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La Juventus è tornata, rivoluzione silenziosa di Allegri: cosa è cambiato

I cambiamenti di Allegri e la nuova Juve nata in estate: tutto nasce dalla fase di non possesso e dal pressing offensivo, Chiesa intanto è tornato

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Pietro De Conciliis

Pietro De Conciliis

Giornalista

Giornalista pubblicista e speaker radiofonico, per Virgilio Sport si occupa di calcio con uno sguardo attento e competente sui campionati di Serie B e Serie C

La Juventus vince e convince al “Castellani” di Empoli, mettendo in vetrina la rivoluzione tattica studiata e preparata nell’ombra da Massimiliano Allegri, nel corso della pre season. Chiesa e compagni hanno dato prova di essere ancora una volta una squadra molto solida difensivamente e di aver recepito le nuove indicazioni tattiche del tecnico bianconero. Bene nelle due gare in trasferta, meno nel match in casa con il Bologna: ecco cosa è cambiato e dove migliorare.

La rivoluzione di Allegri: come è cambiata la Juventus

In vista del campionato di Serie A 2023-24, Allegri non ha certo abiurato il suo 3-5-2, giocando tutte le amichevoli estive con questo sistema di gioco, affidando le chiavi dell’attacco al tandem Chiesa-Vlahovic. Nei numeri, nessuna alternativa.

Più di una novità, invece, nei movimenti di squadra. Nella fase di possesso, da segnalare molte variazioni sulle corsie esterne, con Weah a tutta fascia sulla destra e Cambiaso che viene dentro al campo sul versante mancino, per consentire a Chiesa di allargarsi quando lo ritiene opportuno. Del resto, il “figlio d’arte” nasce come ala, non come centravanti.

Una mezzala che si inserisce sempre e comunque all’interno dell’area di rigore, per andare a colmare l’eventuale vuoto lasciato da Chiesa al fianco di Vlahovic, e un altro interno in fase di appoggio, con Locatelli pronto a raccogliere eventuali palloni vaganti sulla trequarti offensiva. Una fase di possesso arricchita da uno dei due braccetti difensivi, che si stacca automaticamente sul lato forte per fornire un’alternativa in più all’esterno che pesta la linea laterale e alla mezzala di riferimento. Da un inserimento di Gatti, infatti, è nato il calcio di rigore di Empoli, poi fallito da Vlahovic.

Così, la Juve porta costantemente 6-7 calciatori a ridosso dei 16 metri avversari, creando inevitabilmente pericoli e un numero di palle gol più elevato rispetto alla passata stagione. Con Kostic e McKennie sulle fasce cambiano alcuni movimenti, per caratteristiche, ma non i concetti base.

Il serbo è un giocatore più lineare e costringe Chiesa a rimanere più centrale, per non pestarsi i piedi con l’ex Eintracht, ma ad Empoli si è cercato di attirare ugualmente la compagine di Zanetti sull’out mancino, per liberare spazi invitanti per McKennie e Miretti (spesso imprecisi, ndr).

La fase di non possesso della Juventus: cosa è cambiato

Al di là del bruttissimo primo tempo giocato con il Bologna all’Allianz Stadium di Torino, la Juventus ha lasciato intravedere ottime cose soprattutto in trasferta contro Udinese ed Empoli. Un atteggiamento mai rinunciatario e un baricentro spostato in avanti di almeno 20-30 metri, a confronto con l’ultima Juve “allegriana”.

Da una retroguardia che preferiva difendere bassa, con gli attaccanti costretti a coprire più di una metà campo per arrivare dalle parti del portiere avversario, si è passati ad un pressing ultra-offensivo in fase di non possesso, con costante aggressione dei difensori intenti a costruire la manovra dal basso.

Le due punte della Juve sui centrali avversari, con gli esterni pronti a saltare addosso ai terzini e una mezzala chiamata ad accorciare sul play o sull’interno avversario che viene incontro per farsi dare la palla. Si moltiplicano così gli errori di chi hai di fronte e, conseguentemente, le azioni da gol per gli uomini di Allegri, che si trovano così già a 20-25 metri dalla porta avversaria.

Allegri su Vlahovic e Chiesa

Meccanismi da oliare e un’intesa che comincia a dare i suoi frutti quella tra Vlahovic e Chiesa, senza dimenticare i subentranti Milik e Kean. Lo sa bene Max Allegri, che continuerà ad insistere sull’accoppiata ex viola, nella speranza di ottenere un perfetto mix di velocità e killer instinct.

Oggi abbiamo fatto una buona partita, forse la migliore per ora. Abbiamo avuto tranquillità in fase difensiva e gestione della palla. Gli attaccanti sono stati ordinati. Abbiamo creato tante occasioni, dovevamo fare più gol, ma son cose che vanno migliorate durante l’anno. L’intesa tra Vlahovic e Chiesa sta crescendo, sono contento per Federico che ha trovato il gol, mi dispiace per Dusan che ha sbagliato il rigore. Dusan ha giocato una buona partita tecnicamente, al di là del gol mancato, così come Federico. Anche Kean e Milik sono entrati bene, abbiamo bisogno di tutti.

Nonostante l’assenza di una terza competizione continentale, la Juve ha realmente bisogno di tutti per mettere in pratica quanto provato nel corso dell’ultima estate, considerando il dispendio di energie nella fase di non possesso e l’aggressività della linea difensiva, pronta a spingersi in avanti per accorciare la squadra nel momento in cui gli avversari provano a scavalcare il centrocampo bianconero. Tra novità e certezze, la Vecchia Signora continuerà a lavorare durante la sosta per farsi trovare pronta all’appuntamento con la Lazio di Maurizio Sarri.

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