Non chiamatelo semplicemente turnover quello che il Milan farà contro il Bologna in campionato. Siamo alla completa rotazione degli uomini: almeno 10 su 11 saranno quelle che una volta venivano chiamate riserve. I rossoneri vogliono preservare i titolari in vista del ritorno di Champions League contro il Napoli, in programma martedì, in cui dovranno difendere l’1-0 di San Siro. Ma il maxi turnover è giusto a campionato ancora aperto (scudetto a parte)? E’ giusto schierare le seconde linee contro un Bologna che potenzialmente può ancora aspirare all’Europa e che in questo modo rischia di essere favorito?
- Milan: contro il Bologna si 'salva' solo Maignan
- Milan: troppo importante il Napoli
- Milan: eppure qualcosa non torna
Milan: contro il Bologna si ‘salva’ solo Maignan
L’unico che manterrà la sua maglia da titolare contro il Bologna sarà Mike Maignan, il portiere. Poi via libera alle novità, a chi ha giocato meno, a chi finora ha raccolto più critiche: quindi Charles De Ketelaere tornerà titolare dopo più di 40 giorni (l’ultima era stata il 4 marzo a Firenze contro la Fiorentina). Ci saranno Ante Rebic e Divock Origi, contro l’Empoli fischiati pur essendo partiti dal primo minuto. Ci sarà Saelemaekers, panchinaro atipico perché invece ha giocato molto e per Pioli è il primo cambio.
A centrocampo, ecco Pobega, affiancato probabilmente da Vranckx. In difesa Florenzi, Kalulu, Thiaw e Ballo-Touré. Una rivoluzione, con tanti saluti alla regolarità del campionato, verrebbe da dire. Poi, magari, i sostituti fanno meglio dei titolari, questo è possibile.
Milan: troppo importante il Napoli
Il Milan decide insomma di sacrificare il campionato sull’altare della Champions League. Troppo importante la partita del Maradona per rischiare tre giorni prima qualche infortunio. Oggi si saprà se qualcuno resterà addirittura a Milanello o partirà comunque con la squadra in direzione Bologna, dove il calcio d’inizio è previsto per le 15 di domani.
Parlavamo di regolarità del campionato e di ‘rischio’ di favorire il Bologna. Ma i giochi per un posto nella prossima Champions non sono fatti neanche per il Milan. I rossoblù hanno vinto sei delle ultime dieci partite, azzanneranno l’incontro provando a sfruttare la scarsa amalgama di una squadra improvvisata. Il coefficiente di rischio è insomma molto alto per chi ha solo un punto da difendere sull’Inter, al momento quinta in classifica. Ma tant’è, evidentemente Pioli crede tantissimo non solo di arrivare in semifinale, ma anche poi di proseguire l’avventura Champions. A quel punto, la squadra sarà glorificata qualsiasi sia il piazzamento finale in campionato.
Milan: eppure qualcosa non torna
Eppure qualcosa non torna. Diciamo la verità, il Milan non è la favorita per la vittoria della Champions, privilegio che spetta probabilmente a una tra Real Madrid e Manchester City. Dunque, un piazzamento nelle prime quattro in campionato non dovrebbe essere prioritario? Sì, aggiungiamo. Ma non dimentichiamo che la Champions per il Milan è una calamita e la sfida con il Napoli troppo equilibrata.
Qualcosa non torna a meno che chi finora ha giocato poco non si accenda proprio per dimostrare, in questo finale di stagione, che Pioli si è sbagliato a contare poco su di lui. E non sono pochi. In Champions, praticamente, il Diavolo ha utilizzato 11 giocatori più Saelemaekers e Rebic. Le alternative non sono più state tali a un certo punto: Adli disperso, Vranckx è sparito dalle rotazioni, Pobega tra inizio gennaio e aprile ha giocato pochissimo, Messias è appena rientrato dall’infortunio e Dest nel 2023 si è visto solo in due partite di campionato.
Pioli spera in un colpo di coda da parte di Origi, che potrebbe tornare utile ancora anche in Champions vista la sua esperienza nella competizione. Partirà comunque dalla panchina perché l’undici del Milan per il Maradona è già scritto: Maignan; Calabria, Kjaer, Tomori, Hernandez; Krunic, Tonali; Diaz, Bennacer, Leao; Giroud. E se qualcosa non torna, la colpa sarà ancora una volta di chi ha deluso tutto l’anno. I titolarissimi sono pronti invece agli elogi dopo Napoli.