Nessuna dichiarazione rilasciata da Filippo Tortu davanti alla Procura di Milano, che l’ha chiamato a testimoniare nell’indagine relativa al presunto spionaggio perpetrato dal fratello Giacomo nei confronti di Marcell Jacbos. Quanto fatto dal velocista sardo è comunque abbastanza comprensibile: essendo parente di un indagato, la scelta fatta dai legali che difendono Filippo è risultata la più logica e scontata possibile. Un elemento che non toglie nulla al processo, dal momento che il duecentista azzurro (nonché membro della staffetta 4×100) è stato considerato da sempre estraneo ai fatti contestati al fratello.
- L'inchiesta Equalize non riguarda solo Jacobs
- Giacomo Tortu "mandante" per scoprire tracce di doping
L’inchiesta Equalize non riguarda solo Jacobs
L’inchiesta Equalize ha vissuto un’altra pagina rilevante nel corso del dibattimento tenuto a Milano, ma la presenza di Filippo Tortu non ha cambiato certo le carte in tavola. Giacomo, suo fratello, è indagato per accesso abusivo al sistema informatico in concorso in un filone dell’inchiesta del pubblico ministero di Milano, Francesco De Tommasi con il sostituto della Direzione nazionale antimafia, Antonello Ardituro.
Secondo l’accusa, Giacomo Tortu sarebbe il mandante della richiesta con cui l’ex super poliziotto Carmine Gallo (peraltro deceduto a causa di un infarto lo scorso 9 marzo) avrebbe commissionato agli uomini del proprio reparto di entrare nel telefono di Marcell Jacobs, prelevando le chat contenute al suo interno. Lo scopo era di andare a caccia di possibili elementi che ne potessero in qualche modo legittimare accuse di doping, così da poterne minare l’immagine agli occhi dell’opinione pubblica a favore del fratello Filippo.
Oltre a Jacobs, sarebbero state fatte ricerche anche sui telefoni del tecnico Paolo Camossi, del manager Marcello Magnani e del nutrizionista Giacomo Spazzioni. Nell’elenco degli indagati risultano anche Lorenzo Di Iulio e Gabriele Edmondo Pegorare, due degli uomini che facevano parte della squadra di Gallo.
Giacomo Tortu “mandante” per scoprire tracce di doping
I fatti risalirebbero al settembre del 2020, quando Giacomo Tortu si sarebbe rivolto ad Equalize (finita poi sotto inchiesta giudiziaria per accesso illecito a banche dati istituzionali) allo scopo di ottenere informazioni su un presunto uso di sostanze dopanti da parte di Jacobs.
L’intenzione era quella di accedere alle analisi del sangue del futuro campione olimpico, dove si sarebbero dovute rintracciare eventuali prove a sostegno della tesi portata avanti da Tortu, poiché all’interno del gruppo sportivo delle Fiamme Gialle (rivale di Jacobs, che corre nelle Fiamme Oro) si avanzavano sospetti dopo i miglioramenti mostrati.
Lo stesso Giacomo però ha sempre tenuto fuori dalla vicenda il fratello Filippo, testimoniando di non averlo mai messo al corrente di quanto stesse accadendo (una tesi che pure Jacobs avrebbe accolto come veritiera). Oggi Filippo s’è avvalso della facoltà di non rispondere, ma l’inchiesta è destinata a proseguire senza indugio.