I conti del Milan fanno discutere ormai da qualche mese ma dopo tante voci è arrivata una dichiarazione che fa preoccupare i tifosi, soprattutto perchè a pronunciarla è il presidente della UEFA ed il vice presidente della FIFA, Aleksander Ceferin.
In una lunga intervista a Repubblica, il numero uno della UEFA si è così espresso sulla situazione rossonera: “La proprietà cinese del Milan? Ci stiamo lavorando, non posso dire nulla. Sono preoccupato, ma vediamo che cosa succede. A metà dicembre l’organismo competente si pronuncerà sul voluntary agreement richiesto dal club. Settlement agreement con sanzioni sportive? Tutto è possibile, ma è prematuro parlarne”.
Marca nei giorni scorsi aveva riportato anchea un’indiscrezione che se confermata potrebbe far saltare i piani della nuova proprietà del club rossonero.
Secondo il quotidiano spagnolo, l’amministratore delegato del Diavolo Marco Fassone non ha convinto l’Uefa nell’incontro tenuto due settimane fa a Nyon: il dirigente dei meneghini aveva presentato un piano di rientro dei debiti per evitare l’esclusione dalle coppe europee. Lo stesso presidente dell’Uefa, Ceferin, non sarebbe convinto dal progetto, che si basa sui successi sportivi della squadra, al momento molto lontana dai piazzamenti validi per l’ingresso in Champions League.
E’ un altro colpo per Yonghong Li, dopo la scomoda inchiesta del New York Times di alcuni giorni fa.
Non solo Milan comunque per Ceferin che ha parlato anche di un altro caso spinoso: “Il caso Neymar? Non posso dire molto. C’è un’inchiesta in corso. Una decisione dovrebbe essere presa prima della prossima stagione. Sul mercato invernale il Psg potrà agire liberamente. L’UEFA tratta tutti allo stesso modo, grandi e piccoli. Io non faccio il populista, devo essere giusto. Non ci saranno favoritismi, fidatevi”.
Chiosa sull’Italia fuori dal Mondiale: “Sportivamente, per un Paese tanto passionale verso il calcio, è una tragedia. È un’opportunità per cambiare le cose che non vanno, tipo le infrastrutture. Tra i grandi Paesi europei l’Italia è il più indietro. È una catena: senza infrastrutture non si creano giovani calciatori, senza talenti non si vince. Servono progetti chiari”.
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