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Mondiali donne, Sara Gama torna all'attacco: Ancora non so perché sono stata fatta fuori

L'ex azzurra Sara Gama esclusa dai Mondiali attacca la ct Bertolini e si ripropone per il nuovo ciclo: l'Italia non aveva leadership nè personalità

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Dario Santoro

Dario Santoro

Giornalista

Scrive, commenta, racconta lo sport in tutte le sfaccettature. Tocca l'apice quando ha modo di concentrarsi sule interviste ai grandi protagonisti

Mentre i Mondiali femminili vanno avanti, con la sorprendente Svezia che dopo aver sbattuto fuori malamente l’Italia si è qualificata già per le semifinali, la ferita rimane aperta in casa azzurra. La precoce eliminazione unita alla delusione per il gioco espresso non è stata ancora digerita. Men che mai da chi pensava di dover fare parte della spedizione per ritrovarsi fuori all’ultimo momento.

Sara Gama grande esclusa dai Mondiali, la rabbia dell’ex azzurra

Al momento delle convocazioni la ct Bertolini fece fuori due senatrici come la Piemonte e soprattutto Sara Gama. A distanza di oltre un mese la giocatrice confessa che l’amarezza non le è ancora passata. A La Stampa dice: «È stato difficile non esserci. Stavo bene fisicamente e lo avevo dimostrato».

“Avevo giocato con continuità nell’ultimo periodo, scoprirmi fuori mi ha amareggiata. Resto convinta che la mia esperienza, 130 presenze in nazionale, potesse essere di supporto sotto ogni punto di vista. Mi sento calciatrice quindi utile in campo, in panchina e nello spogliatoio”.

Sara Gama dà ragione al presidente Gravina

Con Milena Bertolini, ormai ex ct, non ha mai parlato: «No. C’era solo una decisione da accettare e l’ho fatto. In Nuova Zelanda si è percepita una carenza di leadership, ma era uno dei fattori. L’analisi del presidente Gravina è condivisibile: sono mancati più elementi dentro e fuori dal campo. Mi sembra la volontà di capire le responsabilità di ognuno ed è inutile stare inchiodati lì. Bisogna andare avanti».

Sara Gama disponibile a tornare in azzurro

Ora il futuro. Non si sa se il prossimo ct sarà uomo o donna: «Uno o una brava. Il genere non mi interessa, uomini e donne hanno stile diversi, ma conta che sappiano parlare di calcio e quella è una lingua comune: la differenza sta tra chi la conosce e chi no. L’azzurro per me è importantissimo e sono sempre disponibile, in ogni ruolo. Ero pronta a giocarli i mondiali e non a fare la rappresentante, non si cambia in corsa e non c’erano le condizioni»

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