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Lazio, la protesta degli arbitri contro le violenze subite: si fermano tutti i campionati regionali. Cosa è successo

Mestiere difficile quello dell'arbitro di calcio nei confronti del quale sono diventati troppi gli episodi di violenza. Per questo motivo in una regione si è deciso di fermare tutto per dare un segnale.

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Alessio Raicaldo

Alessio Raicaldo

Sport Specialist

Un figlio che si chiama Diego e la tesi di laurea sugli stadi di proprietà in Italia. Il calcio quale filo conduttore irrinunciabile tra passione e professione. Per Virgilio Sport indaga, approfondisce e scandaglia l'universo mondo dello sport per antonomasia

Uno dei mestieri più difficili al mondo è quello degli arbitri di calcio. I protagonisti sono altri, i calciatori o al massimo gli allenatori che nel tempo hanno acquistato mediaticamente sempre più risalto. Ma per i fischietti se tanto va bene escono dal campo senza fischi o insulti ma nel complesso è un compito a perdere più che a vincere. Con episodi di violenza che non sono certo una novità data la natura talvolta distorta del tifo sportivo. Così nel Lazio hanno deciso di dire basta fermando tutti i campionati regionali per protesta.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso

Troppa violenza: il calcio laziale si ferma. Nel prossimo turno dall’Eccellenza all’Under 14 nel weekend del 7-8 dicembre non giocherà nessuno. Si tratta di una presa di posizione estremamente forte da parte della classe arbitrale, scaturita dopo l’ennesimo episodio che ha visto come vittima Edoardo Cavalieri di Civitavecchia, trent’anni, di mestiere abitualmente fisioterapista, aggredito durante Corchiano-Celere (III categoria, girone A). Prognosi di 30 giorni per l’infrazione del capitello radiale al gomito sinistro.

Maledetta violenza: i numeri contro gli arbitri

Ma questo è soltanto l’ultimo esempio di una lista ahinoi piuttosto lunga. Ricorderete il caso di Bernardini che finì in coma dopo un’aggressione nel novembre del 2018 alla fine del match fra la Virtus Olympia e l’Atletico Torrenova, valevole per il campionato di Promozione. O di Daniele Pozzi che neanche un anno dopo fu inseguito e selvaggiamente picchiato. In totale al 31 maggio erano stati contati 519 casi di violenza in tutta Italia nei confronti degli arbitri. Un numero in preoccupante crescita rispetto al passato.

La decisione e le possibili mosse a livello nazionale

Si era provato a contrastare il fenomeno inasprendo le pene con le recenti modifiche agli articoli 35 e 36 del Codice di Giustizia Sportiva ma non è servito a nulla. Da qui la decisione “insindacabile” presa dopo un incontro con l’Osservatorio Anti Violenza e tutti i presidenti di sezione. “E’ ora di dire basta” ha sentenziato il presidente dell’Aia Carlo Pacifici. E non sono escluse ulteriori mosse: “Non escludiamo inoltre iniziative di sensibilizzazione anche nei massimi campionati professionistici per portare l’attenzione del grande pubblico su un tema che deve essere considerato un problema di tutti e non solo degli arbitri“.

Lazio, la protesta degli arbitri contro le violenze subite: si fermano tutti i campionati regionali. Cosa è successo Fonte: Ansa

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