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Lazio nella bufera, antisemitismo nel derby: identificato tifoso "Hitlerson". Polemica con la Rai

Identificato il tifoso tedesco con la maglia "Hitlerson 88": daspo di 5 anni per l'uomo che aveva indossato l'oltraggiosa t-shirt durante il derby

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Ora il soggetto che indossava domenica scorsa in tribuna, durante Lazio-Roma, l’oltraggiosa maglietta Hiltlerson con il numero 88 – che evoca ricordi dolorosi e inquietanti – è stato identificato dalle forze dell’ordine. Da quel che è stato reso noto, si tratta di un ragazzo tedesco simpatizzante della squadra biancoceleste.

Lazio-Roma: identificato il tifoso con la maglia “Hitlerson”

Il soggetto in questione è stato scovato grazie alla visione dei filmati delle telecamere dell’impianto sportivo, realizzati dal Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica, da parte della Digos della questura di Roma, insieme agli agenti del Commissariato Prati.

Il provvedimento da parte del Questore è stato immediato: nei suoi confronti è stato emesso un Daspo di cinque anni per questo atto vergognoso e che ha toccato profondamente chiunque, dopo la denuncia sui social della presidente della Comunità Ebraica romana, Ruth.

Altri due tifosi banditi a vita

Al tifoso viene contestata la violazione della legge Mancino sull’incitamento all’odio razziale; assieme al presunto tifoso tedesco altri due ultras sono stati identificati ed esclusi a vita dallo stadio dalla stessa società.

La Lazio furiosa per quanto accaduto: il comunicato

Il clamore su quanto avvenuto, ha spinto la società biancoceleste a pubblicare un comunicato che puntualizza l’estraneità del club e della sua dirigenza da quanto avvenuto e dal cittadino tedesco. Ecco il comunicato del club biancoceleste:

“Nel corso della partita di domenica, Lazio-Roma, e nei giorni immediatamente successivi, sono state identificate tre persone che si sono rese protagoniste di comportamenti che nulla hanno a che vedere con il tifo e che manifestano forme di discriminazione e antisemitismo. Grazie alla collaborazione tra la Società Sportiva Lazio, il proprio servizio di sicurezza, gli steward e le forze dell’ordine, anche mediante l’utilizzo delle telecamere di sorveglianza dello Stadio Olimpico, si è proceduto in breve tempo all’individuazione di una persona che indossava la maglia con il numero 88 recante la scritta “HITLERSON” e di altre due che ostentatamente compivano il gesto del saluto romano. Nei loro confronti, una volta concluso l’iter amministrativo degli organi di sicurezza e ottenuta dalla Procura della Repubblica l’autorizzazione al Questore a fornire le generalità dei tre soggetti, la Lazio applicherà con severità il Codice Etico e disporrà il non gradimento quindi l’allontanamento a vita dallo stadio e si costituirà parte civile per la richiesta di risarcimento danni negli eventuali procedimenti penali che seguiranno”.

Lo scontro Lazio-Rai

Altra questione, con punti di incontro estremi riguarda, poi, la polemica scatenata dai tifosi laziali che si sono sentiti toccati da personaggi pubblici in questi giorni.

“Ogni maledetto martedì, un tifoso della Lazio sa già che riceverà un attacco gratuito da parte del servizio pubblico”, questa la polemica. Prima Alessandro Cattelan, poi Claudio Amendola.

La Lazio è finita spesso al centro di dibattiti sempre in chiave ironica, se non negativa e non certo solo per quanto la stessa società si è apprestata a stigmatizzare.

Tutto è partito dalla trasmissione Stasera c’è Cattelan, in onda su Rai 2, dove era andato in scena uno sketch in cui il conduttore, parlando dell’ipotesi dei cori inclusivi, aveva detto: “Sentiremo cantare brani come la mamma del laziale è una sex worker”. Il secondo “attacco” c’è stato ieri. Durante la trasmissione Belve con Francesca Fagnani, Claudio Amendola, parlando del suo ruolo in Caterina va in città, in cui interpreta un laziale fascista, commenta: “Mi è riuscito bene perché li conosco, ho pensato a interpretare uno str***o”.

La replica della Lazio con la vignetta polemica

Il club biancoceleste non ha preso bene questi attacchi, tanto che ha deciso di difendersi postando una vignetta sui suoi canali social.

“Ogni maledetto martedì, un tifoso della Lazio sa già che riceverà un attacco gratuito da parte del servizio pubblico. Belve o pavoni, avanti il prossimo…noi siamo aquile e voliamo alto, sopra le vostre ossessioni. Noi, manipolo di fratelli”.

Lazio nella bufera, antisemitismo nel derby: identificato tifoso "Hitlerson". Polemica con la Rai Fonte: Getty Images

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