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Lutto per Ibrahimovic, il bomber svedese apprende la notizia in ritiro

Zlatan Ibrahimovic piange la scomparsa di un punto di riferimento nei primi passi della sua carriera nel calcio che conta, in particolare ai tempi dell'Ajax

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Luca Santoro

Luca Santoro

Giornalista

Esperto di Motorsport ma, più in generale, appassionato di tutto ciò che sia Sport, anche senza il Motor. Dà il meglio di sé quando la strada fa largo alle due o alle quattro ruote

Una brutta notizia ha perturbato il ritiro di Zlatan Ibrahimovic, raggiunto dal ferale annuncio della scomparsa di Thijs Slegers, giornalista ed addetto stampa a cui era legato da un solido rapporto di amicizia di lunga data.

Com’è nato il rapporto tra Ibrahimovic e Slegers

Era infatti il 2001, e lo svedese proveniente dal club di casa sua, il Malmö, stava iniziando la carriera nel calcio di alto livello con l’approdo all’Ajax. Era giunto ad Amsterdam con le pressioni di un giovane indicato come prospetto di talento e il cui ingaggio era allora il più alto nella storia dei Lancieri: Slegers, in quell’ambiente sconosciuto per il 19enne, divenne il suo punto di riferimento. Il giornalista anni dopo raccontò infatti di quanto fosse “disorientato”, non avendo nessuno a cui riporre la propria fiducia e viceversa, tantomeno i giornalisti che “non erano i miei amici, anzi, erano i miei nemici”. Poi l’incontro a cena con l’olandese, allora non ancora capo ufficio stampa del PSV Eindhoven, e da lì la nascita di un forte rapporto di amicizia.

“Mi ha aiutato molto, mi ha dato tutto il supporto di cui avevo bisogno. Mi ha toccato il cuore”, aveva ammesso Ibra. Slegers era inoltre stimato da tutto l’ambiente calcistico e mediatico, ed intorno a lui ci fu molta solidarietà quando nel 2020 annunciò la scoperta di una leucemia acuta, purtroppo incurabile, che divenne poi la causa della sua scomparsa, a soli 46 anni.

La malattia di Slegers e la solidarietà per il giornalista ed addetto stampa

Il giornalista di Football International e poi addetto stampa aveva raccontato il suo male tramite i social per sensibilizzare la ricerca medica (“Per me non c’è più nulla da fare, ma per altri sì”, disse), lanciando delle campagne per sostenerla tra cui il recente (si è tenuto lo scorso mese) Bloedverwanten voor Thijs (letteralmente, “Parenti di sangue per Thijs”), uno spettacolo tenutosi nello stadio del PSV, il Philips Stadium, per supportare la ricerca con la possibilità di fare degli esami del sangue per diventare donatori. All’evento partecipò con un messaggio video anche lo stesso Ibra, visibilmente commosso.

Slegers aveva invitato i propri followers a registrarsi come donatori di sangue e di cellule staminali. In uno dei suoi messaggi social spiegò: ” La malattia non può essere fermata. Dopo un trapianto di cellule staminali precedentemente riuscito, i postumi alla fine mi uccideranno. I dottori non possono più fare niente per me. Non abbiamo altra scelta che accettare il destino e affrontarlo. Io e la mia famiglia vi ringraziamo tutti per il sostegno che abbiamo ricevuto in questi anni. Questo ci ha fatto molto bene. Per quanto? In quali circostanze? Non lo sappiamo ora e restiamo nell’incertezza”.

I recenti lutti di Ibra

Per Ibrahimovic si tratta di un altro lutto importante nella cerchia di amicizie, conoscenze e rapporti professionali nel mondo del calcio, dopo la scomparsa di Sinisa Mihajlović, quella di Mino Raiola e, più recentemente, il lutto per Italo Galbiati, già vice di Fabio Capello e che incrociò la strada con lo svedese quando quest’ultimo approdò alla Juventus.

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