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Mondiali Basket, le avversarie dell'Italia: Filippine, Clarkson il leader, Sotto la "vera" stella

L’Italia si avvicina ai Mondiali di basket. Dopo il debutto con Angola e la prova Repubblica Dominicana, gli azzurri di Pozzecco sfidano le Filippine di Clarkson e Kai Sotto

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Il basket vissuto alla stregua di una religione: nelle Filippine ci sono campi e canestri un po’ in ogni angolo della strada, e quasi sorprende che nell’intero panorama internazionale non ci siano giocatori in grado di far emergere compiutamente il livello tecnico del movimento locale.

Se la FIBA ha scelto proprio Manila e dintorni per l’organizzazione della rassegna iridata, beh, non c’è molto da restare sorpresi: in Asia il basket è davvero lo sport per eccellenza, soprattutto nell’area Sud che vede le Filippine leader incontrastate a livello di affezione e attenzione.

Così per l’Italia del Poz non sarà affatto semplice dover affrontare una nazionale che verrà spinta a pieni polmoni da un’intera arena, pronta a sobbalzare ogni volta che uno dei propri beniamini scuoterà la retina. Ed essendo la terza gara per entrambe le formazioni, a rigor di logica la posta in palio sarà ancora più alta, con gli Azzurri costretti a vendere cara la pelle per non imbattersi in storie tese.

Rinverdire i fasti

Nelle finali della Commissioner’s Cup dello scorso gennaio, quelle che hanno visto imporsi Barangay Ginebra San Miguel contro Bay Arena Dragons per 114-99, alla Philippine Arena c’erano 54.000 persone assiepate sugli spalti, per nulla intenzionate a perdersi anche solo un istante della sfida.

È il termometro della passione generata dalla pallacanestro in una nazione che sogna di spingersi una volta di più in un Eldorado che pure non è poi tanto inesplorato, se è vero che le Filippine sono la nazionale extra europea (e naturalmente extra USA) che vanta il miglior piazzamento in un mondiale: nel 1954 i “Gilas” conquistarono la medaglia di bronzo, chiudendo il girone finale a 8 squadre alle spalle di Stati Uniti e Brasile.

Quella alle porte è la settima rassegna alla quale prendono parte, cui vanno aggiunte altrettante partecipazioni ai Giochi Olimpici e i 5 ori conquistati nei tornei continentali asiatici, seppure l’ultima affermazione è datata 1985 (ma nelle ultime due partecipazioni sono arrivati due argenti).

Approdare alla seconda fase, quella a eliminazione diretta, è l’obiettivo dichiarato del roster guidato da coach Chot Reyes, tecnico navigato che è filippino di nascita e che conosce meglio di chiunque altro il movimento locale. Ma per farlo servirà spingere un po’ più in alto l’asticella, perché sulla carta i “Gilas” non si presentano come una delle squadre più forti del mazzo, benché il supporto del pubblico potrà spingerli oltre i propri limiti.

Clarkson e la “stella” Kai Sotto

Non c’è ancora la lista completa dei 12 giocatori che prenderanno parte al mondiale. Nell’elenco dei 21 preconvocati, però, spicca il nome di Jordan Clarkson: la guardia degli Utah Jazz, assente 4 anni fa, stavolta si presenta col chiaro intento di prendere per mano una squadra che difetta di esperienza ad alti livelli, ma che pare decisa a vendere cara la pelle. Clarkson è reduce dalla miglior stagione in carriera, chiusa con 20,8 punti di media a partita (più 4,4 assist e 4 rimbalzi) in regular season e 17,8 punti nella serie play-off persa per 4-2 contro i Mavericks.

La sua presenza potrebbe fungere da volano per i compagni, anche se il pubblico filippino ha scelto da tempo quella che sarà la vera star del gruppo: Kai Sotto, 21 anni, è la speranza più fulgida del movimento locale, già da due anni attenzionato da franchigie NBA (ma per ora al Draft nessuno l’ha selezionato), finito a giocare nell’ultima stagione in Giappone dopo aver militato anche nel campionato australiano.

Qualche settimana fa, Sotto ha preso parte alla Summer League con i Magic, e di certo nei suoi piani c’è il proposito di diventare il primo giocatore filippino della storia (non naturalizzato) a mettere piede in NBA. Probabile che coach Reyes non rinuncerà a giocatori che hanno già assaporato il palcoscenico di un mondiale come June Mar Fajardo, CJ Perez e RR Pogoy, mentre Dwight Ramos è uno degli elementi più prolifici tra i 21 pre-convocati, e c’è da credere che un posto nei 12 definitivi per lui non mancherà.

Attenzione poi a Justin Brownlee, giocatore transitato anche a Brescia nella stagione 2014-15: naturalizzato a inizio 2023, alla seconda apparizione con la maglia delle Filippine ha bastonato la Giordania segnando 41 punti. Ma il posto a roster ancora non lo ha assicurato, perché oltre a Clarkson ci sarà spazio per un solo altro naturalizzato, e questo potrebbe rispondere al nome di Ange Kouame, gigante sotto canestro.

Il precedente

Quella con l’Italia sarà la seconda sfida diretta in un mondiale: già nel 2019 le due nazionali s’incrociarono nella prima fase, con gli Azzurri di Meo Sacchetti che fecero letteralmente man basse dei “piccoli Gilas”. I quali ne presero addirittura 108, segnandone appena 62, e di fatto incappando in una batosta che poi segnò l’intera spedizione filippina a quel mondiale. Stavolta la spinta del pubblico locale potrebbe rivelarsi un fattore, e aspettarsi un divario tanto largo è abbastanza improbabile.

Dopotutto, l’attesa dalle parti di Manila è enorme, e pensare a una disfatta dopo sole 3 gare non è nell’ordine delle cose. Certo sarebbe stato diverso se a roster coach Reyes avrebbe potuto inserire Jalen Green, scelta numero 2 al Draft 2021 degli Houston Rockets, che ha cittadinanza filippina e che ha fatto sapere di essere interessato in futuro a vestire la maglia dei “Gilas”.

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