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Juventus, Comolli si presenta: il metodo sul mercato, niente scouting, pochi video, l'odio per la mediocrità

Ecco cosa c'è da sapere sulla filosofia di vita oltre che di calcio del 52enne dirigente francese a cui è stata affidata la Vecchia Signora

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Alessio Raicaldo

Alessio Raicaldo

Sport Specialist

Un figlio che si chiama Diego e la tesi di laurea sugli stadi di proprietà in Italia. Il calcio quale filo conduttore irrinunciabile tra passione e professione. Per Virgilio Sport indaga, approfondisce e scandaglia l'universo mondo dello sport per antonomasia

L’era Damien Comolli è di fatto già cominciata in casa Juventus. Ieri il nuovo direttore generale del club bianconero ha guardato la finale di Champions League accanto a John Elkann. Accolto con scetticismo dalla nuova tifoseria, il dirigente francese ha in realtà fatto di tutto nel mondo del calcio partendo dal ruolo di allenatore per orientarsi poi dietro la scrivania. Oggi gli è stato affidato una mansione cruciale per la rinascita della Vecchia Signora.

Da Giuntoli a Comolli: la rinascita bianconera passa oltralpe

Cristiano Giuntoli è già il passato. Si parla ora di risoluzione consensuale con l’ormai ex Football Director della Juventus. Al suo posto ci sarà Damien Comolli con ufficialità attesa per domani. Il racconto che è stato fatto del 52enne francese ha un po’ spaventato i tifosi bianconeri. In realtà tutto va contestualizzato: pur accogliendo l’utilizzo degli algoritmi nella sua professione, non si tratta chiaramente dell’unico parametro di valutazione utilizzato dal nuovo dg di Madama.

Il lavoro da presidente del Tolosa

Partiamo da un presupposto: Damien Comolli conosce il calcio. E lo conosce perché all’interno di questo mondo ha ricoperto praticamente ogni ruolo. La sua ultima esperienza è stata anche la più lunga della sua carriera. Al Tolosa il 52enne di Beziers è stato addirittura presidente con ottimi risultati.

In un’intervista a Excellent Leadership Podcast, il francese ha raccontato così il suo percorso con il club: “Abbiamo creato 54 progetti immediati, cose da fare in un giorno, in una settimana, al massimo nel breve. Poi abbiamo distinto tra progetti strutturali (a lungo termine) e progetti fisiologici (sulla cultura e l’identità). Tutto il club è stato coinvolto. Lo scorso febbraio abbiamo completato tutti e 54 i progetti“.

L’analisi dei dati e l’assenza dello scouting

Arriviamo quindi all’analisi dei dati, sulla quale si è creato enorme dibattito in Italia. E’ vero, Damien Comolli parte da lì per avviare il lavoro di selezione dei giocatori ma non è lì che si ferma: “I dati ci danno un’indicazione sul carattere e la personalità del calciatore, ma non tutto. Noi non mandiamo scout a visionare i giocatori, praticamente mai; lasciamo che siano i dati a fare il lavoro. Guardiamo qualche video, ma non usiamo scout come fanno altri club“.

Poi subentra la seconda fase: “Il nostro capo del reclutamento passa 3-5 giorni con ogni obiettivo finale: va a casa loro, esce a cena, chiede di essere portato al loro ristorante preferito, al locale notturno se ce l’hanno, chiede di incontrare la mamma, il papà, i fratelli, per capire se la loro cultura si integra con la nostra“.

Uno stile compatibile con quello di Tognozzi?

A questo punto la domanda sorge spontanea: il suo lavoro è compatibile con quello di Matteo Tognozzi che invece ha il suo punto di forza proprio nella ricerca di giocatori da visionare dal vivo? Con questo metodo l’ex e forse futuro giovane dirigente bianconero ha scoperto talenti come Huijsen e Soulé le cui cessioni sono uno dei principali banchi di imputazione mossi nei confronti di Giuntoli. Su questo sarà il tempo a fornirci risposte.

Il rifiuto totale alla mediocrità

Dove la filosofia di vita più che di pallone di Comolli ben si sposa con quella della Juventus è nel rifiuto al concetto di mediocrità. Uno dei passaggi più interessanti del neo dirigente della Vecchia Signora è proprio quello sulla selezione del personale dirigente: “Per i leader senior cerco persone più intelligenti di me, più esperte, che siano umili e vogliano imparare da me e dagli altri. Cerco persone aperte, trasparenti, inclusive, che abbiano un forte senso etico, che amino lavorare in squadra e che non pensino che il lavoro sia solo un modo per guadagnare soldi“.

Già perché chi insegue il denaro nella vita “il successo e la cultura non possono esistere”. Da questo concetto deriva quello accennato sulla mediocrità: “Sono le persone che sono motivate dall’obiettivo, dal valore, da una visione più grande, che alla fine costruiscono qualcosa di duraturo. Non sopporto la mediocrità. Se intorno a me ci sono persone mediocri, non possono restare. Non capisco come si possa non essere lavoratori, semplicemente non è nel mio Dna“.

Juventus, Comolli si presenta: il metodo sul mercato, niente scouting, pochi video, l'odio per la mediocrità Fonte: Getty

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