C’era un solo avversario per l’Arabia Saudita nella corsa all’organizzazione dei Mondiali di calcio del 2034: l’Australia. C’era, perché è notizia di oggi il ritiro della candidatura da parte del governo di Canberra. Via libera, dunque, al paese mediorientale per la kermesse, anche se il termine ultimo fissato dalla FIFA per la presentazione delle candidature è il 30 novembre: difficile, però, immaginare scossoni.
- Mondiali 2034, l'Australia ritira la sua candidatura
- Il "capolavoro" di Infantino: Mondiali in Arabia Saudita
- Il ministro Abodi: "Lo sport può esportare pace e democrazia"
Mondiali 2034, l’Australia ritira la sua candidatura
Il ritiro dell’Australia ha di fatto tolto anche l’ultimo pizzico di pathos rimasto di fronte a quella che, sin dall’ufficializzazione da parte della FIFA dell’assegnazione a Spagna, Marocco e Portogallo (con tre partite in Uruguay, Argentina e Paraguay) dei Mondiali del 2030, appariva come una scelta scontata. Lo stesso giorno dell’annuncio, infatti, la Federazione di Riyad aveva manifestato l’intenzione di candidarsi, con un tempismo apparso immediatamente sospetto.
Il “capolavoro” di Infantino: Mondiali in Arabia Saudita
Per qualche settimana si era parlato di una possibile candidatura congiunta tra Indonesia, Malesia e Singapore in opposizione a quella dell’Arabia Saudita, con un ruolo di primo piano affidato all‘ex presidente dell’Inter, Erick Thohir. Poi era venuta fuori la candidatura in solitaria dell’Australia, ma le federazioni asiatiche in realtà in assoluta maggioranza hanno subito perorato con compattezza la causa saudita. E così, per il principio della rotazione delle confederazioni ospitanti (il “capolavoro” di Infantino è stato quello di ‘bruciarne’ ben tre nel 2030, Europa, Africa e Sudamerica, per spianare la strada all’Asia) il Mondiale del 2034 non potrà che essere organizzato dall’Arabia Saudita.
Il ministro Abodi: “Lo sport può esportare pace e democrazia”
Sui Mondiali 2034 in Arabia Saudita, paese al centro di annose discussioni sul tema del rispetto dei diritti umani, si è espresso il ministro per lo Sport e per i Giovani, Andrea Abodi, come riporta Calcioefinanza:
Io resto dell’idea, al di là che il 2034 è un orizzonte temporale lungo nell’ambito del quale mi auguro che alcuni equivoci democratici vengano definitivamente risolti, che i grandi avvenimenti, al di là della cautela dell’affidamento, possano essere uno strumento per velocizzare i processi di democratizzazione.
Intanto aspettiamo che vengano assegnati e io mi auguro che la FIFA si faccia promotrice in prima persona di questo processo di crescita, al di là del fatto che dobbiamo anche uscire un po’ dall’ipocrisia perché con l’Arabia Saudita parlano tutti, fanno affari tutti, quindi o delle due l’una, o ne parliamo sempre oppure non ne parliamo soltanto in una prospettiva che fra 11 anni ci sono i Mondiali.
Il tema esiste lì, come in altre zone del pianeta. Lo sport è sempre stato uno strumento di diplomazia di pace e di democrazia e mi auguro che anche in questa occasione possa dare il suo contributo.
Nel frattempo si parla anche con insistenza dei primi, attesissimi Mondiali per Club del 2025: ecco le ultimissime su questo fronte.