Un Mike Maignan non banale quello che ha parlato ai microfoni di Carrè. Il numero uno del Milan e della Nazionale francese ha svelato un paio di aneddoti riguardanti un vecchio compagno di squadra, oggi suo dirigente, ed un attuale collega presente con lui nella spedizione tedesca della rappresentativa d’oltralpe. Di chi si tratta? Di Zlatan Ibrahimovic e Adrien Rabiot, con i quali in passato qualche problema il portierone lo ha avuto anche se tutto si è risolto col tempo.
- La personalità di Maignan e l'episodio con Zlatan
- La lite con Rabiot e la successiva pace
- I tempi duri al PSG
La personalità di Maignan e l’episodio con Zlatan
Partiamo da Zlatan Ibrahimovic, personaggio noto per il suo caratterino affatto mansueto. Ecco l’episodio raccontato da Maignan: “È successo tutto in allenamento al PSG. Zlatan ha tirato forte e poi mi ha chiamato ‘portiere di me**a’. Non mi piaceva. Ho interrotto l’allenamento e gli ho risposto che era un ‘maledetto attaccante’. A Ibra piacciono le persone che gli tengono testa. Rispondere in quel modo gli ha mostrato chi ero. Da lì abbiamo potuto lavorare bene“.
La lite con Rabiot e la successiva pace
Dopo Ibra è arrivato il turno di Adrien Rabiot col quale la relazione era nata col piede sbagliato. Anche in questo caso le cose si sono poi sistemate ma ecco cosa era accaduto nel racconto del numero 1 del Milan: “Ho quasi litigato con Rabiot? Non ci conoscevamo davvero. Abbiamo avuto delle parole inappropriate, ma tutto sommato è finita bene. Per me ora è come una famiglia“. Le strade dei due si sono ricongiunte in Nazionale, con entrambi che sono diventati punti fermi nelle gerarchie di Didier Deschamps.
I tempi duri al PSG
Non erano tempi facili quelli al Paris Saint-Germain per l’allora giovane portiere. L’esperienza è comunque servita a Magic Mike per fare una carriera che lo ha portato ad essere uno dei portieri più apprezzati al mondo. “Ho trascorso diversi anni nell’accademia del PSG, perché non c’erano posti professionali – racconta il n.1 del Milan -. Poco prima che firmassi con i professionisti, il club era stato acquistato. Sono arrivate diverse stelle e basta, ho potuto allenarmi con loro, fare esperienza. Ad un certo punto la mia strada non andava più avanti. Era bloccato, dovevo andarmene. Sono arrivato al Lille nel 2015 con portieri top, un gruppo top, un allenatore top“.