La nottata non è passata. Altre ne serviranno a Luciano Spalletti per archiviare questi giorni tumultuosi. Il ct sa che acqua ne dovrà passare sotto i ponti per metabolizzare quanto accaduto. A Raisport l’ormai ex ct parla a cuore aperto, 24 ore dopo l’annuncio dell’esonero, e spiega cosa è successo e cosa farà ora.
Notte insonne per Spalletti
Non sorprende che il tecnico toscano abbia faticato a prendere sonno: “In queste situazioni dipende molto da come sei fatto, che metti nelle cose. Per me diventa difficile prendere sonno quando ti accade una cosa del genere. Tutto mi consuma, nulla mi scivola addosso. Le vittorie più delle sconfitte, figurati che nottata si passa, ma piano piano, con il passare del tempo, si prende atto. Ho fatto delle riflessioni, ma non si può tornare indietro”.
Un parziale mea culpa arriva, ma ci sono anche gli alibi: “Delle scelte fatte sono risultate sbagliate. Non solo perché ho scelto gli uomini sbagliati o perché volevo fare qualcosa di diverso. Non ho avuto la possibilità di avere a disposizione alcuni giocatori fondamentali. Sono successe troppe situazioni lì per lì, al momento; dei risultati che ci hanno portato a giocare queste partite in questo momento. Si è avuto un extra con la finale di Champions, la Norvegia aveva fatto già un rodaggio di due partite, sembra una partita che decide tutto e noi ci siamo arrivati in condizioni pessime”.
La scelta di dire tutto in conferenza
Le modalità dell’esonero hanno sorpreso tutti, perché è stato lui ad annunciarlo? “Ho visto dubbioso Gravina, per cui ho dato grande stima. L’ho costretto a dirmelo. Rimarremo amici, dopo avermelo detto cosa avrei dovuto fare? Avrei dovuto nasconderlo perché dovevano dare loro la notizia? Non funziona così. Faccio così. Oggi sarò più perfetto di sempre nel fare la riunione prima della partita. I calciatori, sono certo, vorranno lasciarmi la possibilità di uscire con una vittoria. Non gli ho mai detto nulla di particolare che li possa aver offeso. Niente!”
“Sono andato in conferenza stampa perché ci sono delle regole. Se qualcuno della Federazione fosse venuto con me, poteva farlo. Che senso avrebbe dire altri due giorni di bugie. Non mi si può chiedere di fare la figura di essere in un’altra condizione rispetto a quella reale. Avrei dovuto fare finita di fare l’allenatore per altri due giorni? Non dire nulla? Sarebbe stato rispettoso verso gli italiani? La forma, non lo so. Credo in questa squadra. Ho fondato il mio cammino sul mio modo di essere”
Il rammarico nasce da una convinzione: “Sono superconvinto che l’Italia sarebbe andata ai Mondiali. Non ho dato le dimissioni, non le avrei date. Tu mi esoneri, io firmo la risoluzione perché i soldi non sono mai stati un problema nella mia carriera, la Nazionale è diversa da un club”.
Il futuro di Spalletti
In tanti hanno già accostato Spalletti alla Juve, che farà l’ex ct adesso: “Tornerò subito ad allenare? Non lo so. Di certo farò il tifo per il mio successore. Spero che il mio successore che trovi la soluzione per andare al Mondiale. Sarei rimasto perché credo di andare al Mondiale. Credo che questa squadra possa arrivarci. Se non dovesse arrivare il primo posto ci sono i playoff per portare a termine l’obiettivo”.
Successore che pare possa essere Ranieri: “Ranieri è un professionista che ha girato il mondo. Sa toccare i tasti giusti. Lo ha dimostrato con la Roma quest’anno. La Federazione sa scegliere. Se fosse lui sarò il primo a fare il tifo per lui. Non sono fatto come gli altri, state tranquilli”.