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Milan: Chi è Antonio D’Ottavio, il nuovo ds che affiancherà Moncada

Il Milan ha affidato a D'Ottavio il ruolo di direttore sportivo. Dal settore giovanile a nuovo membro del gruppo di lavoro: le sue funzioni nel nuovo

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Antonio Salomone

Antonio Salomone

Giornalista

Giornalista pubblicista. Lo affascinano, da sempre, le categorie minori e i talenti in erba. Ha fiuto per la notizia e per gli emergenti. Calcio, basket, motori: ci pensa lui

Passiamo alle cose formali, questa è una frase (detta all’epoca dall’ex ds Mirabelli) che sicuramente non appartiene all’attuale dirigenza e che i tifosi del Milan vogliono dimenticare, ma è molto attuale. I rossoneri hanno comunicato da poco la figura del nuovo direttore sportivo, si tratta di Antonio D’Ottavio, che aveva conseguito il diploma federale ad aprile 2022. Una nomina “burocratica” per rispettare il regolamento. La strategia del club è chiara, ci sarà un gruppo di lavoro. Non deciderà un singolo sul mercato, ma un team supportato dall’algoritmo. Il famoso Moneyball, finito in tanti motori di ricerca per capire di cosa si tratta.

L’ingegnere D’Ottavio, una figura per il team del Milan

Il Milan ha preferito investire su persone conosciute. D’Ottavio veste rossonero dal 2017 dalla gestione cinese di Li Yonghong ed era poi stato confermato nonostante i successivi passaggi di proprietà. Si è occupato del settore giovanile e nel corso degli ultimi anni ha lavorato a stretto contatto con Moncada. La promozione di una figura interna nel ruolo di ds è lo specchio della filosofia scelta dagli americani.

Laureato in ingegneria gestionale al Politecnico di Milano, è stato in passato anche osservatore dell’Inter e braccio destro di Massimiliano Mirabelli. Proprio lui poi gli ha fatto strada nel percorso rossonero. In Italia ha lavorato anche al Torino e nel suo curriculum vanta pure un’esperienza in Premier League al Sunderland, dove ha assorbito il modo di lavorare inglese.

Milan, la nuova gestione di gruppo e il ruolo di D’Ottavio

Le responsabilità saranno assegnate a un gruppo di lavoro integrato che opererà in stretto contatto con il coach, riportando direttamente all’amministratore delegato” – questo si leggeva nel comunicato d’addio di Maldini. Un pensiero nuovo e chiaro. Nel nuovo ruolo di direttore sportivo D’Ottavio non prenderà decisione autonome sul mercato, ma la sua voce sarà integrata all’interno di un team più largo.

Lo schema operativo è noto: ogni affare passerà da Furlani, a.d. del club dallo scorso novembre, con la benedizione anche di Moncada. Il budget non sarà più nelle tasche di una sola persona. Un modello anglosassone per rispecchiare anche il pensiero RedBird.

Il Milan americano dell’era Moneyball

Non è un brutta parola, moneyball. In America è usata spesso nelle gestioni sportive, ma come nasce? Ha una tradizione cinematografica. Sì, ci hanno fatto un film. Il regista Bennet Miller ha raccontato la storia degli Oakland Athletics, squadra di baseball dei primi anni duemila, e del manager Billy Beane, che si affidò alla sabermetrica. Di cosa si tratta? Analisi statistica delle prestazioni dei giocatori.

Cardinale ha copiato questo modello di lavoro già al Liverpool e al Tolosa. Ma a decidere poi sono sempre le figure umane. Moneyball è come un’applicazione, bisogna saperla usare e leggere. D’Ottavio darà una mano, anche perché l’occhio di chi osserva football da una vita può percepire dei dettagli umani che una macchina non può capire.

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