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Mondiali femminili: la figlia di Bob Marley ha pagato tutte le spese della Giamaica

Nel 2010 la Federazione aveva sospeso l'attività femminile per mancanza di fondi. Ma grazie all'imprenditrice Cedella Marley, figlia di Bob Marley, la Giamaica sta vivendo un sogno

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Domenico Esposito

Domenico Esposito

Giornalista

Da vent’anni in campo e sul campo per vivere ogni evento in tutte le sue sfaccettature. Passione smisurata per il calcio e per la sfera di cuoio. Il pallone è una cosa serissima, guai a dirgli di no

Se la Giamaica è alla sua seconda partecipazione consecutiva al Mondiale femminile, gran parte del merito va attribuito all’imprenditrice Cedella Marley, figlia del mitico Bob Marley e autentica salvatrice della squadra caraibica. Già, perché grazie a una sua intuizione ha fatto letteralmente rinascere un movimento che era di fatto morto dal 2010 per mancanza di fondi.

Cedella Marley, figlia di Bob ed eroina della Giamaica

Classe 1967, imprenditrice, stilista, cantante, attrice e perfino scrittrice: Cedella Marley non si fa mancare nulla nella sua vita, preoccupandosi anche delle sorti della nazionale femminile giamaicana. Nel 2010 la Federazione decide di sospendere l’attività della squadra femminile, perché le casse erano vuote e i costi insostenibili. Fu così che scese in campo Cedella Marley.

Ecco come Cedella Marley ha salvato la Giamaica femminine

Per consentire alle ragazze di partecipare al loro primo storico Mondiale nel 2019 in Francia, la figlia del re del reggae, nel 2014 nominata ambasciatrice della squadra, ebbe l’idea di istituire una fondazione che fosse capace di finanziare l’attività della nazionale. Di qui il soprannome di “Reggae Girlz”, che tuttora accompagna la selezione caraibica, la prima ad aver centrato una qualificazione alla competizione più nobile riservata alle nazionali.

Com’è cambiato il calcio femminile della Giamaica grazie a Cedella Marley

In un’intervista Cedella Marley, primogenita di Bob e Rita, ha raccontato che si era arrivati al punto che mancavano i soldi per disputare partite amichevoli, per i trasporti e gli hotel e perfino per l’abbigliamento. Con la Federazione che aveva deciso di concentrare i propri sforzi solamente sulla nazionale maschile. Insomma, se oggi la Giamaica è al suo secondo Mondiale consecutivo lo si deve al coraggio di una donna che non ha avuto timore nel mettersi in gioco.

Giamaica femminile: un movimento in crescita

A differenza della controparte maschile, assente in Qatar, la nazionale femminile è riuscita a qualificarsi anche alla Coppa del Mondo 2023 in Australia e Nuova Zelanda, pareggiando all’esordio contro la Francia. Ed è stato un punto storico, il primo conquistato. A testimonianza della crescita costante della squadra guidata dal ct Lorne Donaldson. Del resto, aumenta sempre più il numero delle calciatrici che si stanno imponendo ad alti livelli: da Khadija Shaw, che milita nel Manchester City, ad Allyson Swaby, che vanta anche trascorsi nella Roma.

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