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Brasile: la lettera di Endrick al fratello e le lacrime di Vinicius commuovono tutti

La battaglia contro il razzismo di Vinicius e la lettera di Endrick al fratellino ricordando un'infanzia di povertà: le stelline del Brasile (e del Real) al centro dell'attenzione

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Domenico Esposito

Domenico Esposito

Giornalista

Da vent’anni in campo e sul campo per vivere ogni evento in tutte le sue sfaccettature. Passione smisurata per il calcio e per la sfera di cuoio. Il pallone è una cosa serissima, guai a dirgli di no

La lettera dell’enfant prodige Endrick al fratellino di quattro anni e le lacrime di Vinicius, ferito dagli insulti razzisti di cui ormai è bersaglio da tempo. Entrambi giovani e brasiliani. Entrambi del Real Madrid, anche se il primo approderà al Bernabeu soltanto la prossima estate, al compimento dei 18 anni.

La lettera di Endrick al fratellino: così il calcio ha cambiato la loro vita

Endrick, che ha deciso l’amichevole con l’Inghilterra disputata a Wemley segnando il suo primo gol con la maglia del Brasile a soli 17 anni, ha commosso tutti con una lunga lettera indirizzata al fratellino Noah e pubblicata su The Players’ Tribune. L’attaccante del Palmeiras acquistato dal Real Madrid ha ripercorso la storia della sua famiglia. La povertà che ha segnato la sua infanzia. E la svolta arrivata grazie al calcio. “Nella nostra famiglia non siamo nati ricchi. Siamo nati nel calcio. Quando ho compiuto 15 anni e sono diventato professionista con il Palmeiras, posso dire di aver raggiunto tutto ciò che avevo sempre desiderato nella mia vita – scrive Endrick -. Ho comprato una casa a mamma e sono riuscito a trasferire le nostre due nonne da Chaparral. Avevo raggiunto il mio primo obiettivo: aiutare la mia famiglia ad avere una vita migliore. Che sollievo”.

Endrick e la nuova vita in Spagna con la maglia del Real Madrid

Mancano solo pochi mesi, poi Endrick lascerà il Brasile per trasferirsi nella capitale spagnola, alla corte di Carlo Ancelotti. “Tu verrai con me. Real Madrid: un altro mio obiettivo, l’unico che non ho mai osato scrivere. Quando ero piccolo – continua il classe 2006 di Taguatinga rivolgendosi al fratellino – non avevo un cellulare: prendevo in prestito il computer della mamma e guardavo gli highlights delle partite del Real Madrid dall’età di 7 o 8 anni. Ero ossessionato dalla squadra del 2013-14 con Cristiano, Modric e Benzema, poi su YouTube ho conosciuto i Galácticos e quindi Puskás, Di Stéfano”.

Il regalo di Endrick al fratellino Noah: un futuro senza problemi

“La nostra famiglia ha inseguito il sogno del calcio per tre generazioni – scrive -. Potrai fare ciò che vuoi: il medico o l’avvocato, o forse, visto che stiamo andando in Spagna, il Paese di Nadal e Alcaraz, potrai diventare un tennista professionista. O un calciatore. Puoi solo goderti la vita come vuoi, fratello: questo è il mio regalo per te”. Endrick non dimentica il passato e lo ricorda anche al fratellino. “La vita che stiamo vivendo ora non è nata dal nulla. È stata guadagnata, con duro lavoro e molte lacrime. Se dimentichiamo da dove veniamo, rischiamo di perdere la strada. Non dimentichiamo la storia della nostra famiglia: mamma che mangia il pane vecchio, papà che dorme sotto la biglietteria. Mamma che piange in bagno e papà che fa lo stesso sul divano. Che tu possa tenerlo sempre nel tuo cuore”.

Razzismo, le lacrime di Vinicius jr e la sua battaglia

Da una stella futura del Real Madrid e una che, a soli 23 anni, già illumina il presente dei blancos. Sarà anche un provocatore, come lo definiscono in tanti, fatto sta che Vinicius Junior è da tempo vittima di insulti razzisti. E le lacrime versate nella conferenza alla vigilia dell’amichevole tra il suo Brasile e lo Spagna sono la fotografia di un malessere che ormai fatica a contenere. “È una cosa abbastanza triste: succede ogni partita, ogni giorno. E ogni mia denuncia mi rende molto triste. Lotto affinché in futuro non succeda più a nessuno”. Scoppiato a piangere, Vinicius ha confesso di avere “sempre meno voglia di giocare” perché “nessuno mi sostiene. E la mancanza di sanzioni è la cosa che più mi addolora. Il mio unico desiderio è che tutti abbiano una vita normale. Mi batto contro il razzismo nel mondo”.

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