La testa non è già sull’aereo, ma poco ci manca: l’Italia cede alla Lettonia per 87-82 nella semifinale del mini torneo per il quinto posto, utile unicamente per migliorare il ranking in vista dei prossimi sorteggio di qualificazione al preolimpico e all’Europeo, e lo fa dopo un avvio incoraggiante cui ha fatto seguito l’ennesima serata storta dall’arco (e ai liberi, questa una rarità: 11/18), mentre i baltici hanno fatto l’esatto opposto, partendo male e poi trovando una micidiale continuità al tiro. E stavolta non basta la solita reazione d’orgoglio nel finale, che costringe i lettoni a soffrire sino a 24 secondi dalla fine.
Italia-Lettonia, la chiave del match
Pozzecco, costretto a rinunciare al febbricitante Fontecchio, schiera Gigi Datome in quintetto e il capitano risponde da campione: firma 11 punti nel solo primo quarto, con tre triple a bersaglio sulle 4 tentate e in generale con una facilità d’esecuzione disarmante e una bellezza stilistica inimitabile. Ma le buone notizie sostanzialmente finiscono lì, perché i lettoni accorciano già sul finire del primo periodo e poi nel secondo alzano in modo considerevole le proprie percentuali dall’arco, mentre l’Italia torna una volta di più a fare fatica nel trovare continuità di rendimento nella metà campo offensiva.
È una partita un po’ sui generis, nella quale il ritmo è piuttosto elevato e dove la palla (come la testa) pesa un po’ meno, data l’importanza relativa della posta in palio. Pozzecco lascia spesso spazio a Edo Casalone per dirigere le operazioni e gli azzurri cavalcano spesso il secondo quintetto, con tanti minuti per Procida e Spagnolo e con Diouf che nel secondo tempo trova a sua volta un po’ di minuti.
La Lettonia però dal campo è una sentenza, con Grazulis (giocatore di Trento) che si concede un solo errore su 13 conclusioni tentate (28 punti), spaccando in due la partita. Alla fine vince anche un po’ di stanchezza: Datome è l’ultimo ad arrendersi (assieme a Spissu) chiudendo con 20 punti la penultima gara della carriera. E ora attende solo di sapere se sarà Lituania o Slovenia l’ultima avversaria da incrociare.
Le pagelle dell’Italia
- SPISSU 6,5: in una partita ad alto ritmo uno come lui ha modo di esaltarsi. Il suo Marcolino lo fa: dall’arco è piuttosto preciso (3/4), di assist ne sforna 7 e in generale è sempre presente e sul pezzo. La bomba con la quale obbliga Banchi a fermare la partita a 41 secondi dalla fine non è casuale e tiene accesa l’ultima fiammella.
- MELLI 6,5: partita tutto sommato di ordinaria amministrazione per Nick, che per la prima volta nel torneo va in doppia cifra e tira giù la solita caterva di rimbalzi (9, uno solo offensivo). Si batte con la solita garra sotto canestro e trova anche 4 assist.
- POLONARA 5: altri 40’ minuti e poi, con vivo sollievo, potrà tornare a casa e dimenticare l’infausta (per lui) spedizione in terra asiatica. Dall’arco proprio non gli entra nulla (0/3), eppure un paio di tiri aperti se li prende. Cercato dai compagni, ma non è proprio il suo momento. Peccato.
- TONUT 6: solite fiammate a inizio partita, ma stavolta Stefano si accende anche nel finale, quando un paio di palloni recuperati consentono all’Italia di riportarsi a contatto e credere nella rimonta fino alla fine. Peccato che sbagli 4 triple, ma fa tante altre cose utili e meno appariscenti.
- DATOME 8: non ci rassegneremo mai all’idea che questi siano stati i penultimi 40’ della sua carriera. Gigi ha una classe e un talento che in Italia pochi possono dire di aver mai avuto: parte fortissimo, librandosi in area con due triple da urlo. E stavolta si vede che è motivato e carico, perché ne infila 4 sulle 6 tentate (che la sorte non ha voluto far entrare, specie l’ultima con la palla che ha danzato sul ferro). È il leader emotivo di una squadra che gioca anche per rendere onore al suo capitano. Se restiamo a galla fino alla fine, molto del merito è suo.
- PROCIDA 6: primo cambio di Datome, che prova a non far rimpiangere pur se lui predilige di più le penetrazioni in area. È una gara che gli serve per studiare per il futuro e la sfrutta abbastanza bene, anche se qualche lettura difensiva è rivedibile. Una tripla e una super schiacciata come cartoline serali. Più 4 rimbalzi offensivi.
- RICCI 6: solito contributo di sostanza, anche se una volta tanto Pippo incide meno nelle pieghe della partita. Anche perché i lettoni lo portano spesso a giocare lontano da canestro, e contro una squadra che tira così bene è complicato rendere al meglio.
- PAJOLA 6: un canestro da urlo, di puro coraggio e sfacciataggine (in senso buono), è ciò che resta impresso in una serata dove difende con maggiore fatica, anche perché i lettoni la palla la fanno girare velocemente. Recupera tre palloni, come a ricordare quanto sia prezioso il suo apporto.
- SPAGNOLO 5,5: ha più spazio e più minuti, anche se sembra soffrire più di altri la morsa nel quale la Lettonia prova a stringerlo. Vorrebbe fare di più, ma la sua avventura asiatica è condizionata da tanti fattori e si vede.
- SEVERINI 5,5: meno utilizzato rispetto alle gare che contavano, meno ispirato rispetto alle serate precedenti. Non trova punti, sbagliando anche due liberi, e in generale il suo apporto è assai più marginale rispetto alle recenti abitudini.
- DIOUF 6: spiccioli di partita con un paio di conclusioni tentate e la possibilità di concedersi un viaggio in lunetta, cui aggiunge un paio di rimbalzi.
- POZZECCO 5,5: dura trovare le giuste motivazioni dopo la batosta incassata da Team USA. La partenza è incoraggiante, poi l’Italia si perde nei soliti meandri di quelle maledetti percentuali dall’arco che dopo il primo quarto precipitano, risalendo solo nel finale. Comincia a guardare a quel che ci attende tra qualche mese: più minuti per Procida, graduale inserimento di Spagnolo. La strada è lunga, e alla fine quasi riuscivamo comunque a sfangarla anche stavolta.
Lettonia, top e flop
- GRAZULIS 9: a Trento qualcuno deve avergli fatto un torto grosso, perché 28 punti sparati in faccia all’Italia con un 12/13 dal campo (in pratica sbaglia solo un canestro da dentro l’area) e una facilità d’esecuzione così lampante si faticano altrimenti a spiegare. È lui che azzanna e poi ammazza la partita.
- ZAGARS 7,5: poco appariscente, ma tanto, tantissimo utile. Con 6 assist che valgono più dei 10 punti che porta alla causa lettone. Quando la partita si fa più ispida si fa trovare pronto, costringendo l’Italia a faticare tantissimo per stargli addosso.
- SKELE 7: è lui a suonare la sveglia dopo che gli azzurri nei primi 7’ prendono il largo con convinzione. Quando la Lettonia capisce che è bene dimenticare quel tiro sul ferro allo scadere che e ha impedito di avanzare in semifinale, lui è il primo a tradurre il concetto cominciando a segnare con continuità.
- BERTANS 5,5: si accende tardi rispetto ai compagni, ma alla fine il suo mattone alla causa lo porta siglando due triple pensantissime nel quarto periodo, nel momento in cui l’Italia stava tornando a contatto. Poi dovrebbe parlare e lamentarsi di meno, ma questa è un’altra storia.