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Italia, l'ex ct Berbizier punge Crowley: "Non alleni gli All Blacks"

Il francese nel 2007 riuscì a far vincere agli azzurri due gare nel Sei Nazioni: "La Nazionale ha bisogno che i suoi atleti giochino all’estero".

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Italia, l'ex ct Berbizier punge Crowley: "Non alleni gli All Blacks" Fonte: Getty Images

A La Gazzetta dello Sport, l’ex ct dell’Italia Berbizier ha analizzato il rugby azzurro di 15 anni fa con quello di adesso: “La differenza è che allora con me in Nazionale c’erano parecchi atleti che giocavano nei club di Francia e Inghilterra, e forse questa è la soluzione che l’Italia dovrebbe adottare anche oggi. I vari Lo Cicero, Festuccia, Dellapé, Parisse, Masi, Mauro e Mirco Bergamasco di fatto vivevano l’alto livello all’estero. Oggi in Italia avete due squadre che giocano la ex lega celtica, Treviso e Zebre. Se non bastano a fornire l’esperienza di alto livello ai vostri giovani, il rugby italiano inevitabilmente non può essere competitivo”

Il c.t. delle due vittorie nel 2007 al Sei Nazioni parla degli Under 20: “Io credo che oggi in Italia ci sia un buon sistema di formazione dei talenti. L’under 20 ha battuto l’Inghilterra, la squadra è buona. L’accesso al livello superiore però è difficile. Il campionato è debole, Treviso e Zebre hanno tanti stranieri e non bastano a dare l’opportunità a questi ragazzi di continuare a migliorare, a lavorare sui punti di riferimento”.

Berbizier ha analizzato anche l’operato del ct Crowley: “Il contatto tra me e i giocatori era costante, con molti di loro ci sentiamo ancora. Avevo fatto un’analisi sulle caratteristiche dei giocatori e del gruppo, sui punti di forza e sui punti deboli e in base a questo avevo sviluppato un metodo. Era un approccio condiviso, che difendevo a ogni costo. Se invece arrivi con un tuo modello e vuoi imporlo a prescindere dai giocatori che hai, allora le cose diventano difficili. Credo che questo oggi sia il caso dell’Italia”.

L’ex ct punge: “Non si allena l’Italia come la Francia. Devi conoscere i punti forti e i punti deboli per costruire un gioco che ti puoi permettere, con degli obiettivi da realizzare. Occorre adattarsi alle qualità dei propri giocatori. Non si può prendere il metodo degli All Blacks e con quello allenare l’Italia. Se Crowley lo sta facendo? Non sono nella sua testa, ma vedendo Italia-Nuova Zelanda a novembre ho avuto l’impressione che volesse giocare come loro. Secondo me non puoi farlo. E poi in quella partita l’Italia poteva essere davanti a metà tempo: c’erano dei calci di punizione piazzabili a favore, si è deciso di andare in touche. L’impressione è che l’Italia voglia fare un gioco al di sopra dei propri limiti, dei mezzi che ha al momento. Magari un giorno potrà farlo, ma ora si espone troppo e ogni volta paga un prezzo molto caro. È sempre lo stesso scenario che si ripete”.

Infine, Berzibier ha avanzato delle soluzioni: “Credo si debbano concentrare le energie. L’Italia è molto presente nel combattimento, nella conquista. Sul piano del coinvolgimento a questi ragazzi non si può rimproverare nulla. Ma devono giocare secondo i propri mezzi, alle qualità di questo momento. Se l’eventuale uscita dell’Italia dal Sei Nazioni è un tema, in Francia? Secondo me si vuole che l’Italia resti, ma bisogna aiutarla. Bisogna accogliere i giocatori nel nostro campionato e permettere loro di crescere. La Nazionale ha bisogno che i suoi atleti giochino all’estero”.

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