampa di lunedì.
“Quanto al fatto che a inizio gara qualcuno si sia inginocchiato e altri no – ha aggiunto Corbi – c’è stata un po’ di confusione, i calciatori erano tutti concentrati su una partita per noi decisiva perché metteva in palio il primo posto nel girone e per il prosieguo dell’Europeo. Quindi, da quanto abbiamo ricostruito, non eravamo del tutto preparati a quel momento. Per il futuro la squadra si confronterà al suo interno e prenderà una decisione univoca che sarà messa in pratica da tutti”.
Azzurri in ginocchio: Letta lancia invito ai giocatori, Salvini replica
Una affermazione – quella di Letta – alla quale già il segretario della Lega, Matteo Salvini ha replicato e che – considerato il tema delicato – non mancherà di destare ulteriori necessità di intervento sul piano politico. Un risvolto che, quando si tratta di Nazionale e di calcio, non manca.
Quanto accaduto ha già goduto di una visibilità certa, assoluta: nei secondi preliminari al fischietto di avvio di Italia-Galles, a prendere la scena è stato il gesto degli azzurri che, per la prima volta dal via degli Europei, si sono inginocchiati. Cinque i giocatori dell’Italia, prima del calcio d’inizio della partita, che si sono messi in ginocchio per sostenere Black Lives Matter, il movimento attivista nato negli Stati Uniti e impegnato nella lotta contro il razzismo. Gli altri sono rimasti in piedi, forse interdetti, forse di diversa opinione.
Fino all’intervento di Corbi, sulla questione non c’è stata una presa di posizione federale e ciò ha il suo fondamento o il proprio riscontro, nelle parole del presidente della FIGC, Gabriele Gravina, il quale ha precisato che ogni calciatore è libero di esprimersi aderendo o meno. Questo almeno fino all’intervento del responsabile della comunicazione.
La scelta degli azzurri di inginocchiarsi in segno di protesta
A compiere il gesto prima di Italia-Galles, sul prato dell’Olimpico di Roma, sono stati Federico Bernardeschi, Andrea Belotti, Emerson Palmieri, Matteo Pessina (protagonista della serata) e Rafael Toloi, mentre gli altri azzurri non hanno imitato i compagni, complice anche una certa indecisione dell’arbitro. La Nazionale del Galles, invece, si è inginocchiata compatta, come già era avvenuto nelle altre partite.
Una spaccatura che non poteva passare inosservata, davanti alle telecamere che hanno ripreso senza filtri questa scena di pochi frammenti che ha evidenziato l’individualità di ciascun giocatore nel valutare l’inginocchiarsi come una scelta. Una scelta personale. Va sottolineato che si tratta della prima volta per l’Italia, perché i cinque che hanno deciso di inginocchiarsi non erano mai partiti titolari fino a questa partita.
“Non mi sono ricordato in quel momento — ha ammesso a fine match Pessina in conferenza stampa —, ma poi mi sono reso conto e un secondo dopo l’ho fatto anche io”.
In effetti, l’impressione al momento del gesto era che alcuni azzurri non avessero compreso pienamente che cosa stesse accadendo, complice anche una certa indecisione dell’arbitro. Anche Bonucci si era espresso sul tema, interpellato su una delle problematiche che più hanno segnato questi ultimi anni.
La posizione espressa dal presidente Gabriele Gravina
“Giocatori inginocchiati per il Black Lives Matter? Massimo rispetto per tutte le forme di dimostrazione contro la discriminazione razziale. Noi non imponiamo nulla, noi lasceremo liberi i nostri ragazzi”, ha dichiarato il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, commentando il pre partita di Italia-Galles in cui, dopo l’ok della Uefa, alcuni azzurri si sono inginocchiati.
“Chi conosce la Figc – ha aggiunto Gravina alla conferenza stampa di chiusura di Casa Azzurri – sa che noi poniamo in essere ogni attività contro ogni forma di razzismo. Questo non può essere frutto di imposizione, ognuno assume le sue convinzioni attraverso le sue sensibilità più o meno tangibili. Con i ragazzi ne avevamo parlato, sapevamo che il Galles lo avrebbe fatto ed era previsto nel protocollo pre gara. I ragazzi sono stati liberi, qualcuno si è inginocchiato e altri hanno applaudito come i tifosi”.
L’opinione di Claudio Marchisio, commentatore Rai
Claudio Marchisio, commentatore di Euro 2020 per la Rai, ha espresso la sua idea su questa posizione e la libertà di inginocchiarsi o meno dei giocatori prima della gara:
“C’è libertà di scelta, ma sarebbe stato meglio vederli tutti inginocchiati”, ha sottolineato l’ex campione della Juventus, oggi imprenditore nel settore della ristorazione, opinionista e commentatore sportivo che non ha mai lesinato quando si tratta di esporsi.
Il gesto ha suscitato non poco clamore sui social e non solo in Italia, dividendo su come e quando e anche sulla motivazione dell’inginocchiarsi o meno in questi campionati europei.
La scelta delle altre Nazionali
Le altre Nazionali non hanno tenuto la medesima linea: se il Belgio partecipa in modo compatto, per esempio i giocatori della Russia sono rimasti tutti in piedi. Sul tema, si è espresso in conferenza stampa anche Romelu Lukaku, l’attaccante belga dell’Inter:
“Io non mi inginocchio soltanto in segno di solidarietà verso la campagna Black Lives Matter. Io sono contro ogni tipo di discriminazione, ad esempio anche quelle di genere sessuale o di altro tipo. Bisogna rispettare tutti, per me è la cosa più importante. I russi non si sono inginocchiati? Non ho guardato a cosa hanno fatto gli altri, anche se poi con me qualcuno della Russia si è scusato”.
La Francia, invece, ha modificato la propria scelta dopo le proteste in patria e hanno deciso di non inginocchiarsi più. Il dibattito si era acceso anche in Inghilterra ed era intervenuto anche il premier Boris Johnson.
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