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Juventus, i numeri che condannano Allegri e il parallelo con Pirlo

L'allenatore della Juventus torna nel mirino della critica per aver mandato in campo Paulo Dybala a Venezia: il peggior girone d'andata dei bianconeri dal 1999 e il crollo dei gol realizzati mettono in discussione l'operato della società sul mercato.

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La Juventus si è arenata in Laguna. Contro ogni pronostico e anche contro numeri e statistiche, la squadra di Max Allegri è stata vittima dell’orgoglio del neopromosso Venezia, che dopo aver battuto in casa Fiorentina e Roma ferma pure i bianconeri salendo a quota 16 punti dopo 17 giornate del girone d’andata.

La Juventus e il peggior girone d’andata dal 1999

Già, il numero che fa più impressione è allora proprio questo, quello che vede la squadra campione d’Italia per nove volte consecutive fino al 2020 e l’ultima neopromossa della scorsa stagione separate da appena 12 punti quando mancano due turni alla fine della fase ascendente del campionato: con 28 punti dopo 17 turni la Juventus ha toccato il minimo storico dal 1999 a questa parte, quando i bianconeri ne seppero raccogliere solo 24.

La gioia per l’inaspettato primo posto nel girone di Champions League ai danni del Chelsea è stata quindi presto annacquata dalla prestazione a due volti offerta dalla Juventus al “Penzo”, che ha fatto infuriare Max Allegri.

Quanto infatti la Juve del primo tempo, se non dominante, era parsa di discreta personalità, tanto quella rientrata dagli spogliatoi dopo l’intervallo è stata distratta e svagata, già prima del gol del pareggio di Mattia Aramu, senza poi riuscire a trovare la concentrazione giusta per tornare in vantaggio contro un avversario che nel frattempo si era fatto più aggressivo.

Juventus, Alvaro Morata bomber solo contro le piccole

La Juventus non giocava a Venezia in campionato dal gennaio 2002, quando il 2-1 finale fu firmato da David Trezeguet e Mark Iuliano. Tempi molto lontani, così come ben distante nel tempo era l’ultimo risultato utile del Venezia (gennaio 1999) contro quella la formazione che più volte ha battuto i lagunari in Serie A, ben 16, con 15 ko nelle 17 gare precedenti a quella di sabato.

I successi contro Salernitana, Genoa e Malmoe erano evidentemente stati agevolati dalla ridotta qualità degli avversari. Il Venezia non è troppo superiore alle squadre sopra citate, ma ha messo in partita nel secondo tempo quella grinta che è bastata per mettere a nudo i limiti tecnici e temperamentali della Juventus attuale, incapace di portare dalla propria parte le cosidette “partite sporche”, per dirla con Allegri.

A confermare questo assunto sono le cifre di Alvaro Morata, bomber di serata e autore a Venezia del 30° gol in carriera in Serie A. Un terzo di questi, tuttavia, è stato realizzato contro formazioni neopromosse, un chiaro segnale di come l’attaccante spagnolo, almeno nella sua seconda avventura alla Juventus, fatichi ad essere decisivo contro avversari di valore.

Juventus, Allegri ha 8 punti in meno di Pirlo: con la metà dei gol segnati

Nel mirino della critica sono però finite anche le scelte di Allegri, su tutte quella di rischiare Paulo Dybala, arresosi ad un infortunio dopo appena 12 minuti. “Lo abbiamo rischiato, non stava bene già da mercoledì” ha ammesso Allegri al termine della gara contro il Venezia.

Un errore quasi imperdonabile considerando il rischio corso, quello di perdere l’argentino per un lungo periodo in vista del gennaio di fuoco che attende la Juventus, con le sfide in campionato contro Napoli, Roma e Milan racchiuse in 20 giorni, con in mezzo la finale di Supercoppa Italiana contro l’Inter.

Vero che per quelle partite dovrebbe essere recuperato Federico Chiesa, ma era davvero necessario rischiare Dybala a Venezia? Evidentemente sì, visto il modesto apporto dato da Kaio Jorge, entrato al posto dell’argentino, e visti in generale i numeri impietosi della Juventus in attacco.

Dopo 17 giornate la Juventus ha infatti 8 punti in meno dello scorso campionato, ma con lo stesso numero di reti subite: a fare la differenza sono quindi i 17 gol realizzati in meno, 40 contro gli attuali 23.

Una produzione offensiva di fatto dimezzata. La partenza di Cristiano Ronaldo, autore lo scorso anno di 14 gol a questo punto del campionato, e sostituito dal solo Moise Kean, fin qui deludente a parte pochi guizzi, spiega solo in parte la sterilità offensiva della Juventus, che paga anche un centrocampo privo di fosforo e qualità in fase di costruzione.

Riflessioni alle quali la società non potrà sottrarsi in vista del mercato di gennaio, ultima ciambella di salvataggio per non perdere di vista anche l’obiettivo minimo della stagione, il quarto posto in Serie A.

La Juventus non decolla: i numeri in breve

* 28 – I punti della Juventus dopo 17 giornate (non erano così pochi dal 1999, 24)
* 23 – I gol realizzati dalla Juventus nella Serie A 2021-2022 (-17 rispetto a un anno fa)
* 5 – Le mancate vittorie della Juventus contro le neopromosse nelle ultime 7 sfide
* 10 – I gol di Alvaro Morata contro le neopromosse (sui 30 totali in Serie A)
* 7 – I punti persi da situazioni di vantaggio nella Serie A 2021-2022 (contro Udinese, Napoli e Venezia)
* 11 – Le partite su 17 in cui la Juventus ha segnato al massimo un gol nella Serie A 2021-2022

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