Quando nello scorso aprile scoppiò a piangere, dopo un errore marchiano che causò un gol del bomber del Sassuolo Defrel e fu sostituito subito da Allegri, Niccolò Fagioli dovette essere consolato da Pinsoglio e Kostic perché non riusciva a trattenere le lacrime. Oggi però, dopo aver saputo di essere indagato per scommesse online e che rischia anche tre anni di squalifica, il centrocampista della Juventus avrà bisogno del conforto di un po’ tutti in casa bianconera. Ma chi è Fagioli, il babytalento che sembrava un predestinato?
- Fagioli ama tennis ed Nba oltre al calcio
- La gavetta di Fagioli tra Piacenza e Cremona
- Fagioli è cresciuto con Pirlo e si è affermato con Allegri
- Il primo gol in A col Lecce lo fece conoscere a tutti
- Da regista o da mediano, tutti i ruoli di Fagioli
Fagioli ama tennis ed Nba oltre al calcio
Fagioli è un grande appassionato di tennis e ci ha giocato a lungo prima di dedicarsi esclusivamente al pallone e ancora oggi con il completo da tennis e la racchetta sa dire il fatto suo. Suo padre Marco Fagioli ha raccontato che nella cameretta di Nicolò non c’erano poster ma “soltanto palloni e palline da tennis”. Tra i suoi tennisti preferiti c’è Andrey Rublev, al quale ha anche strappato una foto insieme. Inoltre Nicolò è un appassionato di basket, e non è raro vederlo con addosso la divisa di squadre NBA o citare grandi campioni come Michael Jordan.
La gavetta di Fagioli tra Piacenza e Cremona
Il Guardian ci ha avevo visto lungo prima di tanti altri: nel 2018 il giornale inglese aveva inserito Nicolò Fagioli tra i 60 talenti migliori del mondo – uno dei tre italiani, insieme a Salcedo e Pellegri. Piacentino doc, le stimmate del predestinato a sentire tutti quelli che lo hanno allenato – Fagioli ha fatto una breve ma intensa gavetta prima di sfondare alla Juve.
Dalle giovanili del Piacenza alla Cremonese fino ai baby della Juve dove ha fatto tutta la trafila, con tanto di spavento un’aritmia che gli fu riscontrata quando era in Primavera. In parallelo, così tanto per dire, la stava facendo anche in nazionale: dall’Under 15, all’Under 17, fino all’Under 19 e all’Under 21 e alla chiamata dell’ex ct Mancini.
Fagioli è cresciuto con Pirlo e si è affermato con Allegri
La prima convocazione in A è stata il 27 gennaio 2019, per una partita di campionato all’Olimpico contro la Lazio. Qualche giorno prima del suo diciottesimo compleanno. Una panchina che gli è anche formalmente valsa lo scudetto, il primo trofeo della sua carriera. Poi l’ex tecnico bianconero Pirlo fin dall’inizio del 2021 ha iniziato a portarlo regolarmente in panchina, fino alla gioia del debutto.
“Vengo da una famiglia di bianconeri, mio papà era della Juve, come mio nonno prima di lui” rivelò Fagioli a Il Foglio. Iniziò a seguirlo l’Inter ma arrivò prima la Juve. I genitori Laura e Marco lo lasciarono andare a 15 anni a Vinovo: “Dopo l’allenamento mi ricordo che mi sono fermato a guardare la prima squadra: erano i tempi di Pogba, Vidal e Marchisio. Sarei rimasto a studiarli per ore”.
Tra Messi e Ronaldo da piccolo aveva sempre scelto Messi, il suo giocatore preferito insieme a Dybala e Pirlo. “Poi ho visto CR7 allenarsi e ho cambiato idea”. Di sè diceva solo fino a poco tempo fa: “Io devo ancora migliorare molto; per esempio sono goloso, mangio un sacco di dolci. In prima squadra queste cose non si fanno; devo imparare anche io”.
Il primo gol in A col Lecce lo fece conoscere a tutti
La svolta nella sua carriera fu il suo primo gol in Serie A, nella sfida contro il Lecce del 29 ottobre della scorsa stagione a soli 21 anni. Un gol “alla Del Piero” che regalò i tre punti alla Juve. Da quel momento Allegri lo ha utilizzato con continuità. Nella passata stagione ha collezionato 37 presenze condite da 3 gol e 5 assist. Ma a Torino erano certi che il suo processo di crescita fosse appena iniziato.
Da regista o da mediano, tutti i ruoli di Fagioli
Non ha mai avuto problemi di ruolo, Fagioli. Li ha coperti un po’ tutti in carriera. Pecchia nell’U23 della Juventus lo spostò dalla trequarti alla mediana, e lo aveva paragonato a Jorginho: «Io ho lavorato con Jorginho che è molto simile a Nicolò, guardate ora dov’è arrivato». Fagioli dice di ispirarsi a Modric, ma di avere capelli più belli.
Non è Del Piero certo, ma non è neanche solo un regista. Tutti erano pronti a scommettere sul suo definitivo salto di qualità in questa stagione, con destinazione anche Nazionale. Ma scommettere, forse, oggi non è proprio il verbo giusto da usare.