Dopo un calvario giudiziario durato 17 anni, nel 2023 Michele Padovano è stato finalmente assolto dall’accusa di essere un narcotrafficante, piovuta su di lui nel lontano 2006. L’ex attaccante della Juventus ha ripercorso le sue disavventure in un libro, nel quale racconta anche il legame speciale con Gianluca Vialli, rimastogli vicino anche nei momenti più bui.
- Padovano assolto dalle accuse di narcotraffico
- Juventus, Padovano e l’amicizia con Vialli
- Le telefonate di Vialli alla famiglia di Padovano
- L’ex Juventus Padovano e la denuncia sulle carceri italiane
- Padovano e il sogno di fare il d.s. come Giuntoli
Padovano assolto dalle accuse di narcotraffico
Si chiama “Tra la Champions e la libertà” il libro in cui Michele Padovano racconta la sua epopea giudiziaria, iniziata nel 2006 con l’accusa di essere un narcotrafficante. L’ex attaccante della Juventus venne arrestato e in 17 anni ha conosciuto la prigione, gli arresti domiciliari, l’obbligo di firma e decine e decine di udienze, prima che quell’accusa venisse cancellata: assolto lo scorso anno dalla Corte d’Appello di Torino alla fine del secondo processo d’appello.
Juventus, Padovano e l’amicizia con Vialli
Intervistato da Il Bianconero, Padovano ha ripercorso parte delle sue disavventure, raccontando come molti personaggi del mondo del calcio si siano allontanati da lui a causa di quell’accusa. Molti ma non tutti: a suo fianco è sempre rimasto Gianluca Vialli, il suo capitano nella Juventus. “In molti sono scesi dal carro, ma credo che scappare quando le cose vanno male sia un po’ insito nel genere umano, al di là del mondo di provenienza di ciascuno – ha dichiarato Padovano -. La mia famiglia non mi ha mai abbandonato, poi ho conosciuto il valore dell’amicizia vera con Gianluca Presicci (ex calciatore di Modena e Bologna, ndr) e Gianluca Vialli”.
Le telefonate di Vialli alla famiglia di Padovano
Vialli ha seguito costantemente le vicende di Padovano, anche stando vicino alla sua famiglia. “Non passa giorno senza che gli dedichi un pensiero – dice oggi Padovano -. Per me è stato importantissimo, mi è stato vicino anche nei momenti più terribili, non mancava mai di chiamare la mia famiglia dopo ogni colloquio in carcere. Una persona così non morirà mai davvero”.
L’ex Juventus Padovano e la denuncia sulle carceri italiane
Nel corso del suo calvario giudiziario Padovano ha trascorso 3 mesi in carcere, quanto basta per denunciare la grave situazione delle strutture penitenziarie italiane. “Le carceri italiane sono schifose – il giudizio dell’ex calciatore -. È giusto che chi sbaglia paghi, ma la dignità va sempre salvaguardata. Ogni tanto vedo documentari che mostrano celle con le docce, ma dove sono? Per forza che poi la gente non ce la fa… Credo che un Paese civile non debba permettere trattamenti che ledono la dignità. Mi piacerebbe molto fare qualcosa per aiutare i detenuti, quindi se qualche ente o associazione volesse parlarmi di un progetto sarei felice di contribuire”.
Padovano e il sogno di fare il d.s. come Giuntoli
Padovano adesso sogna di rientrare nel mondo del calcio: ha la licenza di direttore sportivo e segue con attenzione il calcio estero. Tra i colleghi ce n’è uno che stima particolarmente: Cristiano Giuntoli. “La persona giusta al posto giusto – il commento di Padovano sul d.s. della Juventus -. Parlo di Giuntoli, l’uomo migliore possibile per questa fase. Ha portato il Carpi dalla Serie D alla A e ha vinto uno scudetto a Napoli. L’anno scorso non ha potuto operare come voleva per le ragioni che sappiamo, ma a breve vedremo il suo lavoro ‘vero’ e finalmente la Juventus tornerà sui propri livelli, magari per provare a vincere che in fondo è sempre l’unica cosa che conta”.