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Italia in Norvegia da outsider: i 4 motivi per cui sono Haaland e compagni la squadra da battere

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Fabrizio Napoli

Fabrizio Napoli

Giornalista

Giornalista professionista, per Virgilio Sport segue anche il calcio ma è con la pallanuoto che esalta competenze e passioni. Cura la comunicazione di HaBaWaBa, il più grande festival di waterpolo per bambini al mondo

I bookmaker vedono l’Italia leggermente favorita nel match di stasera a Oslo contro la Norvegia, probabilmente già decisivo per il cammino degli azzurri nelle qualificazioni ai Mondiali 2026. Eppure ci sono almeno 4 motivi per sostenere che è la nazionale scandinava la squadra da battere nello scontro diretto di oggi.

I quattro motivi della forza della Norvegia: Haaland e l’attacco

“Siamo l’Italia, ai Mondiali andiamo noi”: ecco, questo può essere un atteggiamento altamente rischioso da assumere per un tifoso della Nazionale in vista della partita di stasera contro la Norvegia. Già, perché nonostante i bookmaker diano la squadra di Luciano Spalletti come (lievemente) favorita per la gara di stasera a Oslo, la realtà ci dice che è meglio andarci cauti, per almeno 4 ragioni.

Il primo, il più ovvio, corrisponde al nome di Erling Brut Haaland, “il” bomber per eccellenza del calcio internazionale: inutile dilungarsi sulle sue qualità. Ma dietro di lui, la Norvegia vanta altri due centravanti di alto profilo come Alexander Sorloth (24 reti stagionali con l’Atletico Madrid) e Jorgen Strand Larsen (14 gol in Premier col Wolverhampton). Senza dimenticare il 20enne Antonio Nusa, talentuosa ala del Lipsia. Insomma, il talento abbonda sul mar del Nord.

Odegaard, l’ultimo 10 d’Europa

Capitolo a parte merita il capitano Martin Odegaard, ex bambino prodigio del calcio scandinavo – il Real Madrid lo acquistò quando aveva 16 anni dallo Stromsgodset – ed esploso in maniera definitiva negli ultimi 3 anni all’Arsenal. Odegaard è una mosca bianca, uno dei pochi numeri 10 puri rimasti nel calcio internazionale, un mancino in grado di inventare assist per i compagni dal nulla: qual è stato l’ultimo giocatore prodotto dal calcio italiano ad avere queste caratteristiche? Leader e faro del gioco della Norvegia: prima ancora di Haaland, è di Odegaard che Spalletti dovrà preoccuparsi stasera.

I numeri della Norvegia di Solbakken

Fino a qui ci siamo soffermati sulle individualità, ma il terzo motivo della pericolosità (o della superiorità?) della Norvegia sta nei numeri, che raccontano di una nazionale che attraversa un momento di forma strepitoso. La squadra allenata dal c.t. Stale Solbakken viene da 4 vittorie consecutive tra Nations League – dove ha ottenuto la promozione dalla serie B alla A – e qualificazioni mondiali: spaventoso il dato relativo ai gol fatti-subiti, 18-3. E impressionante è anche il rendimento interno: in casa la Norvegia ha una striscia positiva di 4 vittorie consecutive tra amichevoli e Nations League, con 13 gol fatti e uno solo subito. L’ultima sconfitta risale al 22 marzo 2024 contro la Repubblica Ceca (2-1) seguita dall’1-1 con la Slovacchia di 4 giorni dopo.

La generazione d’oro del calcio norvegese

Infine, ci sono le motivazioni. L’intero paese identifica il gruppo guidato da Haaland e Odegaard come la generazione d’oro del calcio norvegese, un movimento che nella storia del football ha espresso anche ottime individualità, ma mai squadre vincenti: le partecipazioni ai Mondiali sono appena 3, con gli ottavi di finale del ’38 e del ’98 come risultato migliore. La Norvegia ha preso parte solo una volta agli Europei (nel 2000) e il bronzo olimpico del ’36 a Berlino – l’oro andò proprio all’Italia di Pozzo – è l’unico piazzamento da podio di sempre.

La partita di oggi contro l’Italia, dunque, rappresenta un’occasione unica per riscrivere la storia del calcio norvegese: anche di questo dovrà tenere conto la Nazionale di Spalletti quando scenderà in campo.

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