La storia si fa a Pechino: battendo 7-6 6-1 Carlos Alcaraz, il nuovo fenomeno del tennis mondiale, Jannk Sinner s’è guadagnato l’accesso alla finalissima del torneo ATP 500 della capitale cinese, ma soprattutto s’è regalato per la prima volta in carriera la quarta posizione nel ranking ATP.
Un risultato storico per il tennis italiano, che fa il paio con quello ottenuto nel 1976 da Adriano Panatta. Dopo 47 anni, un altro tennista azzurro entra nella top 4 mondiale, e non è un caso che l’approdo arrivi a seguito di una delle prestazioni più belle offerte dal giovane altoatesino (22 anni compiuto lo scorso 16 agosto) in tutta la sua carriera.
- Alcaraz è imploso sotto i colpi di Jannik
- Battaglia per cuori forti
- La forza di spingersi fino al tie break
- Ma dove la trova l'energia?
- La svolta del match, Carlos alle corde
- In finale contro Medvedev
Alcaraz è imploso sotto i colpi di Jannik
Una vittoria netta contro quello che appariva un rivale insormontabile, ma che è letteralmente imploso dopo aver ceduto il primo set al tiebreak, arrivando a perdere per ben tre volte la battuta nel secondo parziale.
Una rarità assoluta che testimonia da un lato la giornata di grazia di Sinner, che dopo aver faticato nei quarti con Dimitrov (anche a causa di disturbi intestinali: l’immagine di Jannik che vomita nel bidone della spazzatura a metà del terzo set è divenuta virale, facendo letteralmente il giro del mondo) ha risposto con una prestazione da urlo proprio nel giorno in cui tutto sembrava volgere al peggio, pensando ai problemi accusati nella giornata precedente.
Battaglia per cuori forti
Invece Sinner ha venduto la pelle a caro prezzo, pur passando a sua volta per le forche caudine di qualche passaggio a vuoto. Nel primo set, dove sia lui che Alcaraz hanno sottratto per due volte la battuta al rivale, non sono state tutte rose e fiori: il break in apertura piazzato dal murciano è parso il preludio a una partita segnata, dove il ritmo imposto da Carlos ha messo alla frusta nei primi scambi uno Jannik un po’ contratto e poco fluido nella risposta.
Poi però, dopo ave rischiato di finire sotto 3-0, ecco la reazione d’orgoglio con la quale nel quarto gioco riesce a raddrizzare le cose, guadagnandosi due palle break e finalizzando la seconda.
La forza di spingersi fino al tie break
Il game successivo però è di nuovo un piccolo calvario e Alcaraz scappa di nuovo sul 3-2, facendosi però brekkare nuovamente dall’altoatesino nel sesto gioco, quando addirittura non riesce nemmeno a mettere a segno un punto sul proprio servizio.
Da gara di nervi, quella dei due next gen per antonomasia del tennis attuale diventa una sfida più simile a “botte da orbi”: al servizio Sinner non è sempre efficacissimo, ma in qualche modo trova la forza per spingersi fino al tiebreak, anche perché se la prima non funziona è la seconda a toglierlo da parecchi impicci.
Per fare punto bisogna faticare il triplo del normale, ma contro Alcaraz fa parte del gioco: nel tiebreak lo spagnolo parte male, si ritrova sotto 4-1 e poi 5-2, ma con un dritto al fulmicotone risale sul 5-4 recuperando due mini break. Per fortuna il dritto successivo finisce in rete e sul 6-4 e servizio Alcaraz è la risposta (sempre di dritto) di Jannik ad apporre il punto esclamativo su un’autentica battaglia.
Ma dove la trova l’energia?
Il primo set perso malamente incide nella testa di Carlos, che nel secondo comincia male, mostrandosi nervoso. Sinner si guadagna subito tre palle break: le prime due se le vede annullare, ma la terza no e allora le sensazioni cominciano a a farsi decisamente accattivanti.
Deve difendere il break appena conquistato ai vantaggi, annullando due palle del contro break dopo 10’ di estenuante lotta. Il fisico un po’ ne risente: Alcaraz tiene il servizio a zero e poi si guadagna tre palle break nel quarto gioco, ma con 5 punti filati ecco che l’altoatesino riemerge dal pantano dove s’era andato a ficcare.
La svolta del match, Carlos alle corde
È la svolta del match, perché nel quinto gioco lo spagnolo sembra in controllo, ma avanti 40-15 ecco che concede uno spiraglio a Sinner che prima con un bel rovescio e poi con un favoloso dritto al termine dell’ennesimo scambio infinito si procura l’ennesima palla break, puntualmente sfruttata grazie a un altro dritto di pura potenza.
Alcaraz è alle corde, come poche volte era capitato di vedere: vien spazzato via nel sesto gioco, tenuto a zero e costretto a tentare l’impossibile nel gioco successivo, dove va avanti 40-30 ma poi concede tre errori non forzati che sigillano l’ennesima perla stagionale di Sinner.
In finale contro Medvedev
Che adesso in finale (domani ore 13,30, diretta Super Tennis TV) se la dovrà vedere con la sua bestia nera conclamata, quel Daniil Medvedev che nell’altra semifinale ha superato Sascha Zverev, e che nei confronti diretti contro il ragazzo di San Candido è avanti 6-0. Ma non l’aveva mai affrontato prima da numero 4 del mondo: comunque vada, a Pechino s’è fatta la storia. Ma aggiungere un punto esclamativo non sarebbe affatto male, vero Jannik?