Luciano Spalletti ha ufficializzato la fine del suo percorso da commissario tecnico della Nazionale Italiana. Durante una conferenza stampa carica di tensione emotiva e dopo aver annunciato il divorzio, il tecnico in lacrime si è alzato in piedi tra gli applausi commossi della platea nella sala magna di Coverciano, visibilmente toccato ma deciso a non lasciarsi andare davanti a telecamere e microfoni. La partita contro la Moldova sarà dunque l’ultimo atto da CT dell’Italia: si chiude il percorso iniziato nell’estate del 2023, dopo l’addio di Roberto Mancini, con un bilancio di 11 vittorie, 6 pareggi e 6 sconfitte. Il retroscena dell’esonero deciso da Gravina.
- Il momento di rottura e il gesto di Gravina
- I retroscena della scelta: tutto deciso in una notte
- Risoluzione consensuale e un gesto di dignità
- L'annuncio 'anticipato' di Spalletti
- Il saluto finale e le parole di Spalletti
- Verso un addio sospeso tra orgoglio e dolore
Il momento di rottura e il gesto di Gravina
L’emozione ha preso il sopravvento quando un giornalista ha chiesto in conferenza stampa se si sentisse tradito. Spalletti, con la voce rotta, ha risposto: “Se mi sento tradito da qualcuno? Ma no… ringrazio Gabriele (Gravina), Giancarlo (Viglione), Marco (Brunelli), Mauro (Vlahovic), Roberto (Coramusi), Emiliano (Cozzi), Gianluigi (Buffon…)” Dopodiché, incapace di proseguire, ha lasciato la sala visibilmente scosso. A quel punto, Gabriele Gravina, presidente della FIGC, lo ha raggiunto per un momento privato, con un gesto di affetto e riconoscenza che ha testimoniato il legame costruito in questi due anni di collaborazione.
I retroscena della scelta: tutto deciso in una notte
Ma torniamo un attimo indietro. Quando è avvenuto dunque l’esonero del CT? Sebbene la separazione fosse nell’aria dopo il pesante 0-3 subito in Norvegia, la decisione è stata presa nella serata di sabato, precisamente alle 23, dopo una giornata intensa a Coverciano. Gravina ha affrontato Spalletti senza giri di parole: era il momento di separarsi, per il bene della Nazionale. Il tecnico ha accolto con maturità la decisione, senza polemiche né richieste particolari.
Risoluzione consensuale e un gesto di dignità
Nonostante si tratti tecnicamente di un esonero, Spalletti ha accettato che la separazione venisse definita come una risoluzione consensuale. Questo implica che sarà retribuito solo fino al 9 giugno, rinunciando a quasi tredici mesi di stipendio.
Nessuna buonuscita, nessuna battaglia legale. Un gesto raro in un panorama in cui molti si aggrappano al contratto fino all’ultimo giorno. Un comportamento che ha ulteriormente accresciuto la stima di Gravina nei confronti dell’allenatore toscano.
L’annuncio ‘anticipato’ di Spalletti
Gravina avrebbe però preferito rendere pubblica la decisione solo dopo la partita contro la Moldova, ma Spalletti ha insistito per parlare immediatamente, evitando ulteriori giorni di speculazioni.
Così è nata una conferenza stampa drammatica, con Spalletti solo davanti ai giornalisti, mentre Gravina gli chiedeva se desiderasse il suo supporto. La risposta del tecnico è stata chiara: preferiva affrontare da solo quel momento difficile.
Il saluto finale e le parole di Spalletti
Nel suo discorso, Spalletti ci ha tenuto comunque a sottolineare l’importanza della sfida imminente con la Moldova: “Vincere e convincere domani sera sarebbe sicuramente importante per aprire nel miglior modo possibile il ciclo a chi verrà a sostituirmi.”
Ed infine ha aggiunto Spalletti: “Io amo questa maglia, amo questo lavoro, amo i calciatori che ho allenato e domani sera gli chiederò di dimostrare quello che io mi sono sempre aspettato da loro, ovvero di dare il meglio di se stessi, cosa che nella mia gestione non sono riuscito a fare perché ho visto molti calciatori sotto le loro possibilità.”
Verso un addio sospeso tra orgoglio e dolore
Nonostante il clima surreale, la squadra scenderà in campo contro la Moldova con il massimo impegno. Spalletti, pur già fuori dai giochi, ha chiesto ai suoi di dare tutto per chiudere con dignità. “Perché ho sempre detto che i miei sono forti, che avrei continuato con loro e che quindi non ho sbagliato a sceglierli”.