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Leonardo Menichini: un allenatore sempre pronto a stupire

Storico vice di Mazzone con cui ha allenato stelle come Baggio e Totti, Leonardo Menichini ha una lunga carriera da raccontare.

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Claudio Cafarelli

Claudio Cafarelli

Giornalista

Classe 1985: SEO, copywriter e content manager. Laurea in Economia, giornalista pubblicista.

Leonardo Menichini: un allenatore sempre pronto a stupire Fonte: Getty Images

Il nome di Leonardo Menichini è legato indissolubilmente a quello di Carlo Mazzone. Insieme ad uno dei decani del nostro calcio, ha collaborato per ben 12 anni come viceallenatore accompagnandolo in moltissime sue avventure ed esperienze calcistiche, ma anche di vita. Il loro rapporto è durato dal 1991 al 2003 e con una breve parentesi nel 2006.

Insieme hanno lavorato a Cagliari, Roma, dove ha avuto a che fare con un giovanissimo Francesco Totti, lanciato proprio in quegli anni sul palcoscenico della Serie A, di nuovo Cagliari, Napoli, Bologna, Perugia, Brescia e Livorno.

Con la squadra lombarda ha avuto la possibilità di lavorare anche con Roberto Baggio, giunto alla fine della sua carriera ma ancora decisivo per il destino delle rondinelle. Ed è proprio grazie al Divin Codino che Mazzone, e indirettamente Leonardo Menichini, si sono resi protagonisti di uno degli episodi più iconici del calcio italiano.

Era il 30 settembre 2001, data incisa nella mente di tutti gli appassionati di calcio e di Serie A, quando Menichini, con l’aiuto di altri collaboratori dello staff del Brescia, ha provato, senza però minimamente riuscirci, a fermare la folle corsa di Carletto Mazzone. Dopo il 3 a 3 segnato da Baggio, nel derby contro l’Atalanta, l’allenatore romano decise di andare sotto il settore occupato dai tifosi bergamaschi, rei di averlo insultato e sbeffeggiato in più di un’occasione nel corso dei 90 minuti. Una scena che è rimasta impressa e scolpita nella memoria di molti e non avrebbe potuto essere altrimenti, vista la sua iconicità e i personaggi coinvolti.

Ma Leonardo Menichini non è solo questo, anzi. C’è una storia da raccontare prima e dopo la lunga esperienza con Carletto Mazzone. Infatti, è stato un buon calciatore tra gli anni 70 e 80 e successivamente è diventato primo allenatore togliendosi grandi soddisfazioni alla guida in particolare di Salernitana, Reggiana e Monterosi.

Leonardo Menichini allena la Lazio Fonte: Getty Images

Menichini calciatore: la Roma e l’incontro con Mazzone

Nativo di Ponsacco, in provincia di Pisa, Leonardo Menichini è stato un difensore vecchio stampo impiegato sia come libero che come stopper duro e puro. Dopo la trafila nelle giovanili della Fiorentina, ha debuttato nella rosa dei viola nella stagione 1972-1973 senza però mai scendere in campo. Per trovare la giusta continuità passa alla Romulea dove mette insieme 34 presenze.

Arriva poi la chiamata del Verona dove però non riesce a scalare le gerarchie con sole 2 presenze all’attivo ma la stagione è da incorniciare per gli scaligeri che conquistano la promozione in serie A. La titolarità arriva l’anno successivo con il Novara, 29 partite giocate in campionato e il rammarico per una promozione sognata e sfiorata. Decisiva fu infatti la partita contro il Catanzaro disputata il 17 giugno a campionato già concluso, sfida rigiocata a distanza di mesi per una irregolarità della direzione di gara.

La partita fu a senso unico per i calabresi e relegò il Novara al sesto posto finale in classifica. Proprio Menichini, squalificato per due giornate, non fu nella gara che condannò la sua squadra alla permanenza in B. L’ottimo campionato però convinse la Roma a puntare su di lui, in quell’annata in rosa arrivarono anche Walter Sabatini, Agostino Di Bartolomei e Bruno Conti. 29 le presenze in stagione per Menichini e un settimo posto finale per la squadra allenata da Nils Liedholm.

Nella stagione successiva sono ancora 29 le partite giocate dal difensore ma la squadra non migliora la posizione in classifica, anzi termina il campionato all’ottavo posto. Per Menichini è il momento di lasciare la Roma e trasferirsi al Catanzaro allenato proprio da Carlo Mazzone. In squadra ci sono tra gli altri Claudio Ranieri, Gianni Improta e il bomber Palanca che con 18 gol è il miglior realizzatore stagionale.

In Coppa Italia i calabresi si fermano in semifinale perdendo il doppio confronto con la Juventus, mentre in campionato si piazzano al nono posto grazie ai 28 punti conquistati. Si tratta della prima salvezza in serie A per il Catanzaro, un grande traguardo per la società e per lo stesso Menichini che proprio in quella stagione lega con Mazzone.

