L’importanza degli investimenti e la capacità di spesa sono diventati un punto importante per i club europei.
Da quando nella geografia del calcio si è iscritta, in maniera prepotente, anche l’Arabia Saudita si sottolinea sempre più quanto sia il vile denaro a fare la differenza per acquistare giocatori di prima fascia e permettere ai club di costruire rose di livello.
Per fortuna degli appassionati non si tratta di un’equazione esatta secondo cui a maggiori investimenti corrispondono conseguenti vittorie.
Se così fosse non saremmo in grado di vivere e raccontare la bella storia del Girona che sta impressionando ne LaLiga o del Bologna capace di insidiare le prime posizioni di classifica in Serie A (solo per fare due esempi recenti).
Lo stesso Napoli, Campione d’Italia la scorsa stagione, si è contraddistinto nell’era De Laurentiis per investimenti oculati (e non per forza poco dispendiosi, come conferma l’acquisto di Osimhen per esempio) e scelte che hanno sempre strizzato l’occhio alla sostenibilità di medio-lungo periodo.
- L'inserimento dell'Arabia Saudita
- La Top10 delle squadre più preziose al mondo
- Dove sono le italiane in classifica
L’inserimento dell’Arabia Saudita
L’inserimento dell’Arabia Saudita, che con ingenti capitali è riuscita ad attirare nella Saudi Pro League campioni del calibro di Benzema e CR7 solo per citarne due, ha cambiato gli equilibri del calcio mondiale e aumentato la competizione a livello di calciomercato.
La visione dell’Arabia fa parte però di un processo più ad ampio raggio, cominciato anni fa, che vuole trovare la sua sublimazione nell’organizzazione del Mondiale 2034.
Nonostante gli ingenti investimenti provenienti dall’area MENA, in taluni casi più per gli stipendi faraonici che per l’acquisizione dei cartellini, il calcio europeo è riuscito a mantenere alta la sua competitività e ad affermarsi come un prodotto che gode ancora oggi delle rose più preziose al mondo.
Il valore attuale delle rose dei club, per cui Transfermarkt rappresenta un importante parametro (anche se talvolta “abusato” e mal interpretato anche in ambiti legislativi a parere di chi scrive), pone in Top10 i soli club europei con la Premier League a comandare.
Ma non manca qualche sorpresa.
La Top10 delle squadre più preziose al mondo
Come detto è il campionato inglese a comandare la classifica.
- Manchester City: 1,29 miliardi (Premier League);
- Arsenal: 1,11 miliardi (Premier League);
- PSG: 1,03 miliardi (Ligue1);
- Real Madrid: 1,03 miliardi (LaLiga);
- Chelsea: 983,8 milioni (Premier League);
- Bayern Monaco: 931,95 milioni (Bundesliga);
- Liverpool: 866,6 milioni (Premier League);
- Barcellona: 862 milioni (LaLiga);
- Manchester United: 795,25 (Premier League);
- Tottenham: 754,8 milioni (Premier League).
Dati in milioni di euro
Analizzando la graduatoria sorprende il fatto che al secondo posto ci sia l’Arsenal, davanti a colossi come PSG e Real Madrid.
I Gunners pagano, positivamente, la faraonica campagna acquisti estiva che ha portato all’Emirates giocatori come Rice e Havertz, oltre alla crescita di valore di un talento come Bukayo Saka (120 milioni di valutazione).
Osservando la classifica il Real Madrid si certifica come uno dei club con la rosa più preziosa al mondo anche grazie all’oculatezza dei suoi investimenti negli ultimi anni.
Una strategia diversa rispetto a quella di inizio anni 2000, in cui Perez divenne famoso insieme al Real per il progetto Galacticos che ha poi spianato al strada alle spese folli del calcio europeo, puntando su giovani talenti in grado di rappresentare il futuro dei Blancos per i prossimi 10 anni (in attesa di Endrick, già acquistato e pagato 70 milioni di euro).
Tra le prime 10 in classifica il 60% dei club proviene dalla Premier League, e il dato non sorprende. Sorprendono, in taluni casi come detto per l’Arsenal, le posizioni in graduatoria e la distanza tra il City e il Tottenham.
La rosa di Guardiola, infatti, vale il 90% in più di quella degli Spurs.
Dove sono le italiane in classifica
Per trovare le squadre della nostra Serie A bisogna allargare l’analisi alle prime 20 posizioni con il Napoli al 13° posto, l’Inter al 14° e il Milan al 16°. Fuori dalla Top20 la Juventus (23a) e la Roma (27a).
Prima delle italiane, dopo le prime 10, compaiono anche Newcastle (11°) e Aston Villa (12°), a riprova della potenza economica della Premier League.
Le squadre della nostra Serie A faticano a tenere il passo dei club inglesi, una conclusione che si evince anche dai numeri presentati da Transfermarkt.
Quanto valgono le rose della Serie A
All’interno della Top50 troviamo 8 club italiani, in posizioni però più basse della classifica e con davanti anche club portoghesi e tedeschi, oltre ovviamente alle onnipresenti inglesi.
13° Napoli: 587,75 milioni;
14° Inter: 563,35 milioni;
16° Milan: 543,25 milioni;
23° Juventus: 421,6 milioni;
27° Roma: 362,15 milioni;
33° Atalanta: 326,1 milioni;
43° Fiorentina: 251,75;
45° Lazio: 244,53 milioni.
Tornando alle squadre del calcio arabo, è importante sottolineare come le squadre italiane sopra riportate siano davanti ai club della Saudi Pro League.
La prima squadra araba in classifica è l’Al-Hilal al 50° posto con un valore della rosa di 222,33 milioni di euro, con Neymar, Ruben Neves e Milinkovic-Savic come pezzi pregiati per la valutazione odierna loro attribuita.
La minore capacità di spesa delle squadre di Serie A viene evidenziata da questa classifica ma questo non si traduce automaticamente ad una minore competitività.
Risulta però essere un punto importante non perdere ulteriore terreno rispetto, soprattutto, ai club inglesi per non creare un divario che ad oggi sembra già essere incolmabile.
Come ribadito in diverse occasioni, le possibilità di crescita del nostro campionato e conseguentemente dei club passa per un processo di investimenti infrastrutturali e di sistema che possono portare ritorni importanti nel medio lungo termine.
La ricerca, talvolta spasmodica, di raggiungere risultati a breve termine si traduce nella maggior parte dei casi in passi più lunghi della gamba (vedi per esempio il caso CR7-Juventus) che spesso non rendono fruttuoso l’investimento.
La crescita della Serie A su mercati internazionali e strategici, come USA, Cina e area MENA, è comunque evidente negli ultimi 5 anni ma adesso arriva il passo più importante: cercare di puntare la Premier League che rappresenta e si consolida come il miglior riferimento per lo sviluppo della football industry.