Italiani, popolo di santi, navigatori e… sprinter. Che solo a dirlo una manciata di anni fa ci sarebbe scappata la risata: tolto Pietro Mennea, per 17 anni detentore del record del mondo sui 200, nessun altro velocista azzurro è mai stato paragonato ai grossi calibri della velocità. Ma da qualche anno il vento è cambiato: se Filippo Tortu ha indicato per primo la via e Marcell Jacobs l’ha percorsa come nessun altro atleta ha saputo fare, adesso la compagnia della velocità tricolore è andata sensibilmente aumentando di numero. Tanto che oltre a Chituru Ali s’è affacciato alla finestra un altro talento appena 20enne che promette di far parlare tanto (e bene) di sé negli anni a venire.
Il nuovo che avanza: Baffour stupisce a Stratford
Se non avete sentito mai parlare di Stephen Awuah Baffour, beh, non state a scuotervi troppo il petto: lui è italiano al 100%, nato a Pomezia il 9 novembre del 2003 da genitori regolarmente immigrati dal Ghana, ma da 8 anni vive in Gran Bretagna, a Coventry, e lì studia e si allena per diventare grande nel mondo dell’atletica, e non solo.
Già da qualche tempo gli addetti ai lavori ne cominciavano a parlare, poi però il vero punto di non ritorno è avvenuto a fine luglio ai campionati italiani Juniores e Promesse, dove il giovane Baffour ha saputo stupire tutti fermando il cronometro a 10”24 praticamente in assenza di vento (+0,3 m/s). Ma domenica scorsa a Stratford-Upon-Avon, in un meeting nei pressi di Londra, ha stupito tutti scendendo a 10”17 (vento +1,7 m/s), stabilendo il quinto miglior crono italiano della stagione dietro Jacobs (9”85), Ali (9”96), Melluzzo (10”12) e Tortu (10”15), nonché il 13esimo all time.
Gli uomini jet e una pattuglia che fa sognare
Baffour è tesserato con il Battaglio Cus Torino, e oltre ad essere atleta nella vita di tutti è anche studente di scienze motorie. A poco meno di 21 anni ha letteralmente cambiato prospettive: nel giro di un anno ha abbassato i suoi tempi di 6/7 decimi, di fatto lanciandosi in una nuova dimensione e avvicinando sensibilmente i crono di gente che ormai stabilmente da qualche anno gravita nell’orbita della staffetta 4×100.
Gente come Jacobs, Tortu, Ali, Melluzzo, Desalu, Patta, Rigali e Simonelli non è più così sola: Baffour ha dimostrato di avere nelle gambe dei tempi davvero interessanti, e il 10”17 stampato a Stratford potrebbe avergli consentito di entrare definitivamente nel novero dei più forti della specialità a livello nazionale (e non solo).
A La Spezia a fine giugno, nella finale degli Assoluti vinta da Melluzzo, Baffour aveva chiuso con 10”29. Nel meeting britannico, oltre a due gare sui 100 metri di notevole rilevanza (la batteria l’aveva corsa in 10”23), il giovane italiano ha disputato anche la gara dei 200, dove s’è messo in mostra con un convincente 20”71, eguagliando il suo primato personale stabilito sempre a fine luglio a Rieti ai campionati italiani Juniores e Promesse. Insomma, la velocità italiana continua a sfornare talenti: in Europa, nessuno come noi.