In principio fu Cesare, poi è arrivato Paolo – il fenomeno – e ora tocca a Daniel: continua la lunga storia d’amore della famiglia Maldini con la Nazionale, la convocazione dell’attaccante del Monza da parte del c.t. Spalletti fissa un nuovo record nella storia del calcio italiano.
- Daniel Maldini azzurro: è record in Nazionale
- Maldini in Nazionale: in principio fu Cesare
- Nazionale: i Maldini superano i Mazzola e i Chiesa
- Tre generazioni in nazionale: il caso dei Gudjohnsen in Islanda
Daniel Maldini azzurro: è record in Nazionale
Luciano Spalletti l’aveva detto: Daniel Maldini era uno dei suoi osservati speciali e la prima convocazione in Nazionale, ufficializzata poco fa, dell’attaccante del Monza conferma che il c.t. stava seguendo con attenzione l’evoluzione del giocatore, protagonista di un buon inizio di stagione, segnato da X gol e da prestazioni importanti.
La convocazione di Daniel Maldini, però, segna un nuovo record nella storia dell’Italia del calcio: mai nessuna famiglia era riuscita a mandare in azzurro tre rappresentanti appartenenti ad altrettante generazioni.
Maldini in Nazionale: in principio fu Cesare
Ad aprire la strada ai Maldini in azzurro è stato Cesare, papà di Paolo e nonno di Daniel, triestino dall’animo semplice ma dal carattere di ferro, colonna e capitano del Milan di Nereo Rocco che lo riteneva un jolly prezioso in difesa: terzino, libero e all’occasione centromediano, Cesare era l’uomo che trascinava i compagni con l’esempio, più che con le parole.
In Nazionale Cesare è arrivato tardi, a 28 anni: esordio il 6 gennaio 1960, 3-0 alla Svizzera in Coppa Internazionale, poi la partecipazione ai Mondiali ‘62 in Cile con 2 presenze: 14 le gare complessive in azzurro. Ma Cesare ha poi continuato a scrivere la storia in azzurro dalla panchina, prima come assistente di Bearzot, poi con l’U21, infine con l’avventura da c.t. ai Mondiali di Francia ’98.
Paolo Maldini, fenomeno azzurro
In quella competizione Cesare si ritrovò ad essere il c.t. del figlio Paolo, la stella della famiglia Maldini, bandiera del Milan come il papà ma con molti più titoli in bacheca: 126 le presenze azzurre, 74 da capitano, condite da 7 reti e dalla finale dei Mondiali Usa ’94 persa ai rigori contro il Brasile.
Paolo esordì il 31 marzo 1988, a 19 anni, convocato dal c.t. Azeglio Vicini per una partita con la Jugoslavia a Spalato (1-1). In azzurro è stato poi allenato da Sacchi, dal padre Cesare, Zoff e Trapattoni, prima di dire addio alla Nazionale a 34 anni.
Nazionale: i Maldini superano i Mazzola e i Chiesa
Se Daniel riuscirà a debuttare nella Nazionale di Spalletti i Maldini opereranno il sorpasso definitivo nei confronti delle altre due famiglie che hanno avuto fortuna in Nazionale. Ci riferiamo ai Mazzola, con il grande Valentino (12 presenze e 4 gol nel dopoguerra) e Sandro, cuore interista che in azzurro ebbe una carriera lunghissima: 70 presenze e 22 gol, l’Europeo vinto nel ’68 e la finale dei Mondiali persa contro il Brasile di Pelé del ’70. E poi, in tempi più recenti, ai Chiesa: Enrico (17 presenze e 7 gol) e Federico (51 partite, 7 reti e l’Europeo del 2021).
Tre generazioni in nazionale: il caso dei Gudjohnsen in Islanda
È difficile individuare a livello internazionale famiglie che abbiano portato tre generazioni nella nazionale del proprio paese. Simile a quella dei Maldini è la storia dei Gudjohnsen, dinastia di calciatori islandesi che ha cominciato la sua avventura nella nazionale scandinava con nonno Arnor negli anni ’70, seguito poi dal figlio Eidur – è stato attaccante anche del Barcellona – negli anni 2000 e, oggi, dai nipoti Andri e Svein Aron: e a breve nell’Islanda potrebbe debuttare anche il più piccolo dei nipoti, il 18enne Daniel.