Giuliano Ferrara sta con Max Allegri. Senza troppi giri di parole, il fondatore del quotidiano “Il Foglio” ha manifestato tutta la sua solidarietà nei confronti dell’ex allenatore della Juventus, esonerato per il comportamento assunto nel corso della finale di Coppa Italia vinta contro l’Atalanta, a cui sono seguiti episodi poco edificanti al termine dei 90 minuti. Tra questi, l’acceso alterco con il direttore di Tuttosport Guido Vaciago. Una reazione che nasconde molte più sfaccettature di quanto si vuol far credere. E il gesto rivolto al Football Director Cristiano Giuntoli, al momento della cerimonia di premiazione di Roma, ne è una chiara dimostrazione.
- Giuliano Ferrara: "Lo stile Juventus è una grande cialtronata"
- Allegri, collera dal sapore di rivalsa
- "Il comportamento di Allegri andrebbe insegnato nelle scuole"
Giuliano Ferrara: “Lo stile Juventus è una grande cialtronata”
Non le manda a dire Giuliano Ferrara, apparso piuttosto infervorato e contrariato sulle pagine de “Il Foglio”, rispetto alla decisione della Juventus di esonerare Massimiliano Allegri, a due giornate dalla fine del campionato di Serie A e all’indomani del successo in finale di Coppa Italia. Per la Juve, questione di stile. Per Ferrara, uno “sbrocco comprensibile“.
“Lo stile Juventus è da sempre una grande cialtronata – si legge nell’editoriale del giornalista romano -. Mai come nel caso di Massimiliano Allegri, licenziato perché si comporta in modo ‘contrario ai valori della società’. Lasciamo stare i risultati dell’allenatore, che tappano la bocca (cinque scudetti eccetera). Il fatto di costume, la saccente lezioncina pedagogica a uno che ha comprensibilmente sbroccato, stufo di essere perculato dalla ‘società dei valori’, prevale su tutto”.
“Ma conciare per le feste e sottoporre a gogna un uomo che fa una sfuriata, – aggiunge – che esprime non ciò in cui dice di credere, i valori, ma quel che è, il suo effettivo valore umorale e carnale di una sera, è un modo di offendere l’amor proprio manifesto di un professionista soffocato dal rancore ambientale, che alla fine esplode e sanziona il tutto minacciando di strappare le orecchie a un giornalista e dando il bando a un collega aziendale, stracciandosi le vesti e turpiloquendo a casaccio nel giorno di una vittoria e dell’addio”.
Allegri, collera dal sapore di rivalsa
Per tanti, se non per tutti, la spropositata reazione di Allegri non ha rappresentato un semplice sfogo nei confronti della squadra arbitrale e delle decisioni prese sul campo da Maresca, direttore di gara della finale di Coppa Italia. In quel burnout, c’era molto ma molto di più. È evidente come il contrasto tra il sovraccarico di pressioni e la soddisfazione per una vittoria dal sapore di rivincita, associata al rapporto mai sbocciato con Cristiano Giuntoli, abbia portato all’implosione dell’Allegri uomo.
“La collera di Allegri – scrive ancora Ferrara – aveva il sapore di una rivalsa a lungo rimandata verso un tradimento, che non è un tradimento di valori ma personale, di serietà professionistica, era lo strepito di un uomo sottoposto alla guerra dei sussurri, a certe spietatezze e volgarità d’apparato che sono tipiche delle stagioni di insania e di autolesionismo certo non estranee alla Juve di questi ultimi tempi”.
E poi precisa: “La collera richiede rispetto, se non solidarietà. Chi s’infuria fuori dalle righe in genere è visitato dalla necessità, da una smania che può perfino avere dell’elegante, del rivelatore, dell’irreprensibile. Ci si ammutolisce davanti al fulmine sgarbato che viene da un dio degli stadi. Anche questa è una questione di etichetta. La società, invece di invocare valori, avrebbe dovuto per eleganza e compostezza mostrare un lieve imbarazzo e risolvere il contratto senza strepito e condanne morali”.
“Il comportamento di Allegri andrebbe insegnato nelle scuole”
Ferrara va oltre, difendendo a spada tratta Allegri e scagliandosi contro la Juventus, che in queste ore ha affidato la panchina della prima squadra a Paolo Montero. Oggi la sfida al Bologna, ma l’esonero del tecnico livornese continua a essere interpretato come una mossa studiata a tavolino, figlia di un comportamento per certi versi umano.
“Il comportamento di Allegri, la sua baldanza e la sua furia, andrebbe insegnato nelle scuole – sottolinea il fondatore de “Il Foglio” – per far vedere a che punto può arrivare, in certi contesti, l’ira repressa di un generale di brigata fortunato alle prese con una diserzione indiscreta, vile e contundente. Invece siamo alle solite del banalismo etichettaro, non sta bene, non si fa, goditi la vita, non reagire, non avere stomaco, le persone a modo non fanno così, tutti contro Allegri. Ma che restituiscano quei cinque scudetti e quelle coppe invece di frignare e condannare in nome dei valori e della moralina comune uno che hanno semplicemente trattato male e gli ha fatto una omerica scenataccia”.