Nella stagione successiva i risultati non premiano la squadra, per il difensore di Ponsacco un’altra stagione da titolare che però si chiude con la retrocessione sul campo cancellata dallo scandalo del Totonero che condannerà Lazio e Milan alla serie B e permetterà al Catanzaro di mantenere la categoria.

Nell’anno successivo il cambio di proprietà rianima l’ambiente e con Tarcisio Burgnich alla guida, la squadra diventa la rivelazione del torneo chiudendo al settimo posto e restando per una settimana al primo posto in classifica, prima volta nella storia della società. Menichini è uno dei leader dello spogliatoio e anche in questo campionato si conferma elemento affidabile.

Dopo un triennio in Calabria, Mazzone lo vuole all’Ascoli e così diventa imprescindibile per la difesa marchigiana. Nella prima stagione arriva un sorprendente sesto posto, poi nell’annata 1982-1983 una salvezza all’ultimo respiro nello spareggio contro il Cagliari all’ultima giornata. L’anno successivo i gol di Juary assicurano un buon decimo posto con Menichini sempre utilizzato da Mazzone, ma il progetto si conclude nella stagione 1984-1985.

L’Ascoli non riesce a confermarsi su buoni livelli, Mazzone viene esonerato dopo poche giornate e la squadra, nonostante i cambi in panchina, retrocede. Menichini lascia così la squadra marchigiana e conclude la sua carriera con la maglia della Triestina. In due anni arrivano un beffardo quinto posto, ad un passo dalla promozione in serie A e un tranquillo undicesimo piazzamento nella stagione 1986-1987 che sancisce l’addio al calcio giocato di Leonardo Menichini.

Menichini allenatore: un vice di fiducia

A tre anni di distanza dalla sua ultima partita giocata, l’arcigno difensore è pronto ad intraprendere la carriera da allenatore. La prima esperienza è al Riccione poi segue Mazzone per 12 anni prima del debutto come primo allenatore. L’Ancona, neopromosso in serie A, sceglie proprio Menichini per la panchina ma l’avventura è breve e tutt’altro che idilliaca. L’esonero arriva dopo solo quattro giornate.

Dopo un anno di pausa, arriva la chiamata della Torres in Serie C1: sostituisce Salvo D’Adderio e guida i sardi fino alla salvezza. Nello stesso anno arriva anche la prima esperienza all’estero per lo storico vice di Carletto Mazzone, guida infatti il Tirana in Albania ma nonostante il secondo posto in classifica viene esonerato a novembre. Dopo una breve parentesi ancora con Mazzone al Livorno dove ricopre il ruolo di collaboratore tecnico, ottiene finalmente le sue prime grandi soddisfazioni come primo allenatore.

Nell’aprile 2008 Leonardo Menichini viene scelto dal Lumezzane in Serie C2 per sostituire Mario Petrone e in quell’anno arriva la promozione in C1 grazie al terzo posto in classifica e alla vittoria ai playoff prima contro il Rodengo Saiano e poi con il Mezzocorona. Gli ottimi risultati proseguono anche nelle stagioni successive: nel 2008-2009 mantiene la categoria, l’anno seguente conquista la Coppa Italia di Lega Pro, primo trofeo da allenatore, arriva agli ottavi di finale di Coppa Italia, maggior risultato mai ottenuto nella coppa nazionale, e conclude il campionato al sesto posto.

Leonardo Menichini allena il Grosseto Fonte: Getty Images

Menichini: gli anni in Serie B e l’avventura alla Lazio

I due anni e mezzo con il Lumezzane aprono le porte della serie B a Leonardo Menichini che il 17 giugno 2010 è ingaggiato dal Crotone. Con i calabresi però le cose non vanno come sperato. Dopo tre sconfitte casalinghe, è esonerato poi qualche mese dopo, visti i risultati negativi ottenuti dal sostituto Corini, viene richiamato giusto in tempo per conquistare la salvezza grazie all’undicesimo posto in classifica.

Sembra l’inizio di una nuova avventura entusiasmante con Menichini che si guadagna la riconferma anche per la stagione successiva ma nel gennaio 2012 dopo quattro sconfitte consecutive arriva nuovamente l’esonero.

Le esperienze a Grosseto e a Pisa non permettono all’allenatore di riscattarsi ma la svolta arriva ad agosto 2014 quando viene chiamato dalla Salernitana di Lotito e Mezzaroma. Menichini sostituisce Mario Somma in rotta con la società prima ancora dell’inizio del campionato. La partenza è quindi ad handicap ma bastano poche partite per trovare l’amalgama giusta e candidare la Salernitana tra le favorite alla promozione.

Dopo alcuni scontri diretti vinti, i granata danno vita ad uno splendido testa a testa con il Benevento che viene sconfitto il 7 marzo all’Arechi con un netto 2 a 0. La vittoria permette alla squadra di Leonardo Menichini di conquistare la vetta e festeggiare successivamente, a tre giornate dalla fine, la promozione in serie A. Nonostante l’obiettivo raggiunto, l’allenatore viene esonerato per poi essere richiamato a febbraio 2016 con la squadra in piena lotta per non retrocedere.

