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Mentana a Inzaghi: a te l'Arabia a noi l'orgoglio! Poi paragona Psg-Inter a Brasile-Italia '70

Il direttore del Tg7 si scatena sui social dopo il terremoto in casa nerazzurra con il crollo nella finale di Champions e l'addio al tecnico

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

E’ il terreno scivoloso che come la livella di Totò mette sullo stesso piano vip, attori famosi, showman e gente comune: quando si parla di calcio l’etichetta scompare, il ruolo nella vita di tutti i giorni non esiste più ed emerge solo il tifoso che tu sia una persona famosa o un fan da bar. Capita a tanti personaggi illustri e capita spesso ad Enrico Mentana. Il direttore del Tg7, noto tifoso dell’Inter, dopo il terremoto in casa nerazzurra con il crollo nella finale di Champions e l’addio a Inzaghi, si scatena sui social con due post, l’ultimo stamane alle 6.

Mentana difende Inzaghi

Il primo sfogo è dedicato a Inzaghi. Scrive Mentana: “L’ho sempre detto e scritto in questi 4 anni. Io l’Inter non l’avevo mai vista giocare così bene come con Inzaghi. E questo non si cancella neanche dopo il pesante ko di Monaco. Grazie mister, a lei l’Arabia e a noi l’orgoglio”.

Lo sfogo dei tifosi nerazzurri

La citazione della Fallaci scatena i tifosi. Fioccano le reazioni sul web: “Se fosse veramente un grande allenatore andrebbe a Madrid, Liverpool, Manchester o Barcellona tanto per citare qualche squadra. Invece no, va ad allenare una squadra inesistente in un campionato fantasma. Il tifo vi acceca..” e poi: “a Lei l’Arabia a noi la rabbia” mi sembrerebbe più realistico” e anche: “Inzaghi ha sul groppone due scudetti regalati …si ricorda di Radu a Bologna un ragazzo che gli tremano le gambe…un bravo allenatore l’avrebbe schierato sempre in coppa Italia per fargli acquisire esperienza e invece no e nel momento del bisogno emozionatissimo e senza esperienza regalammo la partita al Bologna e lo scudetto al Milan.. quest’ anno idem in coppa Italia doveva fare giocare tutte le riserve no turnover… arrivati alla fine spompati …perso tutti gli scontri diretti… basta che ne vinceva e secondo scudetto regalato ….non parlo di Champions dove ha fatto miracoli ma in finale doveva almeno limitare i danni..negli annali rimarremo non per la sconfitta ma per l’umiliazione”

C’è chi scrive: “20, 25 partite buone in 4 anni… E dai, basta con questa narrazione. La squadra dal grande gioco. Addirittura il più bello d’Europa… Quello che ha fatto e come, a partire da due mesi fa, è ingiustificabile. Imperdonabile. E la finale gridava dimissioni durante la conferenza stampa, non la continuazione di questo show” e poi: Ben uno scudetto in 4 anni. Ben 2 scudetti del Napoli e 1 al Milan.. Inzaghi è stato molto generoso. Lo avrei esonerato nel 2022. Non capisco l’idolatria verso un tecnico tutto sommato nella media che ha vinto uno scudetto, uno! In 4 anni… e almeno 2 li ha buttati nel c***o. Adesso va a prendere 25 milioni l’anno in Arabia. E vedo interisti disperati. Va oltre le mie facoltà mentali” e ancora: “Ah che bello l’orgoglio. La sconfitta propositiva. Fra cent anni tutti se ne ricorderanno”

Il paragone azzardato di Mentana

Non pago stamane all’alba il giornalista torna sul ko nella finale di Monaco e osserva: “Un giorno si dirà che arrivarono a giocarsi la coppa vincendo ai supplementari una semifinale indimenticabile contro avversari sulla carta imbattibili. Dopo quel 4-3 meraviglioso tutto sembrava possibile. Ma la finale, al termine di una stagione sfiancante, ci portò una durissima lezione, contro una squadra nettamente più forte. E così al rientro a casa le imprese che ci avevano portato a un passo dal titolo erano come dimenticate, tra critiche severe e irrisione. “Vergogna”. Eppure..eppure 45 anni dopo quell’epica semifinale è ricordata nel mondo: Italia-Germania, la partita del Secolo.

Arrivano ancora critiche: “Questo post alle 6 di mattina è sicuramente frutto di un incubo. Il direttore sono 4 notti che non dorme” e poi: “Quella finale si giocó 3 giorni dopo invece che 3 settimane dopo, e nonostante l’accento finale Dembélé non è Pelé” e anche: “L’Italia giocava contro il Brasile più forte della storia, 4 giorni dopo 120 minuti di battaglia a più di 2000 metri di altitudine e comunque fino al sessantesimo resistette sull’1-1” e ancora: “Quella finale l’Italia la andò a giocare a pezzi fisicamente, e fece un ottimo primo tempo tenendo testa ad una squadra leggendaria. Il paragone non regge, siete durati 7 minuti contro un Psg che in semifinale ha sudato contro l’ Arsenal, rassegnatevi, qua di storico c’è solo la figura che avete fatto”.

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