La Juventus che si appresta a vivere la stagione 2021-2022, iniziata nel peggior modo possibile con appena un punto raccolto in due partite contro Udinese ed Empoli e l’addio di Cristiano Ronaldo a campionato iniziato, ha cambiato pelle su tutti i fronti: campo, panchina e dirigenza.
La novità più accattivante è quella rappresentata dal ritorno in panchina di Max Allegri dopo i due anni di tormentata gestione di Maurizio Sarri e Andrea Pirlo, che hanno sì portato tre titoli, uno scudetto il primo anno, una Supercoppa Italiana e una Coppa Italia il secondo, ma tra la fine della serie consecutiva di titoli tricolori e le cocenti eliminazioni agli ottavi di Champions League si è capito che occorreva tornare all’antico.
Così, in attesa di capire come sarà gestito il primo anno del post Ronaldo, c’è curiosità anche per comprendere qualcosa di più sulla rivoluzione giovane che ha avuto luogo dietro la scrivania, con Federico Cherubini promosso nel ruolo di direttore sportivo al posto di Fabio Paratici.
Il dirigente umbro ha completato così il proprio percorso di crescita passato attraverso una lunga esperienza nel settore giovanile, per poi affiancare nell’ultima stagione lo stesso Paratici.
Compreso il know-how del mercato dei grandi, Cherubini si è subito trovato di fronte una realtà di non facile gestione. Intervistato da ‘Tuttosport’, l’uomo-mercato bianconero ha svelato i meccanismi che hanno portato alla scelta di Moise Kean come sostituto, almeno sul piano numerico, dello stesso Cristiano Ronaldo.
“Quando Cristiano Ronaldo ci ha detto che voleva andare via abbiamo subito pensato di anticipare il futuro. Kean non è il sostituto del portoghese, ma una delle pedine di un piano per continuare a vincere con un progetto diverso. Con la partenza di Cristiano si è chìiuso un ciclo ora puntiamo ad aprirne un altro cercando di dare un segnale: riportare a casa un ragazzo che esce dall’attività di base del club, il segnale che nella Juventus c’è spazio per chi cresce nel settore giovanile”.
“Non è stato piacevole gestire tutto questo a tre giorni dalla fine del mercato, ma margini per trattenerlo non ce n’erano – ha aggiunto Cherubini sull’addio del portoghese – Cristiano non si riconosceva più nel progetto ed è stato giusto farlo partire. Non c’erano margini per la cessione al City, il Manchester United ha tenuto un comportamento esemplare. Fino ad una settimana prima dalla fine del mercato non avevamo avuto segnali su una sua partenza”.
Insomma, la parola chiave è “programmazione”, ma anche continuare a vincere in maniera “sostenibile”.
Per lo stesso motivo a Torino è stata presa in considerazione senza troppa convinzione l’ipotesi di puntare su Mauro Icardi, che sarebbe piaciuto eccome a Max Allegri, ma il cui profilo è poco adatto al nuovo corso della Juventus sia a livello di costi che su quello anagrafico.
Cherubini lascia poi capire di avere avuto un’importante voce in capitolo nella scelta di Kean. Il prodotto del vivaio bianconero, protagonista nell’ultima uscita della Nazionale contro la Lituania, non ha mai nascosto il desiderio di tornare nel club che aveva dovuto lasciare controvoglia due anni fa: “Conosco Moise da quando aveva 14 anni: non è un santo, ma è un ragazzo pieni di valori, maturato negli ultimi anni. È pronto per Max”.
Già, Allegri. Cherubini ha anche rivelato che in società non c’è stata la minima esitazione nel puntare sul tecnico livornese dopo la decisione di esonerare Andrea Pirlo, che era sotto contratto per un’altra stagione: “Allegri è l’uomo giusto al momento giusto per ripartire” le parole del dirigente bianconero, convinto come il nuovo ciclo della Juventus sia già pronto per provare a vincere qualcosa quest’anno, al netto della partenza negativa.