Quando tra un mese tornerà a giocare, chissà se Nick Kyrgios avrà ancora tanto tempo per scrivere su X. Che resta comunque una valvola di sfogo non da poco per provare a esorcizzare la paura di essere rimasto ai margini del mondo del tennis, se non altro perché negli ultimi due anni problemi fisici gli hanno impedito di giocare e rendere al meglio delle proprie possibilità. Ma la squalifica di un mese per doping di Iga Swiatek non poteva certo lasciarlo impassibile: per l’australiano s’è trattata dell’ennesima occasione per minare la credibilità del sistema.
“Il tennis di oggi è una barzelletta”
“Il nostro sport è bello cotto”, cinguetta Nick sul proprio profilo. Si potrebbe tradurre “cooked” anche con “compromesso”, ma la sostanza poco cambia: Kyrgios sostiene che dopo lo stop comminato alla polacca ci sia ben poco da salvare. E poco dopo rincara la dose riprendendo un altro tweet dove accanto alle parole Sinner, Swiatek e ITIA faceva bella mostra di sé una X rossa, come a dire che non funziona niente nel mondo della racchetta in questo periodo storico.
“Il tennis è una barzelletta in questo momento”, si legge nel post.
E Kyrgios, che nei mesi scorsi ha fatto una crociata contro Sinner e contro chi non l’ha voluto sospendere, adesso ne ha anche per la “povera” Swiatek. Tanto da riprendere un altro tweet nel quale si legge: “Uno stop di 30 giorni, e non siamo nemmeno al primo d’aprile. Non prendeteci in giro in questo modo: due numeri 1 che in un anno falliscono due test antidoping e nessuno praticamente fa nulla. Volete anche scegliere quali 30 giorni stare fermi?”.
La scusa buona per farla franca
Nella notte italiana, Kyrgios è tornato nuovamente sull’argomento. E ha voluto ribadire una volta di più che lui, alla buona fede dei colleghi, proprio non vuole credere. “La scusa che tutti noi possiamo usare è che non sapevamo che c’era il pericolo di essere contaminati. I professionisti ai massimi livelli dello sport ora possono semplicemente dire “non lo sapevamo”.
Al netto delle critiche ricevute da molti altri tennisti (Fritz solo l’ultimo in ordine di tempo, che ha chiesto ufficialmente di smettere con le accuse rivolte a Sinner e agli altri giocatori del circuito), è evidente quanto la questione delle mancate sospensioni (a questo punto delle mancate “sospensioni serie”, vedendola dal lato di Nick) abbiano in qualche modo irritato il giocatore di Canberra, che tra qualche settimana è atteso a Brisbane per il rientro ufficiale dopo un lungo stop.
E a quel punto, una volta che si ritroverà dall’altra parte della rete, chissà cosa potrà venirne fuori: paradossalmente a Melbourne al primo turno potrebbe andare in scena anche una sfida tra Sinner e Kyrgios, il che renderebbe la partita qualcosa in più di un semplice incontro. Perché con la lingua (pardon, con la tastiera) Nick ha dimostrato di saperci fare. Ma poi in campo potrebbe essere tutta un’altra storia.