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La coerenza di Vanessa Ferrari: dietro alla sua assenza ai Mondiali di Ginnastica ad Anversa, c'è il progetto Parigi 2024

La campionessa bresciana ha deciso di non partecipare ai Mondiali di Anversa: una volontà di risparmiarsi in vista dei prossimi Giochi Olimpici. Ma non solo: dentro c'è l'essenza di un talento unico della ginnastica

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Il tempo delle scelte, per Vanessa Ferrari, si è imposto quando le aspettative, le attese, le influenze erano più prepotenti. Forse erano facili entusiasmi a suggerire un epilogo diverso, a indurre a sperare e ad alimentare la convinzione che potesse spendersi in questi Mondiali ormai imminenti. Per continuità, per soddisfare il suo pubblico e anche un desiderio di appagamento che non avrebbe alcuna soluzione di continuità con gli ultimi due anni della sua carriera.

Ha conquistato l’alloro, la medaglia d’argento olimpica che mancava a Tokyo e che era divenuta una motivazione a sé, nell’allenamento e nei progetti di questa atleta unica. A 33 anni, ha maturato la convinzione di dover ragionare in funzione delle sue proprie esigenze fisiche. Di quel sogno che impone quattro anni di preparazione e un sacrificio innegabile: Parigi 2024.

Vanessa Ferrari spiega la sua assenza ai Mondiali 2023

Quanto argomentato, in un post che non fa che confermare la volontà di focalizzare preparazione e attività verso un unico risultato, non dovrebbe stupire, se si guarda indietro con coerenza e anche una certa attenzione alle vicende e agli infortuni subiti da Vanessa, nell’arco di una carriera lunghissima e densa di medaglie, elogi. Ma altrettanto dura per via dei problemi fisici che l’hanno attanagliata e provata, anche alla vigilia della partenza per i Giochi Olimpici nipponici.

Ai Mondiali, in calendario tra il 30 settembre e l’8 ottobre, non prenderà parte e, pur non costituendo una sorpresa in termini assoluti, Vanessa ha deciso di spiegare al suo pubblico – sui social – le ragioni della sua assenza:

“Vi faccio il punto della situazione! Prima però torniamo ad Anversa 2013. Dopo la delusione della mancata medaglia Olimpica, bella incazzosa, mi presentai al mondiale sulle note di Tangled Up e conquistai l’argento al corpo libero. Il caso vuole che quest’anno, esattamente 10 anni dopo, i Mondiali si disputeranno proprio ad Anversa. Avrei voluto tornare in pedana in questa occasione, avevo recuperato tutta l’acrobatica di Tokyo, stavo andando forte, per puntare ad un’altra medaglia mondiale e alla qualificazione olimpica per la squadra”.

“Purtroppo però, a giugno, in allenamento, durante uno stacco in pedana ho subito una piccola lesione al tendine d’Achille destro. Questo ha compromesso il percorso di preparazione verso questi Mondiali. Sono abituata a fronteggiare gli imprevisti e sto cercando di sistemare questo problema. Niente Mondiali di Anversa 2023 per me, ma non temete sono al lavoro per programmare il mio rientro appena possibile, in vista del grande obiettivo del 2024!”.

Il suo tendine d’Achille

Il tendine d’Achille, il punto debole anche di Vanessa che l’ha tormentata in questi anni di agonismo ad altissimi livelli per una campionessa capace di smuovere le istituzioni per uno sport che non gode delle abnormi possibilità economiche e finanziarie del calcio, che conosce le difficoltà legate alle strutture, alle palestre. Uno sport minore, eppure grazie al suo talento, al suo apporto e alla sua mediaticità è divenuto celebre, quasi popolare.

Vanessa Ferrari si è misurata, per l’ennesima volta nella sua esistenza, con una piccola lesione al tendine d’Achille destro, che è poi l’ultimo stop in un percorso flagellato da interruzioni simili e dettate da problemi fisici e che, racconta il passato, l’hanno condotta già a sottoporsi a interventi chirurgici.

Vanessa deve recuperare. E scegliere, prendersi il programma giusto per tornare ai livelli che le consentano di gareggiare al medesimo livello delle avversarie ai prossimi Giochi. La Campionessa del Mondo all-around nel 2006 sarà dunque chiamata a un lavoro anche di recupero per inseguire la partecipazione alle Olimpiadi di Parigi 2024: sarebbe la sua quinta presenza, un primato dei tanti nel suo caso, che dovrebbe segnare la chiusura della sua carriera agonistica e proiettarla verso i nuovi progetti che ha incominciato ad impostare.

