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Milan-Spezia e l'errore di Serra: perché non è potuto intervenire il Var

La carriera dell'arbitro torinese, che ha diretto appena 11 partite in Serie A in cinque anni e mezzo prima del fatale errore in Milan-Spezia: perché non si tratta di "errore tecnico".

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Pagare a caro prezzo un errore che tale non è, almeno a livello strettamente tecnico, ma che a conti fatti è risultato più grave nell’economia della partita rispetto ad un rigore non concesso o a un’espulsione affrettata.

Questo è l’amaro destino di Marco Serra, destinato a entrare nella storia della Serie A 2021-2022 per l’episodio attorno al quale è girata la partita tra Milan e Spezia.

Milan-Spezia, la “regola” del vantaggio e la sfortuna di Marco Serra

Il regolamento del gioco del calcio non comprende infatti la cosiddetta “regola del vantaggio”, espressione di uso comune, ma in realtà non propriamente corretta, proprio perché di essa non c’è traccia tra le 17 regole fondamentali del calcio.

Il “vantaggio” è infatti solo un’appendice della regola 5, nella quale si specificano i compiti dell’arbitro, che ha tuttavia ampio potere discrezionale sull’applicazione del vantaggio.

Durante una partita non è raro vedere tale “norma” disattesa, con le proteste del caso di calciatori e tifosi, ma nel caso di Milan-Spezia Serra è stato sfortunato, perché il fischio che ha interrotto l’azione prima del gol di Junior Messias e dopo il fallo di Bastoni su Rebic ha appunto fermato un’azione chiave, al limite dell’area di una delle due squadre, all’ultimo minuto di partita e con il risultato in bilico. Peraltro in un match importante per la lotta scudetto.

La carriera di Marco Serra: 11 partite in A in cinque anni

Uno svarione che ha ricordato quello commesso solo pochi giorni prima da Giovanni Ayroldi durante Napoli-Fiorentina di Coppa Italia, ma con qualche differenza: il fischietto pugliese interruppe il contropiede di Jonathan Ikoné, avviato verso la porta di Meret, per estrarre il doppio giallo per Fabian Ruiz (decisione comunque errata, perché non trattandosi di una condotta violenta si sarebbe dovuto attendere la fine dell’azione e poi espellere il centrocampista), ma in quel caso, pur involato verso la porta, l’attaccante della Fiorentina non aveva ancora concluso a rete l’azione.

Insomma, sfortuna massima, ma tutte queste coincidenze non possono che spingere alla riflessione che Serra non era pronto per affrontare una gara così importante.

Del resto il fischietto torinese, nato nel settembre 1982, aveva esordito in Serie A nell’ormai lontano 2016 in un Empoli-Verona, mentre il debutto in B risale al 2015, e in poco più di cinque anni ha diretto appena 11 partite nel massimo campionato, curiosamente quattro delle quali con protagonista il Milan, due contro il Cagliari e due contro lo Spezia, se è vero che Serra diresse anche la gara di San Siro dello scorso campionato contro i liguri (3-0 per i rossoneri).

Milan-Spezia: come Serra ha “disattivato” il Var

Tra l’altro il fischio affrettato di Serra ha anche impedito l’intervento del Var: l’arbitro torinese, a “frittata” effettuata, ha disperatamente chiesto lumi ai colleghi vla auricolare, evidentemente frastornato per quanto accaduto, ma dalla sala Var è arrivata la conferma dell’ovvia impossibilità a rivisitare l’azione con l’ausilio della tecnologia.

Il fischio di Serra è infatti avvenuto quando la palla era ancora in gioco, prima che il pallone varcasse la linea di porta, non rendendo possibile per regolamento l’intervento della Video Assistant Referee. Per questo non si può parlare di errore tecnico e quindi di possibile ripetizione della partita.

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