Notte da dimenticare per l’Italia a Gelsenkirchen: la Spagna domina nel gioco alla Veltins Arena e vince su uno sfortunato autogol nella ripresa di Calafiori, tra i migliori fino a quel punto. Donnarumma tiene a galla gli azzurri, la furia Nico Williams tormenta Di Lorenzo.
- Euro2024: Spagna-Italia, la chiave della partita
- Italia, che cosa ha funzionato
- Italia, che cosa non ha funzionato
- Le pagelle dell’Italia
- Top e flop della Spagna
- La pagella dell’arbitro Vincic
Euro2024: Spagna-Italia, la chiave della partita
Il pressing incessante della Spagna lascia senza fiato l’Italia, priva della qualità e del coraggio necessario per uscire palla al piede dalla difesa contro la pressione degli iberici e vive quasi 90 minuti di apnea, senza mai tirare pericolosamente in porta. Ma gli azzurri perdono anche i duelli individuali: Nico Williams fa la differenza grazie alla sua abilità nell’uno contro uno.
Italia, che cosa ha funzionato
Nononstante le difficoltà, nel primo tempo l’Italia mostra voglia di combattere e fiducia nelle indicazioni di Spalletti. Nella ripresa viene meno anche la grinta, solo nel recupero finali l’Italia prova a raddrizzare l’incontro.
Italia, che cosa non ha funzionato
L’uscita palla chiesta da Spalletti resta tra i desiderata del c.t.: la pressione della Spagna è costante, ma non sempre perfetta, tuttavia gli azzurri difettano nella costruzione bassa e finiscono per rimanere schiacciati. La colpa non è solo dei difensori: troppi gli errori in appoggio di Barella e Frattesi, Scamacca è poco pulito nelle sponde a terra. E quando l’Italia oltrepassa la prima linea degli iberici – spesso per merito di Calafiori -, poi pecca in rifinitura. Nella ripresa la fatica accentua le difficoltà e dopo il vantaggio la Spagna continua a controllare il gioco.
Rivivi le emozioni di Spagna-Italia
Le pagelle dell’Italia
- Donnarumma 7,5: migliore in campo per l’Italia, nella ripresa compie un prodigio su Pedri dopo soli 90’’ che ricorda Buffon su Zidan nella finale di Berlino e altre due parate decisive su Morata e Fabian nel giro di un minuto. Incolpevole sul vantaggio spagnolo, nel finale nega il 2-0 a Baena e Perez.
- Di Lorenzo 5: Chiesa e Frattesi lo lasciano solo nell’uno contro uno con la furia Nico Williams, che ha un altro passo e 10 anni in meno.
- Bastoni 5,5: la sua gara inizia malissimo, prima gli scappa via Nico Williams, poi perde un duello aereo con Morata che per poco non porta al gol di Nico. Si riassesta e cresce, ma dà comunque la sensazione di essere spaesato.
- Calafiori 6: tiene sugli assalti della Spagna e in costruzione è l’unico con le idee chiare. Goffo e sfortunato in occasione dell’autorete, ma anche dopo l’1-0 conserva una certa lucidità.
- Dimarco 5: in affanno su Yamal – e possiamo comprenderlo, considerate le sue caratteristiche – ma nel primo tempo ha almeno 3 occasioni per pennellare col suo ottimo sinistro e invece non incide.
- Barella 5,5: corre tanto, si sbatte e prende anche tante botte, ma dovrebbe dare qualità in uscita e invece si perde di fronte al pressing delle Furie Rosse. Ripresa da frangiflutti puro: troppo poco.
- Jorginho 5: fatica a tenere i movimenti di Pedri e palla al piede non riesce a dare ordine alla costruzione azzurra (dal 1’ s.t. Cambiaso 5: entra per dare man forte a Di Lorenzo, ma dopo poco dalle sue parti nasce l’1-0 avversario. Missione fallita).
- Chiesa 4,5: le poche volte in cui viene servito si intestardisce in duelli con Cucurella che lo vedono quasi sempre uscire sconfitto. Nella ripresa va a sinistra ma contro Carvajal la musica non cambia (dal 19’ s.t. Zaccagni 5,5: prova a scuotere i compagni, che non hanno le energie per seguirlo).
- Frattesi 4,5: la riaggressione spagnola lo manda completamente fuori giri. Sbaglia passaggi in serie o si ostina in percussioni che lo vedono sbattere contro Rodri o i centrali di De La Fuente (dal 1’ s.t. Cristante 5,5: impiega 19’’ per beccarsi il giallo per un pestone su Rodri, si costruisce due buone occasioni in rifinitura ma la sensibilità del destro non è il suo forte).
- Pellegrini 5,5: tra i trequartisti è l’unico a riuscire, in rare occasioni, a posizionarsi alle spalle di Rodri e Pedri e a dare fastidio alla linea difensiva spagnola. Soffre, però, il ritmo alto della gara. Sparisce quando Spalletti lo arretra di qualche metro nella ripresa (dal 36’ s.t. Raspadori SV).
- Scamacca 4: con i centrocampisti iberici che salgono altissimi a pressare, il suo compito sarebbe trovare la posizione dietro di loro e facilitare l’uscita palla, ma trova raramente la posizione giusta e quando lo fa fallisce il tocco per il compagno (dal 19’ s.t. Retegui 5: rincorre i palloni lunghi lanciati dai compagni).
Top e flop della Spagna
- N. Williams 8: perfetto contraltare all’eleganza di Yamal, il 21enne dell’Athletic Bilbao è potente quanto elegante il compagno, elettrico nelle accelerazioni e i cambi di passo. Si divora un gol di testa al 10’, ma crea occasioni a ripetizione con la sua abilità in dribbling, compresa quella che sblocca la gara. E la traversa colpita nella ripresa ancora trema.
- Fabian Ruiz 6,5: a Napoli qualcuno lo criticava per una certa indolenza nel passo, quisquilie per l’andaluso, vero centrocampista totale. Aggredisce, cuce, rifinisce, tira.
- Pedri 6: il piccolo re di un utopico calcio senza porte. Bello, bellissimo, fa tutto a meraviglia, ma si divora due gol clamorosi.
La pagella dell’arbitro Vincic
Il primo tempo di Vincic è il manifesto dell’illogicità delle indicazioni dei vertici arbitrali Uefa: ci sarebbero almeno tre gialli per entrate durissime o in ritardo (Pedri su Pellegri, Le Normand su Barella, Di Lorenzo su Nico) e invece gli unici cartellini sono per le proteste di Donnarumma (per di più capitano) e Rodri. Nella ripresa, ovviamente, cambia metro. Voto 5,5.