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Gravina ammette il fallimento dell'Italdonne e promuove il progetto Italia: quante critiche sul web

L'eliminazione dell'Italia ai Mondiali femminile già dalla fase a gironi accende il dibattito sullo stato del calcio italiano. Ma il presidente della FIGC rilancia, parlando del sostituto della Bertolini e del nuovo progetto azzurro con al centro Mancini

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Alessio Raicaldo

Alessio Raicaldo

Sport Specialist

Un figlio che si chiama Diego e la tesi di laurea sugli stadi di proprietà in Italia. Il calcio quale filo conduttore irrinunciabile tra passione e professione. Per Virgilio Sport indaga, approfondisce e scandaglia l'universo mondo dello sport per antonomasia

Non sono tempi facili per la Federazione Italiana Giuoco Calcio. Dal Mondiale qatariota mancato a quello flop della Nazionale femminile, eliminata già dalla prima fase a gironi senza dimenticare nel mezzo i campionati di Serie B e Serie C che latitano in attesa della definizione dei calendari e delle squadre partecipanti. Nel mirino della critica, naturalmente, ci è finito anche Gabriele Gravina che della FIGC ne è il capo e che dinanzi al fallimento ha dovuto necessariamente metterci la faccia. Proponendo anche soluzioni, nella speranza che nel tempo diano gli effetti desiderati.

Le colpe del flop Mondiale e l’identikit del nuovo allenatore

Partiamo proprio dalla Nazionale femminile, reduce dalle due sconfitte fatali contro Svezia prima (5-0) e Sudafrica poi. Ko che sono costati alla formazione dell’ormai ex Ct Milena Bertolini una precoce eliminazione dalla competizione. Un fallimento pesante da digerire, confermato anche dalle parole dello stesso Gravina: “Abbiamo sbagliato tutti. Chi era in campo, chi in panchina, chi a Via Allegri. Dobbiamo imparare dalla cultura della sconfitta. Anch’io lo faccio, anch’io cerco di imparare. La Federazione ha fatto tutto quello che doveva fare e anche di più per preparare il Mondiale. Ora ripartiamo da questa sconfitta, lunedì incontrerò le azzurre e ci confronteremo. Mi ha fatto piacere il messaggio di Cristiana Girelli, che ha chiarito quello che volevano dire le ragazze“. Intanto è stato tracciato l’identikit del nuovo allenatore con prossimo traguardo Nations League: “Una persona che abbia capacità di dialogo e che possa capire, coccolare, valorizzare la sensibilità delle ragazze sposando il nostro progetto“.

Più poteri a Mancini, responsabile tecnico delle nazionali giovanili

Roberto Mancini è l’uomo dell’Europeo vinto ma anche quello del Mondiale mancato. Naturalmente, in questo caso, ci riferiamo all’Italia dei maschietti che prova a ripartire con un nuovo progetto sempre con l’ex tecnico di Inter e City al timone. Con poteri triplicati, dal momento che prenderà la direzione anche di U21 e U20 in qualità di responsabile tecnico. “Evoluzione più che rivoluzione – stando alle parole di Gravina – perché ripartiamo con idee nuove, ma anche da alcuni punti fermi del nostro progetto tecnico“. “Il Club Italia è una realtà di successo, lo dicono i numeri dal 2018 ad oggi, – continua il numero uno della FIGC a seguito del Consiglio Federale – ma per rimanere al vertice e addirittura migliorare è necessario cambiare, per esplorare nuovi percorsi e saper cogliere i continui aggiornamenti del calcio internazionale. Lo abbiamo fatto con un progetto coerente, che ribadisce l’opportunità, prima ancora che la necessità, di lavorare come una filiera, il cui unico fine è far maturare il talento“.

Gravina sempre ottimista ma nel mirino della critica

Al netto dei toni al solito ottimistici del presidente della Federcalcio italiana, il bilancio degli ultimi anni d’azzurro è assolutamente negativo. In tanti hanno perso fiducia nella direzione assunta dal calcio italiano, aggravata ancor di più da quanto sta accadendo con i vari processi sportivi con quelli riguardanti la Serie B e la Serie C ancora in pending. Sul web i toni sono decisamente pesanti nei confronti di Gravina, ritenuto principale artefice degli insuccessi azzurri ed invitato ad una forte presa di posizione in tal senso. D’altra parte le premesse, quanto meno per le donne, erano decisamente diverse alla vigilia del torneo con la sensazione che il gruppo fosse più competitivo di quanto poi visto in campo.

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