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Juventus, Marocchi rivela retroscena su atteggiamenti Thiago Motta e scatena la polemica

Dopo il successo col Genoa alla prima di Tudor, altro duro attacco di Marocchi nei confronti di Motta: "Non sono stati colti dei segnali". Web in tilt

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Domenico Esposito

Domenico Esposito

Giornalista

Da vent’anni in campo e sul campo per vivere ogni evento in tutte le sue sfaccettature. Passione smisurata per il calcio e per la sfera di cuoio. Il pallone è una cosa serissima, guai a dirgli di no

Tudor ha debuttato sulla panchina della Juventus con un successo liberatorio di misura ai danni del Genoa. Ma ciò che ha colpito è l’impatto avuto sull’ambiente bianconero dal nuovo tecnico, che, rispetto a Thiago Motta, sembra mettere tutti d’accordo. Intanto continuano a piovere critiche sull’italo-brasiliano: l’ultima bordata è firmata Giancarlo Marocchi.

Juventus, è ancora Marocchi contro Thiago Motta

Nelle ultime settimane l’ex centrocampista della Juventus, oggi opinionista Sky, non è stato affatto tenero nei confronti dell’ormai ex tecnico della Signora. Tanti gli attacchi all’indirizzo dell’allenatore, cacciato dopo le disfatte contro Atalanta e Fiorentina e nel bel mezzo della sosta.

Marocchi ha più volte evidenziato “gli errori pazzeschi” commessi da Motta, come ad esempio quelli di svalutare l’importanza della fascia di capitano e azzerare le gerarchie nello spogliatoio. Ed è proprio sullo spogliatoio che si è soffermato nel corso del post partita di Juventus-Genoa, che Tudor ha vinto grazie al gol griffato Yildiz.

Il confronto tra Bologna e Juve e le avvisaglie

Dall’impresa Champions compiuta a Bologna al fallimento nel capoluogo piemontese: la parabola discendente di Motta si è consumata nell’arco di una manciata di mesi. “A Bologna era stato perfetto e credibile – sottolinea Marocchi nello studio di Sky -. Due terzi dello spogliatoio gli voleva anche bene e, nonostante un terzo non lo sopportasse, tutti lo seguivano”.

Poi aggiunge: “Thiago non parlava con i dirigenti, decideva senza bisogno di relazionarsi, portava avanti quello che pensava lui”. Giuntoli ha scommesso sull’ambizione dell’ex Bologna per dare il via a un nuovo progetto, a una vera rivoluzione. Ma, secondo l’ex calciatore, avrebbe dovuto cogliere dei segnali. “Se lo prendi alla Juve e comincia a dirti ‘non voglio più il portiere, non voglio Danilo, non voglio Chiesa‘, beh, questi sono campanelli d’allarme. Se accetti le sue richieste, sai correre di rischio che si è verificato col suo esonero”.

Polemiche sul web dopo la frecciata di Marocchi

Le dichiarazioni di Marocchi non potevano certo passare inosservate, anche perché Motta è stato un allenatore che ha profondamente diviso la piazza, ricompattatasi solo con il ritorno di Tudor, uno che il bianconero ce l’ha tatuato sulla pelle. “Il fatto che dei giocatori professionisti si rifiutino di dare il massimo in campo (pagati fior di milioncini di euro) perché hanno antipatie nei confronti dell’allenatore è a mio avviso ingiustificabile. La società avrebbe dovuto ribaltare lo spogliatoio” commenta Giuseppe su Facebook.

Durissimo Carlo, secondo cui “la colpa più grande di Giuntoli non è di averlo scelto, ma di non averlo cacciato a pedate nel fondoschiena molto prima”. Francesco non ha dubbi: “Il peggior allenatore che abbiamo mai avuto. Arrogante, presuntuoso: ha distrutto una squadra”.

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