Nicolò Fagioli si mette a nudo in un documentario che uscirà il 26 novembre su Prime Video. Il dramma della ludopatia, l’inferno vissuto quando addirittura trascorreva fino a 12-13 ore al telefono solo per il brivido di scommettere: la testimonianza del centrocampista della Juventus, che è riuscito a sconfiggere i suoi demoni riconquistando anche l’azzurro della Nazionale.
- Juventus, le fragilità di Fagioli in un documentario
- L'inferno vissuto da Fagioli: la testimonianza choc
- Nicolò, la bolla e un futuro forse lontano da Torino
Juventus, le fragilità di Fagioli in un documentario
S’intitola ‘Fragile – La storia di Nicolò Fagioli‘ il documentario che sarà disponibile a partire dal 26 novembre su Prime Video e realizzato in collaborazione con Juventus Creator Lab. Si tratta della terza produzione realizzata insieme dopo ‘Federico Chiesa: Back on Track’ e ‘Giampaolo Sgura in Black & White’: sicuramente, visto l’argomento trattato, è il più delicato.
Il documentario ripercorre tutto il dramma vissuto dal classe 2001 di Piacenza: i sette mesi lontano dal rettangolo verde per la squalifica subita fino al ritorno in campo avvenuto lo scorso maggio in occasione della penultima sfida di campionato contro il Bologna.
L’inferno vissuto da Fagioli: la testimonianza choc
Fagioli riavvolge il nastro e torna al momento in cui ha iniziato a scommettere. “Ho cominciato a puntare sempre di più nell’Under 23: giocavo più soldi del normale” confessa. Quindi scava a fondo nella malattia di cui era diventato schiavo, senza filtri. “No, non giocavo per vincere soldi – afferma -. Non ne avevo bisogno. Scommettevo per l’adrenalina che mi dava: era questo il problema”.
La ludopatia rende ciechi, offusca la mente, fa perdere la ragione. “Nel momento più brutto, arrivavo a trascorrere anche 12-13 ore attaccato al telefono. E passavano come se fossero 2 o 3, perché non ti accorgi del tempo che scorre via veloce”.
Nicolò, la bolla e un futuro forse lontano da Torino
Il centrocampista, che Spalletti ha convocato per l’Europeo in Germania nonostante il lungo stop e sollevando un autentico polverone, continua nel suo drammatica racconto: “Sembrava di vivere in una bolla, non ti accorgevi di niente. Magari mi facevano una domanda e rispondevo, ma dopo un’ora già non ricordavo cosa mi avessero chiesto”.
Intanto il futuro di Fagioli, bianconero dal 2015, potrebbe essere lontano da Torino. Già, come riferisce La Gazzetta dello Sport, il Paris Saint-Germain ci sta seriamente pensando per la riapertura del mercato di gennaio. La Juventus lo valuta non meno di 25 milioni: chissà che non saluti la Mole per approdare ai piedi della Torre Eiffel.