Negli ultimi due anni, la Farfalla di Orzinuovi ha cercato di non esagerare, di non strafare ammettiamolo e in effetti la sua partecipazione a gare agonistiche non c’è stata affatto, da quel magnifico esercizio che le consentì di conquistare la giuria e di agguantare una medaglia eccezionale, commovente al pari del suo esercizio, perfetto. Sta imparando, o lo ha già fatto, a spendersi con attenzione soprattutto dopo l’intervento a febbraio del 2022.

Fonte: ANSA

Vanessa Ferrari durante l’esercizio a corpo libero che le è valso l’argento ai Giochi

Le pause forzate e il loro prezzo

Una compensazione? Una rivalsa, è questo l’argento di Tokyo? Sarebbe riduttivo riassumere Vanessa e quel senso di disciplina, coerenza e fiducia in una simile semplificazione per il suo talento totale, assoluto: la delusione di Pechino 2008, il doppio quarto posto delle due edizioni successive e infine la medaglia di Tokyo sono comunque episodi – rilevanti -, ma pur sempre eventi circoscrivibili nell’immane carriera di una campionessa che ha saputo innalzarsi al livello di avversarie incredibili e che mai, nella storia della ginnastica azzurra, ha precedenti.

Vanessa è stata capace di così tanto che nessuno mai, prima di lei, è riuscita a rompere il silenzio e con una trasparenza tale sulle omissioni, su quanto era taciuto nella prassi, nella normalità della gestione dell’immagine pubblica di un atleta.

Fonte: ANSA

L’abbraccio dopo il corpo libero: finalmente medaglia olimpica

Ha esibito il suo corpo, le cicatrici come i tatuaggi, i segni della sua esistenza assumendosi l’immane responsabilità di esplicitare anche le fasi di disagio – pensiamo ai disturbi alimentari dei quali ha parlato – e di intraprendere un cammino che altre e altri avrebbero poi seguito.

L’impegno contro gli abusi e i disturbi alimentari

Quando esplose il più grande scandalo legato alla ginnastica, Vanessa Ferrari ha preferito esporsi. E non ricorrendo alla compilazione di frasi a uso e consumo dello scroll di unaa sequenza ininterrotta di messaggi concisi, da post. Ha speso la sua esistenza, la sua malattia, i suoi disturbi alimentari.

““Ho vissuto sulla mia pelle i problemi alimentari, a 19 anni mi hanno mandato in una clinica per l’alimentazione”.

Sui social, che hanno imposto nuovi modelli di comunicazione nello sport e agli atleti in primis, la campionessa ha prediletto un linguaggio netto, diretto: dopo le denunce di abusi psicologici sul tema del peso da parte delle ginnaste della ritmica si è unita alle ragazze che hanno subito rendendo nota la sua vicenda personale:

“Quando sono comparse le prime notizie, non sono rimasta sorpresa. Ho vissuto – scrive sui social – tante esperienze positive ma anche tante negative. Conosco perfettamente questi aspetti – continua -. Ho vissuto sulla mia pelle problemi alimentari: all’età di 19 anni mi mandarono in una clinica e solo dopo un paio di anni sono guarita. Durante la mia carriera fortunatamente però ho vissuto qualche cambiamento nel mio ambiente”.

“Ho avuto modo di confrontarmi – si rilegge in quel post del 9 novembre 2022 – anche con il pensiero di altri ginnasti ed ex ginnasti e spero che finalmente si possa intervenire definitivamente affinché la ginnastica, lo sport che amiamo, senza distinzione di sezioni o di livello sia pulito” precisando come “lo sport sia fatto di sacrifici e di rinunce ma prima di tutto, prima di qualsiasi risultato vengono le persone e la loro salute”.

Due appelli distinti, i suoi: uno all’umanità delle persone “perché penso che debba esserci un confine netto tra severità in ottica di disciplina e cattiveria”, e l’altro a non demonizzare la ginnastica “perché non è prendendo le distanze da un ambiente che le cose cambiano, e perché la ginnastica è un mondo magnifico benché complesso. Sta a noi – sottolinea – proteggerlo”.

Nell’era di Serena Williams, Simone Biles e Naomi Osaka, di una consapevolezza e di una sensibilità crescente verso ciò che prima era taciuto o addirittura nascosto, celato nello sport. Abusi, salute mentale, difficoltà emotive.

Vanessa Ferrari ha deciso prima e con la medesima coerenza di essere diretta, di essere se stessa, anche rischiando in prima persona.

La vigilia di Anversa e l’obiettivo Parigi 2024

Oggi che siamo alla vigilia dei Mondiali di Anversa, ancora una volta, Vanessa è stata sincera con il suo pubblico optando – ormai è consuetudine – di bypassare quei tradizionali canali di comunicazione preferendo i social e i suoi canali ufficiali per condividere una rinuncia che sa, però, di inizio, di nuovo: Parigi è lontana, eppure è vicinissima e sapersi risparmiare al momento opportuno è l’unica scelta praticabile, anche per lei.

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