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Milan a due volti: bilancio ok, ma preoccupano due nodi di mercato

Il Milan sta per approvare il bilancio 2020-2021 con un passivo dimezzato rispetto a dodici mesi fa. Merito del lavoro collettivo della società e di Stefano Pioli e dei suoi giocatori. Eppure il contratto dell'allenatore e di una colonna della squadra sono in scadenza a breve...

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Dall’Atletico Madrid all’Atletico Madrid. Dopo l’assaggio di Liverpool, che ha segnato il ritorno del Milan sull’amato palcoscenico della Champions League dopo sette anni di assenza, nella seconda giornata del gruppo F i rossoneri ritrovano sulla propria strada i Colchoneros, ovvero l’ultima squadra affrontata nella competizione europea più prestigiosa prima della lunga assenza del Milan dal palcoscenico continentale.

Correva la primavera 2014 quando la squadra allora allenata da Clarence Seedorf fu eliminata agli ottavi dall’Atletico già all’epoca guidato da Diego Simeone.

In quasi un lustro e mezzo è cambiato tanto per le due squadre, con l’Atletico ormai consolidatosi ai vertici del calcio nazionale, con due edizioni della Liga in bacheca, e partecipante di fatto fisso alla Champions.

Il Milan ha invece intrapreso un percorso virtuoso, fatto di attenzione ai bilanci e di un proficuo lavoro sul mercato all’insegna della valorizzazione di giovani talenti. Un percorso iniziato dopo la fine della poco felice gestione cinese e che ha permesso al Fondo Elliott di recuperare l’amore dei tifosi e soprattutto di risanare i conti del club, che erano in pesante deficit.

Insomma, i tempi dell’alta tensione con l’Uefa legati al mancato rispetto del Fair Play finanziario sono lontanissimi e non solo perché a Nyon hanno allentato le maglie del mai chiaro meccanismo volto a fissare un equilibrio tra ricavi e spese delle società.

La conferma del momento felice attraversato dal mondo rossonero arriva dall’imminente chiusura del bilancio 2020-21, il cui passivo sarà di 96,4 milioni, come riportato da ‘Il Corriere della Sera’. Una cifra più che dimezzata rispetto all’anno precedente, quando la perdita fu di 194,6 milioni. Da quanto trapela, inoltre, il Milan è una delle poche società che non presenta debiti con le banche e neppure debiti obbligazionari.

Un successo reso possibile non solo dagli introiti legati al ritorno in Champions, ma da alcune felici operazioni di mercato a basso costo che hanno portato risultati di alto livello sul piano sportivo e in generale dall’ottimo lavoro svolto dal duo formato da Paolo Maldini e Frederic Massara sul piano tecnico-sportivo e dall’amministratore delegato Ivan Gazidis su quello amministrativo. 

Il passivo sarebbe stato ancora inferiore senza le due “sanguinose” partenze a parametro zero di Gianluigi Donnarumma e Hakan Calhanoglu, figlie però proprio della politica gestionale per la quale ha optato la società.

Inevitabile infine che buona parte dei meriti vadano anche a Stefano Pioli, che ha portato risultati sul campo, indispensabili per valorizzare il lavoro della società dietro la scrivania. Eppure, per il momento il contratto del tecnico emiliano resta in scadenza nel giugno 2022 dopo il rinnovo dell’estate 2020, quando la società scelse di proseguire con l’ex allenatore dell’Inter facendo saltare il pre accordo con Ralf Rangnick.

“Nella mia testa il rapporto con il club non ha una scadenza” ha tagliato corto Pioli alla vigilia della partita contro l’Atletico. Fatto sta che il tecnico rossonero è il meno pagato tra gli allenatori dei top club italiani. Una spina nel momento d’oro del Milan insieme a quello legato al futuro di Franck Kessié, il cui contratto in scadenza nel prossimo giugno preoccupa non poco i tifosi e lo stesso allenatore. Ma forse assai meno la società.,..
 

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