Se mai c’è una beffa, si è materializzata questa sera: proprio Paulo Dybala, ex bianconero, condanna la Juventus a disputare la Conference League. Al netto di quelle che sarebbero state (e saranno) le decisioni della Uefa, sul campo i bianconeri hanno chiuso il campionato al settimo posto proprio in virtù del rigore con cui, nel finale, la Roma ha battuto lo Spezia. Un rigore sul quale ci saranno mari e monti di polemiche, ma che alla fine è stato concesso e realizzato. Roma punti 63, Juventus punti 62: questo ha detto il campo, ovviamente al netto dei 10 punti di penalizzazione inflitti ai bianconeri.
Juve, l’illusione del gol di Chiesa
Almeno stasera, Juventus il suo l’aveva fatto, grazie al gol di Federico Chiesa, che ha smosso l’aria rarefatta di una partita che stava vivendo di folate ma non di un gran ritmo. Va detto che, dopo le sconfitte contro Empoli e Milan, i ragazzi di Allegri hanno infuso nel match il residuo di energie nervose rimaste al termine di una stagione logorante. C’è stata molta sofferenza nel finale, quando i cambi dei due allenatori hanno sortito l’effetto di far avanzare i friulani e arretrate i bianconeri, ma il punteggio è rimasto di 1-0 in favore degli ospiti.
Juventus, il futuro è un’incognita
Ora si aprirà tutt’altro capitolo, fatto di scelte di mercato e strategie societarie, che riguarderanno in primis lo stesso Allegri, poi i giocatori. Andrà via Di Maria, andrà via molto probabilmente Rabiot, Vlahovic è sul mercato e il Bayern è più di un’ipotesi. Ma la Juventus che verrà, dovrà ovviamente conoscere il suo futuro: perché giocare in Europa League, rispetto alla Conference o al non disputare alcuna competizione Uefa, può cambiare molto delle strategie di mercato.
I tifosi della Juve hanno perso la pazienza
Ma per i tifosi è importante innanzi tutto che sia finita questa stagione, e che si riparta con altre idee e, per la maggior parte di loro, con un’altra guida tecnica. Come Andrea: “Una stagione penosa, senza gioco, senza idee, fuori dalla Champions a ottobre, fuori dalla EL per mano di una squadra di mezza classifica spagnola, sbattuti fuori dalla Coppa Italia dall’Inter, in campionato cinque sberle dal Napoli e lontanissimi dalla vetta con o senza la penalità. Bisogna rifondare tutto, partendo dall’esonero del ciuccio in panchina”. Mentre Vincenzo aggiunge: “Qualcuno dovrà assumersi le responsabilità ed inevitabilmente farsi da parte,ma un timido applauso per questi ragazzi credo sia doveroso”. Nicola invece azzarda: “Sto cominciando a pensare che forse la penalizzazione più grande sarebbe la Conference invece di una stagione senza coppe”.
Juve, tifosi sul piede di guerra
Anche Raffaele la vede allo stesso modo: “Settimi ed in Conference League, penalizzazioni o no è stata la peggior stagione della storia della Juventus! Mi auguro di non vedere più questo uomo sulla panchina!”. Anche Francesco esalta soltanto un aspetto: “Stagione disastrosa sotto tutti i punti di vista… Unica nota positiva: i giovani che hanno esordito e giocato, chi più chi meno”. E Fabio si accoda al coro: “Bene , finalmente finita,niente Europa per un allenatore mediocre (compresa la penalizzazione) persi troppi punti a causa di un gioco davvero sterile. Speriamo di leggere la notizia dell’esonero per rinascere e ricostruire la squadra,se non si esonera….disertare lo stadio”.
Tifosi bianconeri in coro: via Allegri
Anche per Pino il refrain è lo stesso: “Cacciatelo via questo ormai ci ha rovinato del tutto non e’ un allenatore e’ un ciuccio senza cervello”. Mentre Fabio mette il dito nella piaga: “La serata delle..cose giuste: Giusto che Fede abbia segnato l’unico gol della serata. Giusto che la Juve abbia finito così come ha iniziato, senza gioco. Giusto non andare in Europa. Giusto che Paulo ci abbia buttato fuori dalla E.L.”. Anche Luca la vede allo stesso modo: “Sinceramente ora spero che l’Uefa ci faccia stare fuori un’anno dalle coppe, perchè andare a giocare la Conference magari anche no! Abbiamo fatto figuracce in Champions ed Europa League, che ci risparmino pure quelle contro squadre mai sentite nominare prima o quasi…”