Luciano Moggi torna a parlare di Calciopoli. L’ex dirigente della Juventus è infatti il protagonista di una serie di documentari firmati da Netflix con il titolo “Bad Sport – Il lato oscuro dello Sport”. Il dirigente è tornato a parlare dell’estate del 2006 e di come siano andati realmente i fatti respingendo nuovamente le accuse a suo carico.
“In quei giorni mi sentivo abbattuto, come se mi fosse caduta addosso un’intera casa – ha detto il dirigente – quella squadra era il mio capolavoro e in quel momento ho pensato a tante cose. E’ importante che lo dica, ho pensato anche al suicidio ma la religione mi ha insegnato che la vita è fatta di tanti momenti e bisogna andare avanti, combattendo anche quelli brutti”.
La reazione dei social
Calciopoli resta ancora una ferita aperta nel calcio italiana. Da una parte i tifosi della Juventus che sostengono che dietro quella vicenda ci sia un gioco politico e i tifosi delle altre squadre che sostengono invece che quel sistema in realtà non sia mai cambiato. Neanche le parole di Moggi riescono a smuovere gli animi e sui social quelle “lacrime” hanno generato una vera e propria polemica.
“La gente ama restare nell’ignoranza – scrive Michele – dei fatti e del periodo storico in cui accaddero. Fa parte del famoso storytelling a senso unico, che ancora oggi si utilizza a favore di alcuni e contro altri”. Mentre Gabriele scrive: “Il documentario ha ricordato perfettamente quando calciopoli sia stata una farsa”.
Ma la gran parte dei commenti sono contro l’ex dirigente: “Grande Luciano, eroe del nostro calcio che ci ha regalato la Juve in serie B”, e ancora: “Luciano, noi ti siamo vicini e ti saremo sempre grati per quello che hai fatto. Il nostro sogno si è avverato grazie a te che li hai portati in serie B”. Mentre c’è chi scrive che per Moggi le cose non sono cambiate dopo calciopoli: “E’ tornato alla grande a fare comparsate e a scrivere sui giornali come se nulla fosse”.