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Montolivo, bordate al Milan e a Gattuso: "Mi hanno condannato"

Lo sfogo dell'ex centrocampista, che ha annunciato il ritiro.

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Montolivo, bordate al Milan e a Gattuso: "Mi hanno condannato" Fonte: 123RF

Riccardo Montolivo annuncia il ritiro in un’intervista al Corriere dello Sport, e non risparmia bordate al suo ultimo club, il Milan, e al suo ex allenatore Gennaro Gattuso. Il regista ha vissuto nelle ultime stagioni un vero e proprio incubo in rossonero: “Mi hanno condannato a smettere. E non ho avuto neppure la possibilità di salutare i tifosi dopo sette anni”, accusa.

“Alla fine di una stagione nella quale da gennaio avevo praticamente smesso di giocare non per mia volontà né per problemi fisici, l’allenatore mi dice che farò parte del gruppo pur perdendo la centralità. Accetto di rimettermi in gioco, sono all’ultimo anno di contratto. Poco prima della partenza per la tournée negli Stati Uniti, però, ricevo un sms dal team manager, l’ex arbitro Romeo: ‘Tu non vieni'”.

Motivazioni e spiegazioni, zero. Elliott subentra al cinese, a fine luglio Leonardo e Maldini prendono il posto di Mirabelli ereditando anche la mia situazione. Leonardo in qualche modo mi rassicura e da quel momento smetto di essere considerato a disposizione. Mi fanno allenare da solo, da solo o insieme a Halilovic. Giusto al torello partecipo. Nelle partitelle tra la prima squadra e le riserve o la Primavera gioco sempre con le seconde e vengo impiegato in tutti i ruoli tranne nel mio. Specifico che i test di luglio del Milan Lab avevano confermato che stavo benissimo, i migliori riscontri fisici di sempre”.

Montolivo racconta anche un aneddoto relativo alla stagione 2017/2018, quando perse la fascia in favore del neo arrivato Leonardo Bonucci: “Mi dissero che Yonghong Li aveva deciso che la fascia sarebbe passata a uno dei nuovi. Quando me lo comunicarono spiegai che lo trovavo ingiusto, che stavano commettendo un grosso errore poiché nello spogliatoio ci sono delle gerarchie che dovrebbero essere sempre rispettate. Feci i nomi di Bonaventura e Romagnoli. Niente, Bonucci”.

Ancora sui dissidi con Gattuso: “Il massimo credo che l’abbia raggiunto quando, fuori Biglia e io in panchina, José Mauri fece il centrale e Calabria, un terzino, partì mezzala – si sfoga -. A un certo punto José Mauri chiese il cambio e l’allenatore spostò Calabria centrale e Calhanoglu fece la mezzala. Dopo quell’episodio provai a chiedere spiegazioni a Leonardo, la sua risposta fu questa: ‘È stata una decisione dell’allenatore’. Il quale aveva detto che non avevo minutaggio. Ma come avrei potuto avere minutaggio se non mi metteva mai dentro? Non avrei mai immaginato di poter vivere un’esperienza del genere”.

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