Tutto pronto per la Milano-Sanremo e Tadej Pogacar non vede l’occasione di dimostrare la sua voglia di vincere anche sulle strade della ‘Classica di Primavera’: Pietro Cabras ha raccolto per i taccuini di ‘Tuttobiciweb’ le parole del ciclista sloveno, che vanta nel suo carniere due classiche, la Liegi e il Lombardia.
La Parigi-Nizza è stata vero e proprio dominio per l’alfiere della UAE Emirates, che ha alzato le braccia in tre occasioni e vinto così la classifica generale: sono già 9 le sue vittorie in 13 giorni di agonismo e la sensazione che questo ragazzo, alla cui età solo mostri sacri quali Martens e Merckx avevano infilato più successi, sia destinato a scrivere altre pagine di storia è sempre più nitida.
- Pogacar, una Milano-Sanremo da conquistare
- Pogacar, la pressione di essere il numero 1
- Pogacar, lo sportivo numero 1 in Slovenia
Pogacar, una Milano-Sanremo da conquistare
La Milano-Sanremo è il sogno neanche troppo nascosto di Tadej Pogacar, il trampolino di lancio ideale verso l’annata che deve riconsegnarli il trono al Tour de France, battagliando magari con il danese Vingegaard: “In Slovenia non trasmettevano la Sanremo quando ero ragazzo e non ho grandi ricordi, ora posso dire di conoscerla bene; è una corsa che mi piace, penso però sia probabilmente la gara più difficile da vincere”.
E’ una classica imprevedibile, quella che gli italiani non conquistano dal 2018 (Vincenzo Nibali) e che è stata appannaggio l’ultima volta del suo connazionale Matej Mohoric: “Non vivo molto lontano da Sanremo e qualche volta durante l’allenamento mi allungo verso il Poggio, non nego di aver immaginato nella mia testa i vari scenari possibili per mettere a segno l’azione vincente”.
Pogacar, la pressione di essere il numero 1
La condotta in corsa di Pogacar è stata talora criticata, non sempre voler vincere crea amicizie, e la stessa voglia di essere competitivo per l’intera stagione può essere arma a doppio taglio: “Nel 2022 ho perso il Tour, ma ho vinto parecchio: quest’anno cercherò una preparazione più graduale. Sogno di vincere il Fiandre, la Roubaix e il Giro d’Italia, ma non so quando disputerò la Corsa Rosa; devo migliorare anche il mio risultato alla Vuelta, all’esordio feci terzo”.
Essere il numero 1 non mette però pressione: “Nel ciclismo perdi sempre più corse di quelle che vinci, quindi non mi sento un numero 1. Ci sono tanti avversari forti, ciascuno sul suo terreno specifico; sono ambizioso e amo correre, per quello desidero vincere le gare. Non avevo un idolo, ma ho iniziato a seguire il Tour de France quando competevano Schleck e Contador: ammiro loro”.
Pogacar, lo sportivo numero 1 in Slovenia
E’ un momento d’oro per la Slovenia: alla Tirreno-Adriatico ha fatto il diavolo a quattro Roglic che ha vinto in carriera tre edizioni della Vuelta: “Sono orgoglioso di rappresentare la Slovenia assieme ai colleghi del World Tour, spero di essere fonte di ispirazione per i ragazzi che cominciano a fare ciclismo, o in generale sport: voglio correre molti anni, non penso a ciò che farò a fine carriera”.
Per il resto Tadej è un ragazzo semplice: “Quando sono a casa guardo le corse, tifo per la mia ragazza Urska che corre nel circuito femminile, a volte ci alleniamo insieme; amo la musica rap slovena e americana e guardo le serie Netflix. A volte leggo libri per esercitare un po’ il mio inglese».