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Milan, Reijnders e l’esultanza speciale: cosa vuol dire quella X: la storia dell’ex cassiere del market

Una delle armi migliori del team di Fonseca è proprio il centrocampista olandese. Dalla dura gavetta alla gloria, la storia del talento rossonero

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Alessio Raicaldo

Alessio Raicaldo

Sport Specialist

Un figlio che si chiama Diego e la tesi di laurea sugli stadi di proprietà in Italia. Il calcio quale filo conduttore irrinunciabile tra passione e professione. Per Virgilio Sport indaga, approfondisce e scandaglia l'universo mondo dello sport per antonomasia

Non tutto ha girato alla perfezione in questa prima versione di Milan targato Paulo Fonseca. Poi però c’è lui, Tijani Reijnders, che è uno dei volti più belli di questi mesi tra le montagne russe rossonere. Già 6 reti in 17 presenze complessive per il centrocampista del Diavolo, uno degli acquisti più azzeccati dal club in questi anni. Per diventare giocatore il ragazzo di Zwolle è dovuto passare anche attraverso sacrifici, lavorando anche in un supermercato. Oggi segna, si diverte ed esulta con quella X che ha un significato speciale.

Reijnders e il nome per l’idolo del papà: Babangida

Tijani Reijnders è arrivato al Milan ereditando la maglia lasciata libera da Sandro Tonali. Per acquistare l’olandese classe 1988 il Diavolo sborsò 19 milioni di euro più 4 di bonus. Oggi il centrocampista ne vale 30 secondo Transfermarkt ma sembrano anche pochi considerando il rendimento attuale del giocatore. Che alle spalle ha una bella storia da raccontare, a partire dal nome che deriva dall’idolo di suo papà Tijani Babangida, attaccante nigeriano transitato anche per l’Olanda nel corso della sua carriera.

Da magazziniere a professionista: l’escalation dell’olandese

Che Reijnders diventasse un calciatore era praticamente scontato. Il papà regalava a lui e suo fratello 5o euro ogni due tiri in porta per avvicinarli a quella che era la sua grande passione. Così sia Tijani che Elano sono oggi professionisti. Ma per arrivare in alto bisogna partire sempre dal basso: fino al 2018 il centrocampista ha svolto diverse mansioni per la catena Aldi. Così il milanista ricorda quell’esperienza formativa: “Ho lavorato come magazziniere, riempiendo gli scaffali e come cassiere. Guadagnavo poche centinaia di euro. Di recente ho parlato con la mia famiglia di questo contrasto e siamo giunti alla conclusione che questa fase mi ha fatto molto bene. Ho visto entrambi lati della medaglia“.

La fatica per realizzare il sogno e il significato della X

Da ragazzo Reijnders veniva considerato un po’ piccolo: per questo motivo il Twente lo scartò. “Ho dovuto aspettare molto tempo per questo – racconta il milanista-. A volte il dubbio mi ha colpito, ma grazie alla mia famiglia unita sono riuscito a superarlo. Anch’io mi vedo come un ritardatario, ma ho finalmente realizzato il mio sogno d’infanzia. Non ci pensi molto spesso, ma in certi momenti ti rendi conto che il sogno si è avverato“. Oggi segna con una maglia prestigiosa addosso ed esulta con una X che è una dedica al figlio Xavién.

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