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Mazzarri esce allo scoperto sul Napoli e rivela: "Sono cambiato, chiamatemi"

Mazzarri ricorda i tempi d'oro di Napoli e il rapporto con De Laurentiis: "Anni fantastici, una cavalcata incredibile". Ora è pronto a tornare

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Domenico Esposito

Domenico Esposito

Giornalista

Da vent’anni in campo e sul campo per vivere ogni evento in tutte le sue sfaccettature. Passione smisurata per il calcio e per la sfera di cuoio. Il pallone è una cosa serissima, guai a dirgli di no

La splendida avventura a Napoli e la voglia matta di tornare in panchina. Con la garanzia di essere cambiato. Walter Mazzarri ripercorre le tappe della sua carriera, soffermandosi sulla lunga parentesi alle falde del Vesuvio, in un’intervista al direttore del Corriere della Sport, Ivan Zazzaroni. E, a 62 anni, è pronto a rimettersi in gioco: “Non sono più stressato e ossessivo come un tempo”.

Mazzarri e i suoi quattro anni di Napoli

Il suo era il Napoli dei tre tenori: Hamsik, Lavezzi e Cavani. Il primo grande Napoli dell’era De Laurentiis. “Anni fantastici: sono arrivato e subito il record di Bigon, 16 risultati utili con una squadra che avevo preso al sestultimo posto – racconta Mazzarri -. Una cavalcata incredibile, il primo anno, poi il secondo, poi il terzo, poi il quarto, crescevamo sempre e siamo arrivati in Champions”.

Gli azzurri superarono un girone di ferro con Bayern, Manchester City, Villarreal, per poi sfiorare l’impresa agli ottavi col Chelsea dopo aver vinto 4-1 all’andata. “Maggio sbagliò il gol del 5-1 all’ultimo minuto e là si perse ai supplementari fallendo tanti gol dopo una partita incredibile. Quel Chelsea la Champions la vinse”.

Il rapporto di Mazzarri col patron De Laurentiis

Che non sia un presidente facile De Laurentiis, è ormai noto a tutti. “Ma con lui ho avuto un rapporto stupendo. Da quando è presidente, sono quello che c’è stato più a lungo. E se fosse stato per De Laurentiis sarei rimasto tanti anni ancora, come si usa in Inghilterra. Ma dopo quattro anni se non cambi tutti i giocatori o non ne cambi tanti, diventi troppo prevedibile. Pensai che fosse quello il momento di andar via” afferma il tecnico di San Vincenzo.

Che poi svela un aneddoto sul loro legame: “Almeno i primi tempi mi chiamava alle 6:00 del mattino, massimo le 6:30, e mi faceva un favore. Alle 9:00 ero già al campo per l’allenamento e il confronto era stato pieno, completo. Avevamo un rapporto diretto, trovammo una sinergia importante”.

E se il Napoli gli proponesse di tornare? La risposta di Walter

Mazzarri non ha dubbi: “A Napoli vorrebbero tornare tutti perché è una squadra forte, il club è diventato importante. Napoli è un posto affascinante. Se dovessi avere, come ho avuto, delle chance di rientrare, mi piacerebbe trovare gente disposta a capire il calcio che intendo fare. Mi piace insegnare, migliorare i giocatori, impostare un lavoro serio. Programmare: chiedo troppo?”.

«Il Napoli che mi piaceva tanto l’anno scorso con Spalletti me lo sono studiato a memoria. Conosco tutti i movimenti che facevano, questo fa parte di me. Ma finisce qui. Non ho sentito nessuno del Napoli. Sono balle».

Dopo ‘l’isolamento’ Mazzarri è pronto a tornare in pista

Sono sparito perché quella era la mia volontà – afferma l’ex allenatore di Reggina, Torino e Inter -. Se avessi voluto allenare avrei potuto farlo, le offerte non sono mancate. In questo periodo mi sono reso conto dei cambiamenti del calcio e li ho approfonditi.

A 62 anni ha capito che hanno ragione quelli che, magari non conoscendomi, mi considerano antipatico, credo di aver pagato un po’ troppo i miei atteggiamenti, la mia ritrosia. Pensavo che dovesse bastare il campo e ho sbagliato. L’età e le soste volute o forzate mi hanno aiutato, sono cambiato, un cambiamento naturale” assicura.

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