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Mondiali rugby, Italia in ansia per Riccioni e Menoncello. E resta il dilemma Capuozzo

Perdere pezzi nel terzultimo test match prima della Coppa del Mondo è il fastidio maggiore per gli Azzurri di Kieran Crowley. Ecco perché la buona prova contro l'Irlanda non lascia sereni

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Perdere contro la numero uno del ranking mondiale non è certo un reato, ma perdere i pezzi nel terzultimo test match prima della Coppa del Mondo è quanto di più sgradito potesse capitare all’Italia di Kieran Crowley. Che a Dublino ha ceduto 33-17 contro l’Irlanda, una della grandi favorite per la vittoria al prossimo mondiale che si disputerà tra un mese in Francia, mostrando segnali incoraggianti soprattutto nella seconda parte di gara dopo aver sofferto le pene dell’inferno nei primi 40’.

Ma a preoccupare il commissario tecnico azzurro sono stati piuttosto gli infortuni rimediati strada facendo – Riccioni e Menoncello – che hanno persino convinto lo staff tecnico a posticipare l’annuncio dei 33 convocati per il mondiale (la lista sarebbe dovuta arrivare il 10 agosto, è stata rimandata al 22 agosto, dopo il penultimo test match contro la Romania, in programma il 19 agosto a San Benedetto del Tronto).

Una situazione di cui Crowley avrebbe fatto volentieri a meno, ma che a questo punto rischia di condizionare e non poco la marcia d’avvicinamento degli azzurri alla Coppa del Mondo.

Ripresa incoraggiante contro l’Irlanda

A Dublino la differenza di valori è parsa evidente soprattutto nella prima metà di gara, aperta dalla trasformazione di un calcio di punizione da parte di Allan ma poi proseguita alla stregua di un monologo dei verdi, a segno con Kilcoyne per la meta del 7-3, quindi con Doris per quella de 14-3 (con l’Italia in inferiorità numerica per il giallo rimediato da Fischetti) e con McCloskey quasi allo scadere per il 21-3 col quale le squadre sono andate al riposo.

Nella ripresa la meta in apertura di Pani ha rimesso subito in carreggiata gli azzurri, che hanno mostrato un piglio diverso e una capacità ben differente di regge nei punti d’incontro, obbligando l’Irlanda ad aumentare il ritmo per cercare di trovare nuovi punti. Healy ha segnato la meta del 26-10 (non trasformata), Menoncello ha avvicinato di nuovo l’Italia sul 26-17 (Allan impeccabile dalla piazzola), quindi Doris nel finale ha allungato nuovamente per il 33-17 finale.

Risultato tutto sommato onorevole, peraltro figlio della disparità emersa nella parte conclusiva del primo tempo, ma i pensieri di Crowley al fischio finale erano di tutt’altro tenore.

Italrugby col fiato sospeso

Perché a preoccupare il CT hanno contribuito gli infortuni che hanno messo ko già nella prima metà di gara Marco Riccioni e nel finale Tommaso Menoncello, per distacco il migliore azzurro visto all’opera a Dublino.

Riccioni ha rimediato un problema al collaterale mediale del ginocchio sinistro, sullo stesso punto nel quale già in passato si era ritrovato a dover fare i conti con più di un grattacapo.

La prima diagnosi ha escluso lesione importanti, ma con appena 32 giorni dal debutto nel mondiale contro la Namibia (il 9 settembre) bisognerà capire bene i tempi di recupero.

Menoncello preoccupa di più

Per Menoncello la situazione sembrerebbe essere un po’ più complessa: nel suo caso a preoccupare è la spalla sinistra, con il bicipite che potrebbe aver subito un forte trauma contusivo ma anche e soprattutto (e questo potranno svelarlo solo gli esami previsti in giornata) uno strappo muscolare.

Così fosse, per il nuovo talento del rugby azzurro l’esclusione dall’elenco dei 33 per il mondiale risulterebbe pressoché inevitabile, con tanti rimpianti per ciò che poteva essere (Menoncello da un anno a questa parte, assieme a Capuozzo, si è rivelato alla stregua di uno dei giocatori più importanti nel progetto tecnico di Crowley). Impossibile azzardare previsioni, ma nello staff medico azzurro nessuno se la sente di escludere scenari non troppo ottimistici.

Il dilemma Capuozzo

La gara con l’Irlanda ha lasciato in dote anche altri infortuni, seppur di minore entità: Manuel Zuliani è uscito per concussione (come da regolamento) dopo un sospetto trauma cranico, così come Paolo Odogwu è stato costretto ad abbandonare il campo anzitempo per via di un colpo alla testa che gli ha provocato una piccola ferita.

Infine Stephen Varney ha rimediato un colpo alla spalla, e come tale andrà valutato dopo gli esami diagnostici per scongiurare il pericolo di guai seri. Gli infortuni stanno comunque minando e non poco il terreno di Crowley e dei suoi ragazzi: Ange Capuozzo, forse l’elemento di maggior talento della nazionale in questa fase che conduce al mondiale, sin qui è rimasto fuori dalle convocazioni per via di un infortunio rimediato alla spalla prima nel Sei Nazioni, poi quando è tornato in campo ad aprile con il Tolosa.

Lo staff medico lo monitora giorno per giorno, e lui al mondiale vuole esserci: nel suo caso non sono previste forzature, con la speranza di averlo a disposizione per il debutto con la Namibia del 9 settembre. E se non avrà minuti nelle gambe in test ufficiali, poco male: uno come Capuozzo la differenza può farla in qualunque momento, e Crowley non vuol rischiare di sprecare il jolly quando non serve.

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