Nella loro infanzia, Milano era San Siro illuminata per il padre di luci, flash e riflettori. Un genitore che- pur rimanendo ruvido e poco incline a rivelarsi conciliante, pacato – è dotato del potere di suscitare per il suo estro un’ammirazione assoluta, senza pari nella storia delle due società meneghine più illustri, blasonate e vincenti. Conosciamo il suo essere spigoloso, forse ardito secondo una narrazione che egli stesso ha alimentato attraverso i suoi libri, la storia che ha deciso di scrivere e condividere. I suoi bambini, oggi ragazzi, sono Maximilian e Vincent, adolescenti che indossano la stessa divisa del padre.
Come Zlatan Ibrahimovic hanno destato un’attenzione mediatica sproporzionata, rispetto alle rispettive squadre e all’età, ancora acerba secondo i contemporanei parametri calcistici che anche per i talenti precoci misurano la maturità spostandola in avanti com’è giusto che sia, considerando che cos’è il calcio moderno e che cosa comporta.
- Milan, Vincent Ibrahimovic in gol davanti a Zlatan
- Maximilian convocato da Abate
- Le pressioni su Vincent
- La frase di Ibra padre
Milan, Vincent Ibrahimovic in gol davanti a Zlatan
Vincent, classe 2008, figura già convocato dalle nazionali giovanili svedesi ed è reduce dal primo gol stagionale con l’Under 16 rossonera a testimoniare un’attitudine che è nei cromosomi, ma che la qualità di gestire anche la pressione mediatica del momento determinerà. Sotto gli occhi di suo padre, arrivato al centro sportivo Vismara per osservarlo da vicino, Vincent Ibrahimovic ha segnato uno dei tre gol con cui il Milan ha battuto il Venezia davanti ai suoi sostenitori.
Un guizzo importante, di tre, che ha consolidato un primato: il suo Milan ha sorpassato l’Inter in classifica nel girone B. Nelle giovanili del Diavolo c’è anche il primo figlio di Zlatan, Maximilian (ha due anni in più del fratello) e che era stato indicato, in passato, come una promessa dagli addetti ai lavori. Già lo scorso anno, in effetti, aveva giocato una partitella insieme a suo padre.
Zlatan Ibrahimovic durante il match contro l’Empoli
Maximilian convocato da Abate
Centrocampista, Vincent al pari di Maximilian ha seguito le orme paterne senza però subire fino a questa nuova fase della appena intrapresa carriera di calciatore le pressioni – inevitabili – derivanti dall’essere figlio di uno dei più grandi campioni degli anni Duemila. Come potrebbe accadere al fratello maggiore.
Maximilian si è guadagnato un certo credito presso Ignazio Abate, l’ex Milan alla guida tecnica della Primavera, che ha convocato il primogenito di Zlatan contro la Fiorentina in Coppa Italia per le qualità tecniche dimostrate dal ragazzo, ala sinistra approdato al Milan la scorsa stagione dall‘Hammarby Gio aggregandolo prima all’U17 e poi all’U19. da qui l’importanza della convocazione da parte di mister Abate, che gli ha accordato fiducia pur non schierandolo in campo, a causa della scarsa possibilità di sperimentare in quella specifica occasione.
Le pressioni su Vincent
Vincent, invece, è andato in gol e ha contribuito alla causa milanista, decidendo il sorpasso in classifica sull’Inter: un traguardo top per chi, come lui, si è già guadagnato uno stage con la nazionale giovanile della Svezia. Con gli effetti collaterali che ne sono seguiti: le cronache riportano di un Vincent preso d’assalto dai cronisti al centro sportivo, tant’è che la federazione ha cercato di proteggerlo per scacciare via un po’ di pressione e lasciarlo lavorare in serenità.
Axel Kjall, tecnico dell’Under 15 svedese, ne ha parlato bene a rassicurare sulle qualità tecniche del giovane Ibra: “Vincent non è male nei passaggi e capisce bene il gioco. Da ciò che vedo è un bravo centrocampista”. L’anno scorso è entrato nei tabellini e nelle cronache per aver segnato un gol contro la Juve. Ora la prima gemma della stagione davanti a papà.
La frase di Ibra padre
Del più piccolo dei due ragazzi avuti dalla sua storica compagna, Helena Seger, Ibra ha detto: “È tosto e cattivo come me”. In gergo, un elogio calcistico pur lasciando a Vince il suo ruolo. E il tempo necessario a maturare, senza subire quell’attenzione che lo stesso padre ha dovuto addomesticare per non esserne sopraffatto.