L’esperienza di Menichini si fa subito notare con scelte ben precise e intuizioni che risollevano la squadra: 4-4-2 conservativo e coppia d’attacco composta da Coda e Donnarumma. Arriva la svolta, la Salernitana conquista un insperato quintultimo posto e ai playout batte nettamente il Virtus Lanciano ottenendo la permanenza in serie B. Anche in questo caso però non arriva la conferma.

Decide così di accettare l’offerta della Reggiana che nel corso del campionato di Lega Pro chiede il suo aiuto per conquistare la serie B. Leonardo Menichini sostituisce Leonardo Colucci, raggiunge il quinto posto del girone B ma viene eliminato nelle semifinali playoff. Nel 2017-2018 la stagione è da dimenticare con un esonero alla settima giornata.

Passa quasi un anno in attesa poi Menichini viene nuovamente chiamato dalla Salernitana. A maggio 2019 sostituisce Angelo Gregucci con una squadra a ridosso della zona playout a una giornata dal termine. Nell’ultima partita con il Pescara arriva una sconfitta per 2-0 e la condanna ai playout.

I granata però sorprendono nella doppia sfida e grazie alla vittoria ai rigori nella gara di ritorno (2-4) contro il Venezia centrano la salvezza. Anche in questo niente conferma ma per lui arriva l’offerta di Lotito, patron all’epoca della Lazio e della Salernitana, di ricoprire il ruolo di allenatore della squadra primavera dei biancocelesti.

Due gli anni trascorsi sulla panchina della Lazio con risultati altalenanti anche a causa di un’esperienza minata dalla pandemia. Nella prima stagione la Lazio si ferma all’undicesimo posto in campionato prima della sospensione per il COVID-19, mentre la stagione successiva, pur arrivando in finale di Coppa Italia, poi persa contro i pari età della Fiorentina, la squadra capitolina si è ritrovata in piena lotta per non retrocedere, con il tecnico toscano che è stato a quel punto esonerato nel finale di stagione. L’esperienza con la Lazio però fa da apripista ad un nuovo capitolo da allenatore nella carriera di Leonardo Menichini.

Menichini e l’incredibile cavalcata con il Monterosi

Il 10 novembre 2021 viene scelto dal Monterosi Tuscia per sostituire David D’Antoni, l’arrivo di Menichini coincide con un rimpasto societario con il patron Capponi che ha lasciato la presidenza a Ione Giacchetti. Con la squadra laziale inizia così una cavalcata trionfale: la squadra sorprende tutti e mette in mostra un gioco arioso e divertente. A fare la differenza è in particolar modo la verve realizzativa di Rocco Costantino, autore di 13 reti ma tutta la squadra, sotto la guida di Leonardo Menichini, riesce a tirar fuori il meglio andando spesso oltre i propri limiti.

La stagione 2021/2022 è senza alcun dubbio di buon livello con una regular season chiusa al nono posto e con la conseguente qualificazione ai playoff per la Serie B. Un risultato a dir poco storico per il Monterosi che però nel percorso agli spareggi paga l’inesperienza e cade al primo turno con il pareggio per 2-2 contro la Virtus Francavilla, promossa al secondo turno grazie al miglior piazzamento in classifica.

L’ottimo rendimento spinge la società a confermare Leonardo Menichini anche nella stagione 2022/2023 ma il Monterosi è colpita da problemi societari. A fine settembre 2022, dopo che erano sorte complicazioni nell’individuazione del campo interno, comportando il trasferimento delle gare casalinghe da Viterbo a Pontedera, città situata a circa 300 km a nord della sede sociale, Luciano Capponi ha annunciato il proprio disimpegno dal club lamentando in particolare l’assenza di sponsor e la mancanza di supporto da parte dell’amministrazione comunale di Monterosi, in primis a livello infrastrutturale.

A gestire la fase di transizione verso l’individuazione di un acquirente è stato il direttore generale Fabrizio Lucchesi. Ai primi di ottobre, il Monterosi è stato rilevato dall’imprenditore GDO Mauro Fusano e tra i primi atti della nuova proprietà c’è stato il ritorno delle gare interne allo stadio di Viterbo.

Tutto questo ha ovviamente condizionato l’andamento della squadra allenata da Leonardo Menichini che si trova nelle zone basse della classifica. Una stagione negativa che però non può cancellare quanto fatto l’anno scorso e il sogno vissuto. Una dimostrazione tangibile anche per l’allenatore che ha dimostrato che con fiducia e il giusto materiale a disposizione è in grado di garantire risultati e bel gioco, così come fatto per tanti anni dal suo maestro Carletto Mazzone che segue con affetto la carriera del suo storico vice.

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