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Mirante al Milan: l'inizio alla Juve, i problemi cardiaci,la Champions

Antonio Mirante, svincolato, prenderà il posto di Maignan tra i pali del Milan: la sua storia, la carriera e il problema di salute che lo ha condizionato

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Forse ad Antonio Mirante va riconosciuta l’analisi più lucida di chi affronta con consapevolezza la condizione di eterno secondo. Uno status che ha investito questo ragazzino, al pari degli altri portieri della sua generazione, avvolti e sopraffatti dal mito inarrivabile di Gigi Buffon, cresciuto nella Juventus della Triade, sopravvissuto alla retrocessione, invincibile giocatore dalla propensione all’emozione e dall’impulsività educata dall’esperienza.

Chi è Antonio Mirante, da Castellammare di Stabia alla Juve

Antonio Mirante, neo portiere del Milan in corsa, ha una storia umana e professionale intrecciata a quella di Buffon ma così diversa da scagliarlo in un’epoca parallela, tanto ha vissuto su piani diversi.

Nato a Castellammare di Stabia (come un altro Gianluigi, Donnarumma), è cresciuto nelle giovanili delle società della sua zona fino a quando non fu notato dagli osservatori della Juventus che – tradizionalmente – vantano rapporti stretti con i club partenopei. Erano gli anni del Sorrento, quando si trasferì alla primavera della Juventus con aspirazioni e aspettative notevoli: si scontrò con un ambiente molto differente e con un tecnico, Gian Piero Gasperini, che non aveva nulla da concedere a Mirante, se non chiedere.

L’addio di Mirante alla Juventus

Gli eventi travolsero la Juve e lo stesso Antonio che andò a Crotone, fece ritorno a Torino e poi intraprese il suo percorso che, con la società degli Agnelli, ebbe poco a che vedere. Vive l’incubo della serie B nel post Calciopoli, ma fa la sua parte da buon secondo dietro a Gigi Buffon e stop.

Mirante e Gigi Buffon

La sua carriera prosegue altrove, infatti, quando la squadra fa il suo ritorno in Serie A e le gerarchie rimangono quelle, chiarissime e nettissime. D’altronde, lo stesso Mirante, in un’intervista rilasciata anni dopo a mente fredda, ha dato la sua versione su Buffon e la generazione di portieri che l’ha, in qualche modo, subito:

“Gigi è un Maradona. Uno come lui nasce ogni cento anni. Però ha rovinato una generazione di portieri, perché di Maradona ce n’è uno e gli altri al suo confronto sembrano tutti normali. Gigi ha schiacciato con la sua classe e la sua bravura tanti portieri di talento”, disse a La Gazzetta dello Sport.

Mirante: il problema al cuore che lo fermò

La sua è una buona carriera, però. E nonostante la grandezza di Buffon: chiusa l’esperienza alla Juventus, c’è la Sampdoria e soprattutto il Parma (uno strano gioco di incroci) che però, a causa delle note vicende fallimentari, lo mettono di nuovo in pista nel 2015. In più accade qualcosa che scompagina tutto, l’imprevedibile. Mirante accusa un malore quando le cose sembravano risolte e si stava godendo il suo nuovo contratto con il Bologna: di ritorno da una trasferta, si sente male. La diagnosi è una sentenza: problemi cardiaci. Lo stop è inevitabile e necessario, anche solo per raccogliere le idee. Viene seguito al Policlinico Gemelli dove lo curano per un’infiammazione.

Il ritorno in campo di Mirante: la Roma e la Champions

Per chiunque altro sarebbe stata la conclusione di un percorso denso di soddisfazioni, per un portiere che aveva assaporato meriti sportivi e si era trovato davanti Buffon. Invece, in questa storia che ancora un “ma”. Superata anche questa prova, di nuovo idoneo con le dovute cautele riesce a togliersi un’altra soddisfazione: passato alla Roma, per una serie di concatenamenti gioca in Champions League, anche se in una partita non proprio indimenticabile. Ora, da svincolato, ha una nuova proposta concreta. E importante.

La nuova occasione di Mirante al Milan

Sono fatti noti, ma che dimostrano quanto desiderio di rivalsa si accompagni oggi a questa nuova occasione, perché si presenti alle visite mediche per subentrare all’infortunato Maignan, tra i pali del Milan, elegantissimo e puntuale. Perché le occasioni, le opportunità si prendono senza tergiversare, affermando l’intento oltre ogni dubbio, anche curando l’apparenza. E nel pieno della maturità, anche a 38 anni.

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